Visioni private
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Regia: | Bruschetta Ninni, Calogero Francesco, Ranvaud Donald |
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Cast e credits: |
Sceneggiatura: Ninni Bruschetta, Francesco Calogero, Donald Ranvaud; fotografia: Angelo Strano; musica: Giovanni Renzo; suono: Gigi Spedale; montaggio: Davide Azzigna; interpreti: Jessica Forde (Virginia De Winter), Patrick Bauchau (Boris Devereaux), Ninni Bruschetta (Carlo, Antonio Caldarella (Ettore), Antonio Alveario (Gianfranco), Donald Ranvaud (Donald) Maurizio Puglisi (Pino), Peter Berling (Petronious), Nathalie Roche (Nathalie), Tatti Sanguineti (Cordiè), Lella Costa (Annamaria), Giovanni Moschella (Piperni), Francesca Tardella (Simonetta), Alberto Artese (un proiezionista di Bologna), Maurizio Marchetta, Roberto De Francesco, Sandro Anastasi, Mario Venuti, Francesco Calogero e con la partecipazione straordinaria di Cyd Charisse, Mohammed Lakhdar Hamina, Chris Sievernich, Boh Swaim; produzione: Nutrimenti Terrestri (in collaborazione con RAI TRE); distribuzione: Biograph; durata: 110'; anno: 1989. |
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Trama: | Una troupe sta girando un film tratto dal Faust di Goethe. Tra gli attori si chiacchiera del caso di Virginia De Winter, che ha lasciato il set per correre in Italia, ad un festival cinematografico, sulle tracce del losco produttore Petronius, che le ha promesso un ruolo importante. Al festival non tutte le cose vanno per il meglio. Il direttore è in crisi per i ritardi nell'organizzazione. Il suo assistente Gianfranco assume Carlo ed Ettore, camerieri in un bar, allettandoli con il miraggio del cinema. Il frenetico factotum Donald conduce le conferenze stampa e sconvolge l'ordine delle proieizoni, alle quali assiste uno sparuto gruppo di critici. La situazione sembra precipitare quando Virginia scopre che la parte è andata ad un'altra, Petronius viene trovato morto nella piscina e Boris, fidanzato di Virginia accorso in suo aiuto, sospetta che lei possa essere l'omicida. Anche il festival volge al termine. Tutti ritornano alle loro occupazioni abituali, salvo Ettore, deciso a partire per Parigi alla ricerca di Virginia di cui si è innamorato. Al tavolo di un bar, i critici discutono del prossimo festival, dei problemi di accredito e di possibili nuove avventure. |
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Critica (1): | Il festival ride dei festival, il cinema prende in giro il mondo del cinema, i giovani registi sfottono se stessi: Visioni private di Ninni, Bruschetta, Francesco Calogero e Donai Ranvaud (27, 32, 36 anni), cortometraggio divenuto nel suo farsi un film in 16 millimetri, 8 un divertimento, lieve, comico, sul Festival di Taormina 1988, sui suoi organizzatori e retroscena, sui suoi frequentatori più o meno famosi (Cyd Charisse e il direttore artistico Sandro Anastasi, Bob Swaim e Tatti Sanguineti, il produttore tedesco Chris Sievernich). curioso, già Fellini aveva pensato a un film sul festival di Cannes, qualche tempo fa Giannarelli ha girato un film ambientato al festival di Locarno, adesso Lizzani sta scrivendo un film sull'ultimo giorno del direttore e della giuria d'un festival internazionale che pare la Mostra di Venezia: solipsismo, ripiegamento del cinema su se stesso, automicrostoria?
Il filo narrativo di Visioni private (una giovane attrice bella in cerca d'una parte, un abietto produttore che pare assassinato ma è soltanto caduto in piscina ubriaco e annegato, due ragazzi camerieri promossi organizzatori del festival, un amante geloso che sopravviene, un innamorato che parte alla fine per Parigi incontro all'amore) è quasi pretesto. Con leggerezza, senza impegnarsi ad analizzare scopi, assessori, fondi, scelte o volgarità, gli autori raccontano umoristicamente l'ambiente-isola del festival coi suoi personaggi-macchietta: il giovane regista sproporzionato ("Noi siamo gli artefici d'un equilibrio premeditato") critici dormienti nel buio della sala e avidi di sempre nuovi viaggi-festival, la giornalista affamata d'amore e discoteca, la piccola attrice divisticamente esigente, il deserto alla proieizone del film malgascio, le conferenze-stampa caotiche, le traduzioni simultanee dementi, il calendario dei film perpetuamente sconvolto. Motti sempre traditi dall'organizzazione del festival: "Evitiamo i disastri", "Badiamo alle sfumature", mentre l'ambizione d'efficienza produce sistematicamente marasma. A ricordare la vera bellezza del cinema, e magari con esercizio autoironico, stanno alcune citazioni nel meraviglioso bianco e nero di Veronica Voss di Fassbinder; gli interpreti sono Jessica Forde, Patrick Bauchau, Antonio Caldarella, Antonio Alveario, Peter Berling e i tre registi stessi. Presentando Visioni private agli spettatori di Cinema Giovani, Francesco Calogero ha ricordato con gratitudine e rimpianto Stefano Reggiani, che per il suo primo film La gentilezza del tocco scrisse: «La recensione più bella, e più utile a un regista giovane».
Lietta Tornabuoni, La Stampa, 19/11/1989 |
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Critica (2): | |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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