Amico arabo (L')
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Regia: | Fornari Carmine |
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Cast e credits: |
Sceneggiatura: Carmine Fornari; fotografia: Vincenzo Marano; montaggio: Silvio Baglivo, Cinzia Brezza; musica: Antonio Aiozzi; interpreti: Luca Barbareschi (Ernesto), Hichem Rostom (Amumen), Johara (Numa); produzione: Aleph Film; distribuzione: Ind. reg.; origine: Italia, 1991; durata: 90'. |
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Trama: | Nel deserto tunisino, durante un viaggio, l'ingegnere italiano Ernesto ed il suo accompagnatore Amumen sono coinvolti in un incidente. Mentre, gravemente feriti, attendono l'arrivo dei soccorsi, Amumen racconta all'italiano la sua storia di principe di una tribù nomade innamorato di una donna, Numa, che proprio alla vigilia delle nozze muore perdendo anche quattro dita della mano. In base alla leggenda solo dopo aver ritrovato le dita disperse Numa può tornare in vita. Per questo Amumen vaga nel Sahra alla ricerca dell'ultimo dito della sua amata. Quando, per le ferite dell'incidente, Amumen muore, Ernesto decide di proseguire la sua missione. |
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Critica (1): | L'Occidente? ha il mal d'Africa, titolava qualche tempo fa "L'Unità", e non aveva torto. C'è come una vocazione del cinema italiano a cercare il sud del mondo, e il film di Carmine Fornari non ne è che l'ultimo esempio. Non è certo un film nordista, con quella sua Sicilia che sembra già un lembo d'Africa, Il ladro di bambini di Gianni Amelio. Al sud del mondo, Gabriele S alvatores ha dedicato il suo Oscar e la sua opera cinematografica degli ultimi anni, dal deserto di Marrakech Express al Messico di Puerto escondido; è andato in Kenia Marco Risi, convinto che solo lì si possano ritrovare le atmosfere di ingenua euforia e di avventura della commedia all'italiana. E così ecco Luca Barbareschi arrivare in Tunisia, con un gran barbone e un'aria sicuramente più simpatica che nei suoi ruoli da eterno yuppi misurato nei gesti, ma con ideali così piccoli. L'amico arabo, oltre che in Italia, è stato apprezzato anche in Tunisia, essendo frutto di una cooperazione italo-tunisina. "Di solito siamo visti come l'altro, come un popolo esotico, dai costumi strani, da studiare al microscopio", ha detto al termine della proiezione il direttore del Festival di Cartagine Ferid Boughedir. "Invece questo film rispetta la cultura in cui cerca di entrare." Ed è vero, è proprio il più milanese e anglofilo dei nostri attori si rivela adatto a penetrare quel mondo. È lui l'ex ingegnere italiano, razionale e cinico, che in viaggio verso l'aereoporto più vicino - mentre sta per andarsene da quel Paese che non sopporta più - farà sprofondare in una zona ignota del proprio destino. Uscirà dal viaggio dentro se stesso solamente anni dopo, totalmente diverso, arabo a metà, meno cinico e più saggio. Sono apprezzabili nel film, certi momenti di spleen notturno, la semplicità dei dialoghi con 1`amico arabo", interpretato dal franco-tunisino Hichem Rostom, il senso di una lontananza da casa, dall'Italia, dall'Occidente e dal nord, che si fa quasi dolce, di quella dolcezza che hanno, a volte, gli incontri casuali del viaggiatore. Quando si può parlare solo delle cose più fondamentali e più vere: il lavoro, l'amore, e magari certe piccole paure che non si sono dette a nessuno dentro un pullman perso in mezzo al deserto.
Lina Ades, Vivi Cinema N. 42/43 maggio-giugno 1992
CARMINE FORNARI
Nato a Bari nel 1951, ha studiato regia e produzione indipendente alla New York University. In seguito realizza video d'arte con artisti concettuali. Come regista televisivo ha realizzato in tutto il mondo servizi e speciali per la BBC e per la RAI, L'Amico arabo è il suo prinmo film di fiction |
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Critica (2): | |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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