Carracci - La rivoluzione silenziosa
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Regia: | Giapponesi Giulia |
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Cast e credits: |
Sceneggiatura: Giulia Giapponesi, Marco Riccòmini; fotografia: Salvo Lucchese; montaggio: Paolo Marzoni, Giulia Giapponesi; musica: The Trouble Notes; interpreti: Marco Riccòmini, The Trouble Notes, Catherine Loisel, Jacqueline Thalman, Keith Christiansen, Francis Russel, Eugenio Riccòmini, David Ekserdjian, Nancy Edwards, Massimo Pulini, Aidan Weston-Lewis, Silvia Evangelisti, Leonardo Piccinini; produzione: Codalunga; origine: Italia, 2019; durata: 57'. |
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Trama: | Il film, costruito come un road-mentary, ricerca i luoghi dove i Carracci o le loro opere sono approdati. In un susseguirsi di incontri in caffè, librerie, musei, palazzi e strade, parte dai quattro angoli del mondo occidentale per convergere su Bologna, dove i tre Carracci hanno lavorato insieme, nella seconda metà del Cinquecento, in particolare a Palazzo Magnani e Palazzo Fava.
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Critica (1): | Sovversivi ma disciplinati, tradizionali ma dissacratori: i Carracci - i fratelli Agostino e Annibale e il loro cugino Ludovico, vissuti tra Cinquecento e Seicento - hanno rivoluzionato il modo di fare pittura cambiando per sempre il corso della storia dell'arte moderna. Il film narra l'essenza dell'arte dei Carracci, le dinamiche del lavoro di gruppo - i Carracci sono il primo collettivo artistico della storia - e l'eredità lasciata dalle opere che i tre artisti hanno prodotto. I Carracci erano più che semplici pittori. A Bologna fondarono l'Accademia degli Incamminati, una vera e propria scuola di arte e di vita, dove gli allievi imparavano a concentrarsi sulla riproduzione del reale anziché del verosimile: abbandonando cioè lo stile codificato della maniera e insegnando ai giovani artisti a istruire la mano e la mente. Marco Riccòmini, art advisor di fama internazionale, si muove alla ricerca della chiave per comprendere le vite, le opere e la magia dei tre artisti. Nel suo viaggio costruito come un vero e proprio road-mentary, accompagnato dalle parole di Felsina Pittrice, Vite de' pittori bolognesi, scritto da Carlo Cesare Malvasia nel 1678, Riccòmini ricerca i luoghi dove i Carracci o le loro opere sono approdati. Così la storia si svolge, come una caccia al tesoro, nei grandi musei del mondo, alla ricerca di opere come la Piccola Macelleria al Kimbell Museum di Fort Worth (Texas) e la Grande Macelleria alla Christ Church Gallery di Oxford che assieme al Mangiafagioli (Roma, Galleria Colonna) sono considerate pietre miliari della storia dell'arte e testimoniano fin da subito, in maniera rivoluzionaria, la perizia e il coraggio della pittura dal vero. Il confronto con gli straordinari affreschi di Palazzo Fava e Palazzo Magnani a Bologna è punto di passaggio obbligato che testimonia non solo la ricerca del reale, ma la capacità dei tre artisti di essere complementari nell'esecuzione, e allo stesso tempo differenti per temperamento e talento. Durante il viaggio Marco tesse le fila di una ricerca mai fatta prima d'ora, incontrando studiosi, curatori d'arte, direttori di musei, e perfino comuni turisti in contemplazione delle opere dei Carracci. New York, Londra, Parigi sono solo alcune delle tappe dove vengono raccontati frammenti delle vite dei tre pittori, dalle personalità apparentemente tranquille ma animate da un temperamento libero e anticonvenzionale, che hanno conquistato la vetta del loro mondo e cambiato radicalmente il modo di fare pittura. Giulia Giapponesi racconta le vicende dei tre pittori seguendo Marco Riccòmini da un capo all'altro del mondo, in un viaggio fatto di incontri speciali, di scoperte, e soprattutto di sguardo. Uno sguardo che desta meraviglia in tutti: appassionati d'arte, addetti ai lavori e comuni osservatori. |
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Critica (2): | |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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