Piccole meraviglie - Small Wonders
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Regia: | Miller Lana, Miller Allen |
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Cast e credits: |
Soggetto: Shi Xiangsheng; sceneggiatura: Shi Xiangsheng; fotografia: Hou Yong; musiche: San Bao; montaggio: Zhai Ru; scenografia: Cao Jiuping; interpreti: Wei Minzhi, Zhang Huike, Gao Enman, Sun Zhimei; produzione: Guangxi Film Studios, Bejing New Picture Distribution Company, Film Productions Asia Mikado Film; distribuzione: Istituto Luce; origine: Cina, 1999; durata: 106’. |
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Trama: | A New York, Roberta Guaspari-Tzavaras ha una forte passione per l’insegnamento, in particolare per la musica. Si trasferisce nella zona di East Harlem e qui incomincia ad insegnare violino in tre scuole pubbliche. Tutto procede bene, quando il consiglio delle scuole americane, a causa di pesanti tagli al bilancio, si vede costretto ad eliminare il suo posto. Ma Roberta non si dà per vinta, crea una organizzazione per finanziare il suo programma di violino ed ottiene il consenso delle famiglie. Roberta si impegna in prima persona, tiene lezioni, dirige le prove, prepara diversi concerti all’anno, tra cui un recital per la comunità del quartiere, infine riesce a programmare una serata alla Carnegie Hall, alla quale partecipano violinisti famosi come Isaac Stern. La sua inesauribile energia, il senso della disciplina e del lavoro suscitano rispetto e stima in tutti gli allievi e negli altri colleghi. |
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Critica (1): | Documentario sull’insegnamento della musica, del violino, di Roberta Guaspari ai suoi alunni delle varie classi nei quartieri poveri dell’East Harlem, a New York. Come la perseveranza e le indubbie capacità didattiche dell’insegnante riescono ad aver ragione della burocrazia che voleva tagliarle il programma. Un film che si segue con piacere, certamente ottimista, e con al suo centro due ragioni che lo valgono direi necessariamente: dei bambini che crescono e la musica. Le difficoltà si superano con l’entusiasmo e la severa disciplina che la Guaspari sa trasmettere ai bambini, in un leggero crescendo, si sorvolano musicando e danzando. L’anno termina con l’esibizione alla Carnegie Hall, un piccolo trionfo, e giustamente poi il film finisce. Tanto piacevole quanto, però, un po’ troppo “aereo”.
Alfonso Iuliano, Tempi moderni |
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Critica (2): | Small Wonders, ovvero Piccole Meraviglie: chissà se il regista abbia voluto riferirsi a ciò che ognuno di noi pensa quando vede piccolissimi bambini suonare uno strumento apparentemente così difficile come il violino; o se, invece, abbia voluto così definire quelle piccole rivoluzioni, quei fatti eccezionali che accadono ogni tanto in un posto qualsiasi del mondo, magari in un quartiere come quello di East Harlem di una grande città come New York, al di fuori della quale a pochi ne arriverebbe notizia se non fosse per merito di un film-documentario come questo.
L’artefice di questo fatto eccezionale è Roberta Guaspari-Tzavaras, un insegnante di violino che porta avanti dal 1980 un programma di insegnamento di violino alla scuola pubblica, nonostante abbia incontrato difficoltà dal 1991 quando, a causa di ingenti tagli di bilanci nel sistema scolastico, sembrava costretta ad abbandonare il suo posto. Attraverso organizzazioni senza scopo di lucro e con la collaborazione di celebri violinisti come Isaac Stern e Itzhak Perlman riesce tutt’oggi a finanziare il suo programma, talmente popolare che, ogni anno, viene organizzata una lotteria per selezionare i 150 bambini che vi parteciperanno. Il film, co-prodotto da Susan Kaplan e Walter Scheuer, importante filantropo del mondo della musica e membro del consiglio di amministrazione della Carnegie Hall, e diretto da Allan Miller, anch’esso musicista e direttore d’orchestra, è una sorta di denuncia e promozione insieme, ed ha il preciso scopo di pubblicizzare un’iniziativa che avrebbe bisogno, non solo di sopravvivere, ma di essere incrementata. La struttura del film è quella di un documentario-intervista, in cui si alternano scene di vita quotidiana di Roberta, da quando mette per la prima volta un violino nelle mani di nuovi allievi, insegnando loro come va tenuto, a quando ha la soddisfazione di far partecipare i migliori ad un concerto alla Carnegie Hall insieme a musicisti famosi. Roberta non viene pagata per il suo lavoro alla scuola pubblica, e così tiene anche lezioni private; la si vede poi, la sera, concertare a casa con i suoi figli, sempre col medesimo entusiasmo. In lei c’è la passione, la determinazione, l’assoluta convinzione in ciò che sta facendo; è lei stessa a dichiarare in un’intervista che, se da piccola non avesse potuto beneficiare di lezioni alla scuola pubblica, non avrebbe mai imparato a suonare il vio-lino. E, osservando alcuni momenti ripresi durante le sue lezioni, si intuisce che, attraverso di esse, i bambini non imparano solo a suonare uno strumento, ma a sviluppare doti che saranno sempre utili nella loro vita, come l’autodisciplina e la perseveranza. Roberta non è un insegnante indulgente, ma ha un tale fascino, un tale entusiasmo da suscitare nei bambini il desiderio di riuscire.
In un quartiere disagiato come quello di East Harlem, dove spesso la scuola non è sufficiente a lasciare un’impronta positiva nei bambini, tutto questo costituisce per loro una opportunità in più; in realtà può essere un esempio valido nei paesi di tutto il mondo, poichè la scuola pubblica, spesso, si limita a programmi rigidi e formali e poco spazio viene dato alle materie artistiche in generale, lasciando così i bambini privi di uno strumento prezioso che permetterebbe loro di esprimersi per tutta la vita.
Emily Fox, revisioncinema.com, 1997 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
| Lana Miller |
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