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Ultima follia di Mel Brooks (L') - Silent movie


Regia:Brooks Mel

Cast e credits:
Sceneggiatura: Mel Brooks, Ron Clark, Rudy De Luca, Barry Levinson; soggetto: Ron Clark; direttore della fotografia: Paul Lohmann; musica: John Morris; montaggio: John C. Howard, Stanford C. Allen; interpreti: Mel Brooks (Mel Funn), Marty Feldman (Marty Eggs), Dom De Luise (Dom Bell), Bernadette Peters (Vilma Kaplan), Sid Caesar (il capo della produzione); produzione: Michael Hertzberg per Crossbow; origine: USA, 1976; durata: 87'.

Trama:Il trio di produzione di Mel Spass (Mel Brooks), composto da lui stesso, Bellocchio (Marty Feldman) e Trippa (Dom DeLuise), presenta la nuova sceneggiatura di Spass al capo (Sid Caesar) dei Big Picture Studios. La sceneggiatura è il primo grande film muto degli ultimi quarant'anni.

Critica (1):"Salve!". È la prima didascalia del film, e coincide con la prima inquadratura. Compare sullo schermo nel più puro dei silenzi. Con ciò, il partito preso è abbondantemente chiarito: avremo un film muto. Dal fondo di un vialone bordato di palme sopraggiunge un'automobile scoperta, abitata dai tre protagonisti: quello vestito da yachtman è alla guida, quello svitato è al centro, quello grassoccio a sinistra (di chi guarda). Vedono una donna "incredibilmente incinta" e la invitano a salire. Il peso della prossima madre e del nascituro fa impennare l'auto, che riparte sulle solo ruote posteriori. Prima gag, prima risata. La macchina da presa si sposta su un cartellone, dove è riprodotta, in cifra grafica adeguatamente aggiornata, la celebre effige della 20th Century Fox coi fasci di luce che solcano il cielo. Parte la musica, partono i titoli di testa. La sarabanda ha inizio... ... Dando una ulteriore prova dalla sua capacità di reinventarsi di continuo, Brooks approda con Silent Movie alla terza tappa della sua rivisitazione della storia del cinema. È una tappa che corrisponde, anche in questa occasione, a una metamorfosi stilistica: il regista-toomler è giunto a una così completa padronanza dei suoi mezzi espressivi da poterli piegare di volta in volta all'argomento trattato. Frankestein aveva molto dell'originario cinema dello spavento: il bianco e nero, l'illuminazione, la lenta scioltezza del montaggio. Allo stesso modo Silent Movie ha molto dell'originaria farsa muta: una comicità quasi esclusivamente visuale, una recitazione esteriorizzata, che dà grande importanza alla mimica, una sceneggiatura semplice ma solida, un calibrato concatenamento ritmico dei personaggi e delle azioni. Ma ancora una volta Brooks fuga qualsiasi sospetto di archeologismo: lo schermo è modernamente panoramico, la fotografia è a colori (molto brillanti), la colonna sonora ridonda di musiche e di effetti umoristici. Lasciando da parte le frasi fatte di opposta valenza, come "omaggio alla comica muta" e "satira della comica muta", non si può non riconoscere Silent Movie per quel che è: un autentico e autenticamente comico film muto di oggi.
Giannalberto Bendazzi, Mel Brooks. L'ultima follia di Hollywood

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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