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Blind Husbands - Blind Husbands


Regia:Von Stroheim Erich

Cast e credits:
Sceneggiatura e scenografia: Erich Von Stroheim; soggetto: dal dramma "The Pinacle" di E. Von Stroheim; fotografia: Ben Reynolds; interpreti: Erich Von Stroheim (ten. Erich von Steuben), Gibson Gowland (Sepp), Sani de Grasse (dott Armstrong), Francilla Billington (Margaret Armstrong), Fay Holderness (la cameriera), Valerie Germonprez, Jack Perin, Euby Kendrick, Richard Cummings; produzione: Carl Laemmle per la Universal; distribuzione: Cineteca Nazionale;origine: USA, 1919; durata: 90'.

Trama:Legge della montagna (La) o Mariti ciechi
Fatale triangolo amoroso ambientato nell'alta società europea in cui il tenente austriaco von Steuben cerca di sedurre Margaret, la bella moglie del dottor Robert Armstrong, un americano cui sembrano interessare solo le scalate in montagna. La cima di una vetta sarà testimone del duro confronto tra i due uomini.

Critica (1):L'americano dottor Armstrong e la moglie Margaret giungono alla pensione di Monte Cristallo, dove sono attesi dalla guida alpina Sepp. I1 tenente austriaco von Steuben }è ospite dello stesso hotel e, poiché il dottore sembra interessato solo alle prossime scalate, comincia a circondare di galanterie Margaret, facendole una corte che diventa esplicita durante la festa notturna della Trasfigurazione. Contemporaneamente Steuben corteggia anche la cameriera, cui propina le stesse romanticherie. La signora Armstrong, sentendosi trascurata dal marito accetta le attenzioni dell'ufficiale, ma l'adulterio non viene consumato soprattutto per la sorveglianza di Sepp e del suo cane: in due occasioni essi sostano sul pianerottolo e impediscono a Steuben di raggiungere Margaret nella sua camera. Scoperta finalmente la tresca, il dottore conduce il rivale, che è scalatore molto mediocre, nella difficile ascensione del Pinnacolo e, giunti sull'angusto pianoro della vetta, gli chiede ragione del suo operato. Steuben cerca di giustificarsi e come prova esibisce una lettera di Margaret, che però gli vola via di mano prima di essere letta da Armstrong. Questi lascia Steuben sulla vetta; allorchè in basso trova la lettera (la donna scrive al corteggiatore che tra loro non potrà mai esserci alcun rapporto in quanto lei ama il marito), organizza una spedizione per andare a salvare il rivale. Ma questi, terrorizzato e come perseguitato dall'ombra nera di un uccello, è precipitato giù dal pianoro. I due sposi si riconciliano e ripartono, salutati da Sepp. Sul traliccio di un abusato intrico melodrammatico si innesta una rappresentazione - svolta con sconcertante realismo psicologico - dell'attrazione sessuale colta in alcune sue componenti. II feticismo (le scarpe e gli indumenti di Margaret), l'inibizione (i vari simboli religiosi), il desiderio frustrato (l'adulterio continuamente impedito): Stroheim, al suo esordio nella regia, oltre a perfezionare il personaggio già abbozzato come attore (il seduttore cinico e impotente cui la divisa da ufficiale fornisce una seconda pelle), pone in campo le ossessioni che percorrono tutta la sua opera (dal rapporto America- Europa ad aspetti ridicoli e repulsivi dell'erotismo). La collocazione geografica dell'azione giustifica il ricorso a mezzi espressivi propri della cultura europea e che verranno largamente usati dal cinema tedesco: dal modulo del film di montagna all'uso di specchi ed ombre per proiettare realtà psichiche; dal simbolismo degli oggetti (i crocifissi, la sigaretta, il monocolo) al raddoppiamento metaforico (Sepp e il suo cane, la corte parallela a Margaret e alla cameriera).
Ermanno Comuzio, in Dizionario universale del cinema

Critica (2):Già noto come attore, Stroheim non sarebbe passata alla regia senza l'incontro con Carl Laemmle, direttore dell'Universal. Laemmle era nato in Germania nel 1867, ed era emigrato negli Stati Uniti a diciassette anni. Nel 1906, era proprietario d'una ca
tena di nickelodeons, e tre anni dopo allargava il giro dei suoi interessi alla distribuzione e alla produzione. Fondò l'IMP (Indipendent Motion Picture) e, nel 1912, l'Universal, facendo esordire Stroheim e John Ford, chiamando negli Stati Uniti Dupont e Paul Leni, gettando, con una serie di trovate geniali le basi dello starsystem hollywoodiano. In Laemmle, Stroheim trovò dapprima un alleato, l'uomo che gli diede fiducia contemporaneamente come soggettista, come attore e come regista. Prima che i loro rapporti in qualche modo si deteriorassero, l'esordio era un fatto compiuto e, cosa importante (trattandosi di Stroheim), il film era uscito come Stroheim lo voleva, e così come oggi noi possiamo vederlo. Non c'è da meravigliarsi dunque, se Blind Husbands risulta oggi uno dei migliori film di Stroheim, o almeno, uno dei migliori tra quanti ci sono pervenuti e date le condizioni in cui ci sono pervenuti. Compatto e coerente, offre quell'impressione di completezza che gli altri film non possono più dare, non per colpa di Stroheim. Al tempo stesso, possiamo misurare in tutta la sua profondità l'abisso che separa questo film, che pure il tempo ha reso "classico", dalla contemporanea produzione, media, alta o anche eccellente, che questo stesso concetto di classicità hollywoodiana aveva contribuito a formare.
Alessandro Cappabianco, Von Stroheim, il castoro cinema

Critica (3):

Critica (4):
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