Cacciatore di teste - Couperet (Le)
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Regia: | Costa-Gavras Constantin |
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Cast e credits: |
Soggetto: tratto dal romanzo "The Ax" di Donald Westlake; sceneggiatura: Constantin Costa-Gavras, Jean-Claude Grumberg; fotografia: Patrick Blossier; musiche: Armand Amar; montaggio: Yannick Kergoat; scenografia: Laurent Deroo; effetti: L'e.S.T.; costumi: Laurence Marechal; interpreti: Jose' Garcia (Bruno Davert), Karin Viard (Marlene Davert), Ulrich Tukur (Gerard Hutchinson), Olivier Gourmet (Raymond Machefer), Yvon Back (Etienne Barnet), Christa Theret (Betty Davert), Michele Berrebi (Procuratore), Robert Borremans (Ispettore Otto Zirner), Christophe Brault (giornalista Tv), Laurence Bremont (automobilista), Eric Bronchart (ispettore in borghese), Michel Carcan (Rolf Kranz), Marie-Pierre Chaix (Sig.Ra Ringer), Serge Devos (ispettore in borghese); produzione: Michele Ray-Gavras, Jose Maria Morales, Jean-Pierre e Luc Dardenne per Kg Productions - France 2 Cinema - Studiocanal - Les Films Du Fleuve - Rtbf, Scope Invest - Wanda Vision S.A. - Canal+ - Eurimages - Wallimage; distribuzione: Fandango; origine: Belgio - Francia - Spagna, 2005; durata: 122' |
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Trama: | Bruno Davert è un dirigente della cartiera dove lavora da quindici anni. Benché sia un lavoratore serio e coscienzioso, un giorno viene licenziato insieme a un centinaio di colleghi a causa di una ridistribuzione economica. Convinto di essere ancora giovane e di avere competenze soddisfacenti, pensa di poter trovare in breve tempo un altro lavoro simile a quello perduto. Tre anni dopo, essendo ancora disoccupato, Bruno è angosciato perché non trova il modo di continuare a garantire un livello di vita soddisfacente per la sua famiglia. Disperato, decide di andare armato all'assalto dell'Arcadia Corporation per ottenere quello che desidera: un lavoro che gli si addica, per poter garantire un futuro ai suoi figli e ritrovare la serenità perduta con sua moglie... |
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Critica (1): | L'espressione è da vecchio conflitto sindacale, ma conserva un' efficacia un po' agghiacciante: "È calata la mannaia dei licenziamenti". Mannaia in francese si dice "couperet" e, in quella terra di ex ghigliottinatori, la metafora diventa più inquietante. Ci avrà quindi pensato bene, Costantin Costa Gavras, quando ha intitolato il suo ultimo film proprio Le couperet (per ora è uscito solo in Francia, ma è stato questa estate al festival di Taormina). Costa Gavras se la prende con la ferocia delle ristrutturazioni aziendali, quelle che, per rilanciare le imprese in difficoltà, falciano a tappeto centinaia di posti di lavoro dimenticando, in base ai principi dell' efficienza e dell' efficacia, che dietro a un ruolo, a un impiego che salta, c' è una persona con problemi famigliari. Il tema, di per sé, è abusato, dopo il clamore dissacrante di Full Monty o la filmografia sociale di Ken Loach. Ma il vecchio Costa Gavras si inventa una zampata da maestro, trasformando il problema della ricollocazione di un lavoratore licenziato in un thriller sociologico. Perché, quando si possiedono competenze ancora spendibili sul mercato, le "ottime skill" come si dice oggi, il vero problema di chi ha perso l' impiego e ne cerca uno nuovo diventano i concorrenti, magari con qualche skill in più che potrebbe renderli più appetibili per un'assunzione. E allora, come fare per vincere e ottenere un nuovo posto? Gli specialisti dell'outplacement consigliano corsi di formazione, consulenza di carriera e quant'altro, visto che i concorrenti a un posto di lavoro "mica si possono ammazzare". O no? È proprio a questa domanda paradossale che Costa Gavras risponde provocatoriamente: "Perché no?". Se la regola della mannaia viene applicata ai grandi numeri, perché non riadattarla ai casi singoli? La storia di Le couperet si muove sul crinale del grottesco. Bruno Davert ha compiuto 40 anni e fa il dirigente in una fabbrica in cui lavora da 15 anni e dalla quale non si aspetta certo di essere messo fuori. Cosa che invece puntualmente avviene quando l' azienda decide di delocalizzare e, quindi, di licenziare in massa, Bruno compreso. Il quale tuttavia non si preoccupa visto che è ancora giovane ed ha buone skill. Dopo tre anni è però ancora disoccupato e sempre più disperato. Si candida per un posto in una cartiera multinazionale, ma altri manager potrebbero soffiargli l'opportunità. Così, con un espediente, riesce a procurarsi i curricula dei concorrenti e ogni informazione e ... semplicemente si mette ad organizzare l'omicidio di ciascuno di loro, fino a conquistare l' ambito posto di lavoro. Il protagonista di Costa Gavras perde ogni moralità per non rinunciare "alla faccia" e al tenore di vita. Una metafora estrema del mondo aziendalizzato che fa sorridere, spaventare e anche preoccupare. (...) Presentato la scorsa estate al Festival di Taormina, l' ultimo film di Costa Gavras affronta in chiave grottesca il tema dei costi sociali delle ristrutturazioni aziendali. La strada, ragiona il protagonista, è farli fuori tutti.
Enzo Riboni, Il Corriere della Sera, 14/10/2005 |
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| Constantin Costa-Gavras |
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