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Maybe airlines Sarajevo


Regia:Dumont Ariel F.

Cast e credits:Sceneggiatura: Ariel F. Dumont, Franco Berardi Bifo; coordinamento al montaggio: Giuseppe Scaglione; montaggio :Massimo Mariti; direttore della fotografia: Muhamed Hacinie; coordinamento doppiaggio: Nicola Passi; organizzazione generale: Vittoria Regano; le voci: Germano Basile, Franco Berardi, Tina Bonavita, Ariel F. Dumont, Elio Marconato, Claudia Poggiani; canzoni: “Pismo Prijatelju” scritta da Kemal Monteno, 1993 - “Sarajevski Gudackj Kvartet Kamernog”, Gruppo Ashk; produzione: Massimo Nocco e Enrico Di Giuseppe - Ariel Dumont; origine: Italia, 1993; durata: 60'.

Trama:Documentario sulla resistenza culturale a Sarajevo.

Critica (1):«Sono venuta a Sarajevo per cercare di capire se c’è salvezza...». Maybe Airlines Sarajevo è un documentario contaminato da elementi narrativi esterni, sulla resistenza culturale a Sarajevo, città simbolo e culla della cultura multietnica e multireligiosa in Europa. Il reportage si basa sull’esperienza di una giornalista francese che lavora in Italia e giunge a Sarajevo in un momento particolare della sua esistenza, piena di interrogativi cosmici e determinata a non raccontare la guerra, ma ciò che alla guerra si oppone. Sul video si susseguono le immagini di intellettuali ed artisti di Sarajevo: scrittori, registi, cantanti, giornalisti, musicisti, ballerine e poeti si raccontano a ruota libera, senza schemi giornalistici pre-impostati, raccontano come, continuando a fare il loro lavoro, hanno tentato finora di opporsi all’orrore di una guerra non voluta, di non arrendersi alla follia di una esistenza scandita dai colpi di mortatio, di conservare la propria dignità, messa a dura prova dalla solitudine, dall’abbandono, dalla ricerca estenuante dei generi di prima necessità, eppure vivissima. Al suo ritorno in Italia, la giornalista ritrova un intellettuale italiano. A lui decide di raccontare la sua esperienza ed il turbamento da essa prodotto. tra i due scaturisce un dibattito che dà vita al commento fuori campo: lui convinto che la soluzione sia la fuga dall’orrore, il sottrarsi alla furia omicida: lei determinata a non arrendersi, persuasa che abbandonare Sarajevo sarebbe una resa incondizionata alla possibilità che ciò che sta accadendo oggi in Bosnia potrebbe accadere domani in Italia, in Francia o altrove.
Frutto di un lavoro iniziale di otto ore di riprese, realizzate nel novembre del 1993, Maybe Airlines Sarajevo è stato girato con notevoli difficoltà tra mancanza di energia elettrica ed impossibilità di utilizzare il cavalletto per la presenza minacciosa ed impietosa dei cecchini. Alle riprese è seguito un lungo lavoro di montaggio, traduzione e doppiaggio. Maybe Airlines Sarajevo vuole sollecitare la cattiva coscienza degli intellettuali del resto del mondo che finora troppo poco si sono mossi, testimoniando l’urbicidio di una città, senza la quale l’Europa non sarà mai più la stessa. “Se permetto che uno stato fascista fondato sulla pulizia etnica possa instaurarsi nel cuore dell’Europa, spiega nel film un regista francese di passaggio a Sarajevo, condanno me stesso”.

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Ariel F. Dumont
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
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