Una giornata decisiva
| | | | | | |
Regia: | Risi Dino |
|
Cast e credits: |
Soggetto: Ruggero Maccari, Ettore Scola, Dino Risi; sceneggiatura: Ruggero Maccari, Ettore Scola, Marcello Fondato; fotografia: (b/n) Ennio Guarnieri (op. Arturo Zavattini); scenografia: Giorgio Giovannini; costumi: Gaia Romanini; musica: Armando Trovajoli; montaggio: Roberto Cinquini; fonici: Fernanda Pescetelli; interpreti: Nino Manfredi (Guido Raganelli), Ilaria Occhini (Gabriella), Riccardo Garrone (Alvaro Morandini), Umberto D'Orsi (Ernesto), Leopoldo Valentini (Perelli), Donatella Della Nora; produzione: Gianni Hecht Lucari per Documento Film (Roma), SPCE (Parigi); organizzazione generale: Fausto Saraceni; distribuzione: Euro Intemational Film; origine: Italia, 1965; durata: 20'.
Gli altri episodi sono: Il complesso della schiava nubiana di Franco Rossi, Guglielmo il dentone di Luigi Filippo D'Amico. |
|
Trama: | Per Guido Ragnelli, timidissimo impiegato, la giornata decisiva è quella di una gita aziendale, nel corso della quale ha deciso di dichiarare il proprio amore a una bella collega, Gabriella. La ragazza che in effetti lo ricambia, fa di tutto per aiutarlo: ma Guido sbaglia il momento, si confonde, è subito sopraffatto dall'attuale amante della donna, un uomo sposato. Oltre a perdere la preziosa occasione, Guido si trova per di più alla mercè di un'altra impiegata, la più racchia del gruppo.
da Aldo Bernardini, Nino Manfredi Gremese 1979 |
|
Critica (1): | Una volta di più Risi domina l'insieme grazie ad uno sketch fondato non sulla risata, ma sulla commedia dolce-amara. [...] Per nulla imbarazzato dalla brevità del suo episodio, Risi mette in mostra tutta la sua arte,
un'arte della sintesi suggestiva, della gravità che fa irruzione nell'universo della commedia. Il suo sguardo mette a nudo la realtà quotidiana: il padrone paternalista, il direttore ossequioso, i colleghi meschini e piccolo-borghesi, la zitella nevrotica, la ragazza irresponsabile. Sono altrettanti ritratti di una acutezza terribile. Tutta la sottigliezza fra Risi e Manfredi è già contenuta in questo splendido cortometraggio.
Jean A. Gili, Ecran n. 19 nov. 1973 |
|
Critica (2): | Erano andati bene due o tre film a episodi e allora tutti facevano film a episodi. Specialmente il produttore Gianni Hecht Lucari, detto anche "sketch", che faceva il film a episodi uno dopo l'altro. Era una formula comoda per il produttore perché correva pochi rischi; il pubblico gradiva quel tipo di film, gli attori lo facevano volentieri perché guadagnavano molti soldi e lavoravano poco, e se c'era un episodio che zoppicava c'era quell'altro che rimetteva il film in equilibrio, se per caso un episodio non fosse andato bene si poteva anche sostituirlo, era un tipo di film studiato per fare il comodo di tutti. Il migliore tra i miei episodi era quello con Manfredi ne I Complessi. La storia di un timido innamorato di una bella ragazza, che non osava mai dichiararsi a lei, alla fine finiva nell'appartamento di una brutta che rompeva la sua timidezza e lo violentava psicologicamente.
Dino Risi, Positif n. 142 sett. 1972 |
|
Critica (3): | [...] Il film è scorrevole, divertente, vuoto come tante parti della produzione nazionale d'oggi. I tre casi sono barzellettine, e costruiti sempre sul facile rovesciamento della realtà. Perché i tre finali sono regolarmente deboli e lasciano insoddisfatti? Appunto perché non c'è molta sostanza nella tipologia e nella sceneggiatura. ll personaggio di Manfredi è il più comune, quello di Tognazzi il più sinistro, quello di Sordi il più provocatorio. I primi due attori ripetono - con fantasia il primo, e misura il secondo - prestazioni già note. [... ]
Ugo Casiraghi, L'Unità 18 sett. 1965 |
|
Critica (4): | |
| |
| |
|