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Avventure del lupo-La storia quasi vera di Stefano Benni (Le)


Regia:Negroni Enza

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura: Enza Negroni; musiche: Umberto Petrin, Niclas Benni, Fausto Mesolella; montaggio: Corrado Iuvara, Ilaria Cimmino; fotografia: Alessio Gironi, Paolo Maoret, Gianmarco Rossetti, Francesco Conversano, Salvatore Lucchese; suono: Riccardo Nanni, Giuseppe Lo Bue; animazioni: Luca Ralli; interpreti: Stefano Benni, Daniel Pennac, Ambra Angiolini, Alessandro Baricco, Dacia D'Acunto, Angela Finocchiaro, Fabian Nji Lang, Pietro Perotti, Umberto Petrin, Lucia Poli, Alberto Rollo, Danilo Rossi, Giulia Tagliavia, Gianni Usai; produzione: Si Produzioni / Sofia Klein Film / Edenrock; origine: Italia, 2018; durata: 85’.

Trama:In un documentario biografico Stefano Benni si svela attraverso un viaggio nei suoi luoghi dell'anima, insieme ad amici, scrittori e musicisti, tra cui Daniel Pennac, Alessandro Baricco e Angela Finocchiaro. Un incontro molto ravvicinato dal quale emerge una sua visione del mondo, la sua particolare scrittura e poliedrica personalità. E, non ultima, la ragione del suo soprannome Lupo.a bambi

Critica (1):Da bambino io non sognavo di fare lo scrittore, volevo fare il giocatore di calcio o il pianista o il pescatore e poi sono arrivate le storie, mi hanno trovato, ho cominciato ad ascoltarle. Le storie di mio nonno intorno al camino, le storie del bar nel mio piccolo paese, i racconti della guerra che era appena finita. Storie comiche di matti, leggende paurose, itticomachie, cioè combattimenti contro pesci giganteschi. E anche io ho cominciato a raccontare i miei amici veri o immaginari o gli animali. E un giorno ho scoperto a due chilometri dalla mia casa una piccola biblioteca, ci andavo a piedi, ci voleva più di un’ora e sono arrivati i libri e il mio mondo è diventato più grande. Da quel piccolo paese di montagna ho cominciato a vedere l’universo sconfinato della letteratura e ho subito pensato che sarebbe stato bellissimo un giorno restituire questo regalo, cioè essere capace di raccontare storie in cambio di tutto quello che avevo ricevuto: allegria, incanto, paura. Poi, quando sono cresciuto, alcune persone, care, preziose, mi hanno aiutato. Hanno detto “dai, tu hai un piccolo talento per raccontare le storie, fallo, impegnati, riscrivi, sei capace!”. Ma c’è voluto molto tempo perché mi convincessi, ma una volta che ho cominciato non ho smesso più. E quando mi sembra di non avere più ispirazione ci sono dei posti magici dove le storie escono dalla terra, dai volti della gente, dai respiri, ti cercano. Come fai a non ascoltare?
(Stefano Benni, dal sito del film)

Critica (2):Raccontare Stefano Benni, in un documentario, significa fare un viaggio nella sua letteratura, nel suo teatro, nella sua musica. Significa anche fare un percorso di quarant’anni, attraverso l’Italia e le sue trasformazioni, che la sua penna ha saputo raccontare, con arguta maestria. Il mio interesse documentario si è concentrato nelle relazioni personali e nelle amicizie che lo scrittore ha instaurato in tanti anni, incontrando personaggi del mondo della letteratura e non solo. Raccontare la sua scrittura poliedrica attraverso la sua voce e quella dei suoi amici, è stata una sfida intrigante che mi ha permesso di avvicinarmi al suo mondo. La scelta di affiancare quattro episodi d’animazione realizzati da Luca Ralli, a integrazione con il cinema del reale, ha voluto completare il suo mondo immaginario che caratterizza la sua letteratura.
L’atto di filmare per raccontare Stefano Benni, è contribuire a un racconto immaginario, fatto di personaggi e storie, vere e fantastiche, ed entrare in questo mondo con la macchina da presa ha significato ritrovare quelle suggestioni che ho vissuto come lettrice dei suoi libri. La nostra amicizia è stata fondamentale per fare insieme questo viaggio e avere la sua fiducia mi ha permesso di raccontare la sua storia. Un processo fondamentale per potersi muovere con agilità e naturalezza alla presenza mia e della macchina da presa. Questo stato d’azione durante le riprese mi ha consentito di trovare la giusta distanza fra Stefano Benni e l’obiettivo, il luogo dove posizionare la camera e di come costruire l’inquadratura. Lo stile asciutto e realistico, con un’attenzione particolare al sonoro e alla voce dello scrittore che ci accompagna nel film, vuole evidenziare quel confine fra la parola scritta e letta, con una voce dal timbro inconfondibile. Le sequenze originali che formano il materiale di repertorio, sono utili e fondamentali per ricostruire alcuni passaggi della sua vita. I numerosi luoghi e le diverse situazioni nell’arco di alcuni mesi, mi hanno indotto a scegliere la strada della troupe ridotta e versatile, dove il mix di animazione, repertorio e materiale girato formano uno stile che può ricordare il collage.
Questo film nasce dopo altre collaborazioni con Stefano Benni, come il cortometraggio Baol e il dvd di Misterioso. La stima che ci lega mi hanno spinta a intraprendere questo documentario. Decisione avvenuta d’impulso, convinta che avrei trovato durante il viaggio altri fondamentali compagni, come i produttori, Sofia Cortellini Klein e Luigi Tortato, che hanno creduto nel progetto e nelle sue potenzialità.
(Enza Negroni, regista)

Critica (3):

Critica (4):
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