Uranus - Uranus
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Regia: | Berri Claude |
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Cast e credits: |
Sceneggiatura: Claude Beni, Arlette langmann dall'omonimo romanzo di Marcel Aumé; fotografia: Renato Berta; montaggio: Herve de Luze; interpreti: Gérard Depardieu (Leopold), Philippe Noiret (Watrin), Jean Pierre Marielle (Archambaud), Michel Blanc (Geigneux), Michel Galabru (Monglat), Gerard Desarthe (Maxine Loin); produzione: Claude Beni per rennProds/Films A2-DD Prods; distribuzione: Mikado; origine: Francia, 1991; durata: 99'. |
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Trama: | Durante la primavera del '45, in una piccola città della provincia francese, l'ingegnere Archambaud ospita a casa sua dei senzatetto cui i bombardamenti hanno tolto tutto. C'è il comunista Gaigneux con la famiglia, c'è Watrin, che sotto le bombe ha perduto anche la moglie. L'ingegnere vive nella prudenza e nella circospezione, mentre Gaigneux si impegna politicamente in vista delle prossime elezioni; Watrin, dal canto suo, ha trovato nella tragedia una sorta di beata serenità. Gli equilibri precari della casa si spezzano quando l'ingegnere vi nasconde un collaborazionista ricercato in tutta la città. |
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Critica (1): | Primavera 1945. La Francia è in festa perché la guerra e l'odiosa occupazione sono finite, ma non sono finite le tensioni fratricide tra i francesi, non sono finite le accuse di collaborazionismo, la paura di violente esecuzioni sommarie, le ipocrisie, le meschinità, le paure da borghesi piccoli piccoli. Su questo tema, sull'umana impossibilità di essere tutti eroi, Marcel Aymé scrisse nel 1940 un romanzo Uranus che provocò molte polemiche. Altrettante ne ha provocate il film che dal romanzo ha tratto Claude Berri, produttore-regista-attore, un vero deus ex machina tuttofare del cinema francese. Quando è uscito, circa due anni fa, in Francia, Uranus ha riaperto quelle ferite dimenticate e acceso le discussioni in tivù e sulle pagine dei giornali. Presentato al festival di Berlino nel 1991 ha invece ricevuto una accoglienza tiepida, genere senza infamia e senza lode. Peccato, perché è un film che avrebbe meritato maggiore attenzione, anche da parte del pubblico tedesco che sul tema della "storia negata" e delle rimozioni collettive dovrebbe essere molto sensibile ma la disattenzione con cui gli spettatori hanno reagito al film (e anche il lungo tempo che c'è voluto perchè Uranus venisse distribuito in Italia) sono significativi, ne rivelano la debolezza. Il film è troppo francese, troppo interno alla vicenda storico-locale, non riesce a fare il salto di qualità e a raccontare personaggi universali. Modelli irraggiungibili sui piccoli orrori della provincia francese restano Lucien Lacombe di Malle e Il corvo di Cluzot. Così nonostante l'aiuto di attori straordinari (Michel Blanc, Gérard Depardieu, Philippe Noiret, imperdibile trio di talento alla francese), Uranus non decolla. Restano memorabili, appunto le interpretazioni. Michel Blanc è il comunista tutto d'un pezzo, ma pieno di malinconia. Noiret non sta da nessuna parte; è solo pessimista; per lui ogni orrore si equivale. Su tutti brilla Depardieu, un po' gigione, ma irresistibile. Interpreta un oste ubriacone, autocita il suo Cyrano parlando in rima e finirà con l'essere la vittima, capro espiatorio di questa provincia bastarda e cattiva.
Paola Jacobbi, Vivi il cinema n. 42-43 maggio-giugno 1992
Claude Berri (il vero nome è Claude Langmann) è nato a Parigi nel 1934. Attore produttore e regista è uno dei nomi di spicco del cinema francese. tra i suoi ultimi film da regista i due film in costume Jean de Florette e Manon des Sources. Come attore ha lavorato per moltissimi registi di nome: da Claude Autant-Lara a Jean Renoir a Claude Chabrol. Recentemente ha prodotto L'amante di Jean-Jacques Annaud. Sta lavorando, sempre come produttore, alla riduzione cinematografica di Germinale da Zola che avrà per interprete Gérard Depardieu. |
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Critica (2): | |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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