Mr. Nice
| | | | | | |
Regia: | Rose Bernard |
|
Cast e credits: |
Soggetto: dal libro di Howard Marks; sceneggiatura: Bernard Rose; fotografia: Bernard Rose; montaggio: Bernard Rose, Teresa Font; musiche: Philip Glass; scenografia: Max Gottlieb; costumi: Caroline Harris; trucco: Steff Roeg; interpreti: Rhys Ifans (Howard Marks), Chloë Sevigny (Judy Marks), David Thewlis (Jim McCann), Luis Tosar (Craig Lovato), Crispin Glover (Ernie Combs), Omid Djalili (Saleem Malik), Christian McKay (Hamilton McMillan), Elsa Pataky (Ilze Kadegis), Jack Huston (Graham Plinston), Jamie Harris (Patrick Lane); produzione: Independent, Prescience, Kanzaman Productions; origine: Gran Bretagna-Spagna, 2010; durata: 121’. |
|
Trama: | Durante la metà degli anni 1980, Howard Marks aveva quarantatré alias, ottantanove linee telefoniche e venticinque compagnie commerciali in tutto il mondo. Bar, studi di registrazione, banche offshore: erano stati tutti veicoli per il riciclaggio di denaro che serviva alla sua attività principale: lo spaccio di droga. Marks aveva cominciato a spacciare durante il corso di filosofia post-laurea a Oxford, iniziando presto a spostare grandi quantità di hashish in Europa e in America nelle attrezzature delle bande rock in tour. La vita accademica cominciò dunque a perdere il suo fascino.
Al culmine della sua carriera, stava contrabbandando trenta tonnellate di partite tra il Pakistan e la Thailandia verso l’America e il Canada, mantenendo contatti con diverse organizzazioni come la CIA, MI6, l’IRA e la mafia. Dopo molti anni ed un’operazione a livello mondiale mondiale della Drug Enforcement Agency, fu arrestato e condannato a venticinque anni in una prigione federale negli Stati Uniti, nel penitenziario di Terre Haute, Indiana - unica prigione federale con la pena di morte. È stato rilasciato sulla parola, nell’aprile del 1995, dopo aver scontato sette anni di pena. |
|
Critica (1): | Quando è rilassato, il volto di Rhys Ifans sembra assestarsi naturalmente in un mezzo sorriso di insinuazione: un malizioso e allusivo "tu-sai-che-mi-vuoi ". È probabilmente del tutto appropriato per il suo ultimo ruolo - e in realtà, non sarebbe stata possibile alcuna altra scelta. Interpreta la parte di Howard Marks, il gallese educato ad Oxfotd che, in modo caotico e bizzarro, incappò nel progetto rischioso di importare hashish dal Pakistan al Regno Unito nei primi anni '70, ai tempi in cui questo mercato lucroso e inesplorato era ancora aperto a gentlemen dilettanti. Il film è basato sugli incredibili racconti della biografia di Marks del 1996 Mr Nice. Questo titolo, proveniente da un alias che una volta aveva assunto, ci invita allegramente a prendere sul serio l'idea che egli è, infatti, Mr Nice, che le droghe che stava importando erano quelle belle, leggere, quelle della cultura hippy – ben diverse dalle sostanze più dure – e che personalmente non aveva mai fatto niente di malvagio, il che fa di lui, in verità,uno spacciatore di droga molto raro. (Non posso mai fare a meno di vedere Mr Nice in libreria senza pensare a una frase dal film di Doug Liman del 1999 Go, in cui un personaggio sente descrivere una possibile fonte di droghe come un "bravo ragazzo" e risponde con sarcasmo: "Oh, è il bravo spacciatore di droga! ")
Bernard Rose, che ha realizzato una brillante versione moderna di Tolstoj con Ivan’s XTC e The Kreutzer Sonata, crea una storia fluida e piacevole da guardare, in cui questo adorabile mascalzone è inserito digitalmente in clip d'epoca degli anni '60 e '70 a Oxford, Londra, Kabul e Karachi. Marks comincia ad avere a che fare con la droga all'università e da uno dei suoi compagni di spaccio gli viene chiesto di guidare una Mercedes imbottita di droga dalla Germania alla Gran Bretagna. Ben presto scopre che si fanno molti più soldi in questo modo che con l’ insegnamento e, attraverso un amico, giornalista radical-hippy, ottiene un contatto fondamentale in Jim McCann (David Thewlis), un uomo dell'IRA, che gli permette di utilizzare la rete dei Provos per importare la droga. Chloë Sevigny interpreta sua moglie Judy – non si tratta di un ruolo particolarmente interessante – e Marks scopre inoltre che un vecchio contemporaneo di Oxford, interpretato da Christian McKay, cerca di reclutarlo nel MI6, e si offre di dargli una mano in cambio di informazioni. (Questa scena del reclutamento, con il numero di telefono ufficiale discretamente e ambiguamente scarabocchiato su un sottobicchiere, è stranamente simile a quella del film del 1989 di Michael Caton-Jones Scandal, in cui uno Stephen Ward dagli occhi sgranati è indotto a spiare le malefatte dei politici in camera da letto). Tutto questo ha un anello di verità più inquietante della fiction, e, malgrado l’origine gallese del nostro antieroe, si tratta di un autentico racconto inglese di un maldestro impero della droga costruito quasi per caso. Bisogna prenderlo con un pizzico di sale: ma è divertente
Peter Bredshaw, The Guardian, 7/10/2010 (traduzione dall'inglese) |
|
Critica (2): | |
|
Critica (3): | |
|
Critica (4): | |
| |
| |
|