Volto di un'altra (Il)
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Regia: | Corsicato Pappi |
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Cast e credits: |
Soggetto e sceneggiatura: Pappi Corsicato, Monica Rametta, Gianni Romoli; fotografia: Italo Petriccione; montaggio: Cristiano Travagliali; scenografia: Andrea Frisanti; costumi: Roberto Chiocchi; suono: Alessandro Rolla; interpreti: Laura Chiatti (Bella), Alessandro Preziosi (René), Lino Guanciale (Tru Tru), Iaia Forte (suora infermiera), Angela Goodwin (proprietaria negozio animali impagliati), Franco Giacobini (proprietario negozio animali impagliati), Fabrizio Contri (produttore televisivo), Giancarlo Cauteruccio, Arnaldo Ninchi, Paolo Graziosi, Elisa Di Eusanio; produzione: Tilde Corsi e Gianni Romoli per R&C Produzioni, in collaborazione con Rai Cinema; distribuzione: Officine Ubu; origine: Italia, 2011; durata: 84’. |
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Trama: | Bella, attraente e giovane donna, conduce un famoso programma televisivo sulla chirurgia estetica insieme a suo marito Renè, che invece è il medico che effettua le operazioni agli ospiti che intervengono all'interno del programma. Purtroppo, però, le cose non vanno come dovrebbero andare e Bella viene licenziata a causa di un calo di ascolti. Non può accettare che la sua carriera si interrompa in questa maniera; in preda alla disperazione lascia lo studio ma, sulla via di casa, rimane gravemente ferita in un incidente d'auto. Il suo volto è sfigurato, ma Bella decide di sfruttare la situazione per rilanciare la sua immagine: si fa ricostruire il volto dal marito proprio durante la diretta televisiva, nella speranza di riuscire ad attirare l'attenzione del pubblico. Ricoverata in una clinica tra le montagne incontaminate del Sud Tirolo, Bella attira così l'attenzione di molte persone che, curiose, si chiedono come sarà il suo nuovo volto... |
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Critica (1): | Ci sono molti motivi di interesse, di attualità e di sadomasochismo culturale e sociale nel Volto di un'altra, nuovo film di Pappi Corsicato, il nostro Almodóvar per cui si spendono ogni volta gli aggettivi obbligatori di camp, trash, kitsch, queer, pop. Tutti insieme appassionatamente questi sono i lati grotteschi e assurdi ma non troppo in cui si svolge il racconto di una diva tv in declino, star della chirurgia estetica, che approfitta di un incidente d'auto per ottenere un maxi risarcimento, un volto nuovo e molta pubblicità indotta, grazie al complice chirurgo estetico che la ricovera nella sua clinica vip nel sud colo presa d'assalto da famigliole curiose in camper e media dal gossip facile.
Smuovono le acque una suorina non disinteressata e Tru Tru, un idraulico con sogni di gloria montanari canori (e non solo). Che sia riflessione giocosa sul contemporaneo, come mente il regista, abbiamo dubbi: è un'amara presa di coscienza che non solo i nasi sono di plastica, ma anche morale e cervello, in un mondo dove conta soltanto l'apparire e non l'esserci. Corsicato, dopo l'ottimo Seme della discordia, offre qualche citazione alta (8 e mezzo), mescola ricordi di amati melò con Joan Crawford, critica dei media, thriller fasciati da mummie, commedie romantiche e orrori da casa del sorriso. Una poco sofisticata doccia di letame sarà catarsi finale alternando linguaggi, tenendo un elegante comun divisore nella cornice di design modaiolo glamour funny, chiedendo alla colonna sonora di influire su memorie ed emozioni. Centro di ogni bersaglio è la vita para televisiva che siamo costretti a subire, uno tsunami di superficialità che il film esemplifica senza sconti fin dall'inizio quando un water cade dal cielo come una cometa. Le star, Laura Chiatti e Alessandro Preziosi, sono belle, perfide e algide, riflettono una vita al silicone con gli amorali onori dei miti usa e getta, mentre i bravissimi comprimari latra Forte e Lino Guanciale sono in stato d'ironica grazia.
Maurizio Porro, Corriere della Sera, 11/4/2013 |
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Critica (2): | Sono passati vent'anni da quando i personaggi di Pappi Corsicato sono apparsi sullo schermo la prima volta. Era il festival di Berlino 1993, e tre donne interpretate da laia Forte apparivano in altrettanti episodi di Libera: storie trasgressive, colorate, in scenografie kitsch, tra il Centro Direzionale di Kenzo Tange e i vicoli, accompagnate dalle musiche di Sergio Bruni o di Khachaturian. Corsicato fu subito battezzato l'Almodovar napoletano, e in effetti aveva lavorato come assistente del regista madrileno, i cui echi erano visibili. Ma anche se quell'etichetta gli è rimasta addosso, c'era da subito dell'altro nel suo cinema. Oltre che nei lungometraggi successivi (I buchi neri, Chimera, Il seme della discordia) la vena di Corsicato si è manifestata in cortometraggi, videoclip, e in una serie di film su artisti contemporanei.
Il suo universo pop e camp, fatto di ironia paradossale e di trovate fulminanti, si ritrova anche in Il volto di un'altra, in conga allo scorso festival di Roma e in uscita l'1l aprile. Questo regista amante delle superfici e dei colori, si è scoperto sempre più un animo di moralista contnwoglia nel raccontare il mondo della chirurgia plastica a modo suo. E lo ha fatto con un cast di volti noti della nostra televisione. Laura Chiatti è Bella, diva di un reality show sulla chirurgia estetic,. e Alessandro Preziosi è suo marito René, dottore a capo della clinica-set, in gravi difficoltà economiche. Quando Bella ha un incidente d'auto, il marito coglie al volo l'occasione: lei dovrà fingersi sfigurata, anzi farsi sfigurare ad arte da lui, per incassare il premio dell'assicurazione. Intorno a questo filo narrativo ruotano monache armate di purghe, cori di ventriloqui alpini e un profluvio di citazioni. «L'idea di Il volto di un'altra» racconta Corsicato «risale a più di dieci anni fa, volevo raccontare il mondo della chirurgia estetica in maniera spiritosa, non moralistica. Poi questa prospettiva è cambiata, perché sono tornato a raccontare una cosa che mi interessa da sempre: il cambiamento. Mi piace raccontare cosa accade quando le persone scoprono qualcosa di sé attraverso un'esperienza sconvolgente, positiva e negativa che sia. È stato allora che la chirurgia è diventata una metafora». (…)
Emiliano Morreale, Il Venerdì di Repubblica, 29/3/2013 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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