Delitto e castigo - Rikos ja rangaistus
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Regia: | Kaurismäki Aki |
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Cast e credits: |
Sceneggiatura: Aki Kaurismäki e Pauli Pentti dal romanzo di F.M. Dostoevskij; fotografia: Timo Salminen; suono: Mikael Sievers; montaggio: Veikko Aaltonen; scenografia: Matti Jaaranen; musica: Shostakovich, Schubert; interpreti: Markku Toikka (Antti Rahikainen), Aino Seppo (Eeva Laakso), Esko Nikkari (l'ispettore Pennanen), Hannu Lauri (Heinonen), Matti Pellonpää (Nikander), Harri Marstio (cantante), Pedro's Heavy (Gentlemen), Kari Sorvali (Sormunen), Pentti Auer (Kari Honkanen), Asmo Hurula (barista), Risto Aaltonen (pittore), Tarja Keinänen (signora Permanen), Tiina Pirhonen (ragazza); produzione: Mika Kaurismäki/Villealfa Filmproductions; origine: Finlandia, 1983; durata: 93'. |
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Trama: | "Delitto e castigo" è un adattamento moderno, ma fedele nello spirito all'originale, del romanzo di Dostoevskij. Il protagonista Antti Rahikainen commette un crimine senza apparente motivazione. Con il suo gesto va definitivamente alla deriva, si mette fuori dalla società e si chiude in una totale solitudine. Una ragazza, arrivata casualmente sulla scena del delitto perché inviata da un'agenzia per organizzare un party la sera nella casa dell'ucciso, viene avvicinata da Antti e tra i due inizia una difficile relazione. In mezzo ci si mettono un ispettore di polizia, tenace nella sua convinzione che prima o poi l'assassino cadrà nella rete, e il principale della ragazza che, poco fiducioso nell'operato della polizia, decide di svolgere indagini per conto proprio. Egli oltretutto è attratto dalla ragazza ed è quasi ossessionato dalla presenza di Antti, che per altro non sembra fare nulla per allontanare i sospetti da sé, quasi sfidando con la propria indifferenza il corso della giustizia. La ragazza da una parte cerca di convincerlo a confessare, dall'altra rifiuta qualsiasi aiuto all'ispettore di polizia. Alla fine Antti, dopo aver passato la frontiera, ritorna sui suoi passi e si consegna alla legge; finisce in carcere a consumare la propria solitudine. |
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Critica (1): | Ho pensato di adattare un classico perché è piuttosto facile prendere e utilizzare un libro bell'e pronto. E ti lascia anche più tempo da passare al bar... C'era una scena in Delitto e castigo con un uomo e una donna che passeggiavano su una spiaggia. Lui le metteva un braccio sulla spalla. Poi ho pensato che questo era un momento troppo privato e ho tagliato la scena. Sapete come sono i film yankee: due persone a letto che fanno ginnastica. Penso che gli americani si preoccupano così bene della parte del sesso nell'arte cinematografica che non c'è ragione perché lo faccia anch'io.
(Aki Kaurismäki) |
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Critica (2): | Aki Kaurismäki parte sotto il segno dell'accorpamento di materiali e segnali di provenienza diversa. Siamo in una economia dell'appropriazione e dell'accostamento singolare, anche sorprendente, le immagini sembrano autonome, sezionano lo spazio con decisione e vengono accostate con un montaggio prosciugato da ogni compiacimento. I movimenti di macchina sono rarissimi, come se non ci fosse per la macchina da presa uno spazio in cui muoversi ma solo cose, volti, corpi da guardare. La sobrietà espressiva assume un valore di giudizio morale sui personaggi e sul loro mondo.
Bruno Fornara, in Aki Kaurismäki, Bergamo1990 |
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Critica (3): | Delitto e castigo Kaurismäki intende percorrere una strada che non può che portarlo ad una sorta di schizofrenia espressiva di estrema produttività: laddove il dire non combacia con il gesto Kaurismäki si fa indietro, lascia spazio ad una sintesi espressiva che parla da sé. Essenziale sino all'estremo Kaurismäki non lascia spazio al racconto, lo assimila in un continuo lavoro di sottrazione di senso all'espressione, di sostituzione di gesti elementari all'ampiezza narrativa del loro dire. È nella apparente gratuità del gesto di Rahikainen che trova la sua ragione in quell'istante di separatezza che forma il personaggio: Kaurismäki lo costruisce come un folle della ragione, ne individua le coordinate nell'impossibilità morale di fuga che ne fa uno stilita dell'alienazione, prigioniero di un eremitaggio che deve avere il coraggio di praticare fino in fondo.
Massimo Causo, Cineforum, n. 229/199 |
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Critica (4): | |
| Aki Kaurismäki |
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