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Domenica


Regia:Labate Wilma

Cast e credits:
Sceneggiatura
: Sandro Petraglia, Bruno De Roberti dal romanzo Ronda del Guinardo di Juan Marsè; fotografia: Alessandro Pesci; montaggio: Enzo Meniconi; scenografia: Marta Maffucci; costumi: Metella Raboni; musica: Paolino dalla Porta; suono: Bruno Pupparo; interpreti: Domenica Giuliano, Claudio Amendola, Annabella Sciorra, Beppe Servillo, Rosalinda Celentano, Valerio Binasco; produttore: Gianluca Arcopinto; produzione: Sidecar Film e TV, Rai Cinema; distribuzione: Mikado; origine: Italia, 2001; durata: 95'.

Trama:E’ l’ultimo giorno di lavoro per l'ispettore della polizia Sciarra, ma il suo commissario gli chiede di svolgere un ultimo incarico: condurre una ragazzina di 14 anni di nome Domenica all’obitorio per riconoscere un cadavere. Ma quello è il cadavere dell'uomo che si è suicidato dopo essere stato arrestato per aver violentato Domenica. Inizia così un viaggio lungo un’intera giornata nella città di Napoli di una ragazzina già provata dal dolore, ma ancora ricca dei sogni dell'infanzia e di un uomo che ha lasciato il suo lavoro perché una grave malattia gli lascia ormai poco da vivere.

Critica (1):Unità di tempo e di spazio: così dettava Aristotele e così gira Wilma Labate, quattro anni dopo i successi di La mia generazione. Ancora un ritratto contemporaneo, ancora una storia forte, pòrta con pudore, all’insegna di una sottrazione che presuppone infinita presenza.
Domenica è uno di quei film che ti cresce dentro, quando ti ritrovi a pensare alle immagini di una Napoli miracolosamente inedita; a certe battute di quel personaggio vulcanico che è Domenica; o, maggiormente, a rivivere l’emozione, la commozione intensa e asciutta di questa “giornata particolare” così ricca di incontri, di sensazioni, di scoperte.
Ha ragione Claudio Amendola quando dice che l’ispettore Sciarra è il primo uomo della sua carriera: appesi al chiodo i tanti duri a cui ha prestato faccia e physique du role, questo film lo vede – bravissimo – in un ruolo dolente e ripiegato, paterno e battuto, dalla salute, dai colleghi, dalla vita. E ovviamente c’è Domenica Giuliano, undicenne risultato di 700 provini nelle scuole della città, una ragazzina dagli occhi profondi, occhi da sud del mondo, che ha saputo cucirsi addosso un personaggio straordinariamente stratificato. Geologico, verrebbe da dire. Una ragazzina realistica, fragilissima e sfottente, materna e generosa, quintessenza di buonsenso, inspiegabile speranza nel futuro e agghiacciato sguardo a quell’universo di adulti inaffidabili formicolante e insensato. Accanto a loro, a completare un cast tanto essenziale quanto azzeccato (i poliziotti “cattivi” sono Peppe Servillo e Valerio Binasco), la bella prova di Annabella Sciorra, che ha abbandonato gli States per calarsi in una Betibù partecipe e credibilissima.
”C’è un orfano in ognuno di noi”, sostiene Wilma Labate. E di quello è andata in cerca, scavando nelle pieghe di una città matrigna e fedele, capiente scrigno di tesori, sostenendo la via crucis di due personaggi che del nostro presente setacciano la solitudine e la dannazione, la sordidezza e insieme l’indomabile fierezza di chi sa soccombere alla verità dei sentimenti.
Stefania Chinzari, Cinema.zip, febbraio 2001

Critica (2):(...) Qualsiasi riferimento al giorno festivo è puramente casuale, perché Domenica è il nome di una bambina, un’orfana di undici anni che attraversa le vie di Napoli in compagnia di un poliziotto. L’ispettore Sciarra (Claudio Amendola) è incaricato di condurre all’obitorio la ragazzina, che dovrebbe identificarvi il cadavere del suo presunto violentatore. Prima di arrivarci è lei, invece, a guidare l’uomo in un viaggio iniziatico nel ventre della città, tra matrimoni e funerali dove va a raccogliere elemosine, «bassi» e bancarelle, scugnizzi e immigrati; una Napoli segreta e miserabile, innocente e corrotta come da tradizione, ma molto lontana dagli stereotipi che le tradizione le ha appiccicato addosso. Troppo grande per la sua età, diffidente e ostile, Domenica si rivela capace di gesti di tenerezza verso i più piccoli, indifesa e bisognosa, a sua volta, di affetto. Tra lei e il poliziotto, ugualmente soli, nasce un rapporto breve e intenso che ha in nuce tutte le caratteristiche (gelosia paterna inclusa) di quello tra un padre e una figlia. Però Domenica è destinata a nuovi abbandoni: dopo la partenza di un amico che si trasferisce al Nord, tocca a Sciarra, malato e in congedo dalla polizia, imbarcarsi per la Sicilia. Liberamente adattato dal romanzo di Juan Marsè “Ronda del Guinardo” e sceneggiato da Sandro Petraglia e Wilma Labate, Domenica contiene un piccolo sottointrigo poliziesco e alcuni flashback; ma è incentrato quasi esclusivamente sulla giornata napoletana della strana coppia. La regista lo nutre di ben metabolizzate memorie cinematografiche: dal “Ladro di bambini” a “Ladri di biciclette”, a “L’amore molesto» di Martone (la rappresentazione della città). Ne ricava un film che coinvolge lo spettatore senza bisogno di indulgere mai al gusto più facile. Non sempre così bene utilizzato, qui Claudio Amendola è al suo meglio; perfetta anche la scelta della giovanissima attrice che ha il ruolo del titolo. L’americana Annabella Sciorra compare in un paio di sequenze.
Roberto Nepoti, la Repubblica (4/2/2001)

Critica (3):

Critica (4):
Wilma Labate
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