Fondo eber romani

 

Nel febbraio 2014 Isarco Romani ha donato alla Biblioteca “A. Gentilucci” il fondo musicale appartenuto al padre, il chitarrista Eber Romani.

Il fondo consta di circa 760 documenti, di cui almeno 560 musicali, organizzati in 117 cartelle allestite dal possessore, principalmente seguendo la suddivisione del materiale per compositore, e talvolta corredate da materiale documentario di argomento chitarristico (ritagli di giornali relativi a concerti o incisioni discografiche, programmi concertistici, schede biografiche pubblicate dalle case editrici, ecc.).

Il materiale musicale, particolarmente prezioso in quanto composto da numerosi unica (al luglio 2016), comprende musica a stampa e manoscritti (in gran parte redatti dallo stesso Eber Romani) e fotografa il repertorio per chitarra didattico e concertistico in uso fra i primi anni del '900 ed il 1980 circa.

Fanno parte del fondo anche 125 fascicoli di periodico tratti dalle riviste La chitarra (annate 1934-1942) e L'arte chitarristica (annate 1947-1952), e circa 50 programmi di sala relativi a saggi, premiazioni e concerti svoltisi all'Istituto “A. Peri” fra 1956 e 1987.

Eber Romani (1917 – 1998)
Avvicinatosi alla musica in giovanissima età, su incoraggiamento del suo maestro elementare Eber Bergonzoni, ben presto apprese i primi rudimenti di chitarra dal maestro Secondo Casoli, per poi indirizzarsi decisamente alla chitarra classica, sulla spinta della nascente fama internazionale del maestro Andres Segovia.
Fu grazie ai generosi insegnamenti ed all’aiuto del prof. Lando Orlich, unico cultore della chitarra classica negli anni trenta del secolo scorso a Reggio Emilia, che poté avviarsi allo studio più approfondito dello strumento.
Partecipò ed eseguì alcuni brani alle Giornate chitarristiche nazionali, nel 1937 e 1938; nel 1939 partecipò al Concorso nazionale di chitarra a Bolzano; ebbe quindi la possibilità di esibirsi assieme ad altri giovani emergenti, distinguendosi per una notevole sensibilità interpretativa e la buona tecnica, come riportarono i resoconti dell’epoca. Il suo nome, all’età di vent’anni, figura già nello storico “Dizionario dei chitarristi e liutai italiani”, edito nel 1937 dalla rivista “La chitarra”. Nel periodo della guerra, militare di stanza a Barletta, pur con tutte le difficoltà, proseguì ad esercitarsi assiduamente e a studiare come autodidatta con la sua inseparabile chitarra costruita dal liutaio Pietro Gallinotti, acquistata a prezzo di notevoli sacrifici nel 1938. Il suo repertorio spaziava da Sor ai classici italiani dell’800 (Legnani, Giuliani) sino ai più “moderni” spagnoli di fine Ottocento e primo Novecento conosciuti anche grazie alle prime incisioni discografiche di Segovia.
In particolare i brani che più amava e che erano più ricorrenti nelle sue esibizioni erano, oltre alle più note trascrizioni da Albeniz, Feste lariane di Luigi Mozzani, Recuerdos de l’Alhambra di Tarrega, Volo del calabrone di Pujol e la Danza spagnola n. 5 di Granados.
Successivamente al 1945 e negli anni cinquanta partecipò ai diversi Convegni chitarristici nazionali che si tenevano annualmente in diverse città (nel 1956 anche a Reggio Emilia); ebbe una limitata attività concertistica presso circoli culturali ed associazioni private, principalmente a Reggio Emilia.
Mantenne nel periodo assidui contatti e corrispondenze coi chitarristi dell’epoca, in primo luogo col prof. Romolo Ferrari di Modena e col prof. Umberto Sterzati di Cremona, adoperandosi nella propria città per diffondere la passione e la conoscenza della chitarra classica e del suo repertorio. Fu anche tra i principali promotori, all’interno della F.A.R., dell’unico, storico concerto di Segovia tenutosi a Reggio Emilia, nel dicembre 1962.
Assunse l’incarico di insegnante di chitarra al Liceo Musicale “Achille Peri” nel dicembre 1965 e lo mantenne fino all’anno scolastico 1980-81, impegnandosi sempre con grande dedizione alla diffusione della conoscenza dello strumento e della sua letteratura musicale, attraverso l’attività didattica e con esibizioni e incontri presso scuole e circoli.

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La composizione del fondo è descritta in queste liste organizzate per tipologia di documenti:

- musica a stampa e manoscritta
- periodici sulla chitarra
- materiale archivistico

 

 

 


 


 
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