I Am Greta
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Regia: | Grossman Nathan |
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Cast e credits: |
Soggetto: Peter Modestij, Hanna Lejonqvist, Per K. Kirkegaard; fotografia: Nathan Grossman, Johan Hannu, Eric Vallsten, Irene Baqué, Daniel Ivarsson; musiche: Jon Ekstrand, Rebekka Karijord; montaggio: Hanna Lejonqvist, Charlotte Landelius; suono: Johan Johnson; interprete: Greta Thunberg; produzione: BR.F, in associazione con WDR/SWR/RBB, SVT, BBC STORYVILLE; distribuzione: KOCH MEDIA; origine: Svezia, 2020; durata: 97'. |
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Trama: | Un intimo documentario, il primo lungometraggio, che racconta la storia dell'adolescente attivista per il clima Greta Thunberg attraverso filmati avvincenti e mai visti prima. A partire dallo sciopero scolastico solitario per una giustizia climatica fuori dal parlamento svedese, Grossman segue Greta - una timida studentessa con la sindrome di Asperger - nella sua ascesa alla ribalta e nel suo impatto globale galvanizzante che ha scatenato scioperi scolastici in tutto il mondo. Il film culmina con il suo incredibile viaggio nel 2019 in barca a vela nell'Oceano Atlantico per raggiungere New York e parlare all'ONU durante il Summit sul clima. |
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Critica (1): | "La prima volta che incontrai Greta nella ventosa Riksgatan, in Svezia, parlò con me e altre persone presenti con voce flebile e balbettante. Rimasi tanto sorpreso di sapere che fosse un’attivista, quanto colpito dalle sue potenti parole: nei suoi discorsi sottolineava come per decenni non si fosse fatto granché per rimediare al problema di una società che consuma le risorse di vari pianeti, pur avendone a disposizione uno solo. Greta parlava di ambiente e cambiamenti climatici in modo così logico da farmi immediatamente sentire in sintonia con quel modo di pensare. Mi sono messo al lavoro nel tentativo di rappresentare il mondo dal suo punto di vista attraverso la telecamera, creando una storia sul suo universo. Pensavo che quella di Greta fosse una cosa piccola, magari una bella storia per le elezioni svedesi. Quanto mi sbagliavo.
(nota del regista) |
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Critica (2): | Tutto iniziò fuori dall’edificio del parlamento a Stoccolma. Alla fine dell’Agosto del 2018, con le elezioni generali in arrivo, una adolescente “dalle sembianze elfiche” con le trecce e un look “ritorno alla terra”, classico anni settanta, si presentò con un cartello scritto a mano. Vi è scritto “Skolstrejk för klimatet”, che in Svedese significa “Sciopero scolastico per il clima”. Inizialmente pochi ne presero nota. Una donna ben intenzionata sostenne che gli adolescenti devono andare a scuola mentre gli adulti devono occuparsi delle cose da adulti. Di tanto in tanto qualche sostenitore iniziò a farsi avanti, incoraggiando l’attività. Non ancora, ma presto, una pagina di storia verrà scritta.
Il fatto che questa storia, ormai familiare, sia stata documentata più o meno in tempo reale, è quasi geniale. In principio Grossman sentì parlare di una protesta pianificata da una sola ragazza, ciò gli fece venire l’idea di fare delle riprese per un possibile cortometraggio. Gradualmente, questi spezzoni divennero un vero e proprio lungometraggio, seguendo un inaspettato soggetto, evento dopo evento, culminando al Summit delle Nazioni Unite per le azioni verso i cambiamenti climatici a New York nel Settembre del 2019 (fortunatamente senza doversi ancora preoccupare del COVID-19). Durante tutto questo tempo, Grossman è riuscito genuinamente a realizzare il film che voleva fare, anche quando non lo sapeva bene lui stesso.
Oltre a essere senza dubbio d’ispirazione per il dibattito sul ambientalismo globale, Greta mantiene allo stesso modo l’attenzione sul suo protagonista. La sua ben documentata diagnosi da sindrome di Asperger viene affrontata in modo chiaro e pragmatico – nessun elefante nella stanza qua. Un ampio spazio viene dedicato a Svante, il padre e road manager di Greta, aderendo alle preferenze di sua figlia riguardante i mezzi di spostamento (macchine elettriche, treni e barche) e alimentazione (rigorosamente vegana), ma anche procurando affetto e, quando necessario, un piccolo controllo di realtà. Dopo tutto anche un promettente contendente per il premio Nobel per la pace ha occasionalmente bisogno di un Sancho Panza.
Per la disputa Messia contro adolescente depressa, il film preferisce di gran lunga mostrarci Greta come il catalizzatore. Come reagisce il presidente della Francia o quello dell’Unione Europea quando lei entra nel loro dominio? E per quanto riguarda il Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres? O Arnold Schwarzenegger? Questi incontri (alcuni possiamo dire non-incontri) sono delle rivelazioni. Una ripresa inestimabile, accidentalmente non fatta da Grossman, cattura Greta Thunberg su un aereo. La determinazione nei suoi occhi non lascia spazio per i dubbi, stava sicuramente già pianificando qualcosa. (…)
Jan Lumholdt, cineuropa.it, 5/9/2020 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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