Tenenbaum (I) - Royal Tenenbaums (The)
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Regia: | Anderson Wes |
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Cast e credits: |
Soggetto: Wes Anderson, Owen Wilson; sceneggiatura: Owen Wilson, Wes Anderson; fotografia: Robert D. Yeoman; musiche: Mark Mothersbaugh; montaggio: Dylan Tichenor; scenografia: David Wasco; costumi: Karen Patch; effetti: Randall Balsmeyer, Big Film Design; interpreti: Gene Hackman (Royal Tenenbaum), Anjelica Huston (Etheline Tenenbaum), Ben Stiller (Chas Tenenbaum), Gwyneth Paltrow (Margot Tenenbaum), Luke Wilson (Richie Tenenbaum), Owen Wilson (Eli Cash), Bill Murray (Raleigh St. Clair), Danny Glover (Henry Sherman), Stephen Lea Sheppard (Dudley Heinsbergen), Jonah Meyerson (Uzi Tenenbaum), Grant Rosenmeyer (Ari Tenenbaum); produzione: Wes Anderson, Barry Mendel e Scott Rudin per Touchstone Pictures; distribuzione: Buena Vista International Italia; origine: Usa, 2001; durata: 109'. |
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Trama: | Royal O'Reilly Tenenbaum è lo strambo genitore di una famiglia non prorpio ordinaria. Lui e la moglie Ethel si sono lasciati da tempo, ma sono soprattutto i figli ad aver perso di vista il padre per circa 17 anni. Richie precocissimo campione di tennis; Chas genio della finanza fin dalla tenera età e Margot, la figlia adottata, scrittrice in erba. Royal li riunisce e va incontro a una serie di guai. |
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Critica (1): | Royal e Etheline Tenenbaum, newyorkesi dell'upper class, hanno avuto tre figli. Tre bambini prodigio: Chas, piccolo genio della finanza inventore di topi dalmata; Richie, giovane campione di tennis; e Margot, figlia adottiva drammaturga iperdepressa.
Dopo anni di separazione i tre fratelli adulti si ritrovano a fare un tuffo nel passato della grande e colorata casa d'infanzia di Archer Avenue (che tanto ricorda quella degli Amberson wellesiani) tra vecchi giochi in scatola e vinili impolverati.
Tutto in questo bizzarro universo isolato dal mondo reale sembra rimasto com'era. Le camerette ospitano ancora giradischi, disegni infantili e tende da campeggio. I tre vestono ancora come una volta: tuta rossa e folto cespuglio di capelli Chas, pelliccia e occhi truccatissimi Margot, tenuta da tennista e occhiali scuri il timido Richie. Ma le loro vite sono cambiate: Chas, in seguito alla perdita della moglie, è diventato un maniaco della sicurezza sua e dei due figli; Margot, con un matrimonio infelice in corso, è altrettanto triste con il suo amante clandestino Eli Cash, vicino dei Tenenbaum con l'unico desiderio di "essere un Tenenbaum". Richie, da sempre segretamente innamorato della sorella adottiva, si è imbarcato dopo aver perso un match decisivo proprio il giorno successivo al matrimonio di Margot.
L'occasione della loro riunione è il ritorno a casa del padre Royal, forse gravemente malato, proprio nel momento in cui la sua ex moglie sta per risposarsi.
Strutturato in capitoli dall'andamento descrittivo (più che narrativo) legati tra loro dall'intervento di un'eloquente voce narrante, la terza dolceamara e matura opera di Wes Anderson esalta le atmosfere eleganti, nostalgiche e surreali dei film precedenti, creando un mosaico di personaggi demodè, eccentrici e realistici allo stesso tempo. La sua grandezza è quella di riuscire, attraverso l'ironia delle sue figure stralunate, a parlarci in maniera lieve, originale e personalissima di sentimenti universali.
Supportato da un appropriato universo musicale retrò (brani dei Velvet Underground, dei Beatles, di Nico e Paul Simon) e da una curatissima scenografia dai colori pop, il film, che potrebbe essere stato scritto dal Salinger di Franny & Zooey o dall'Ashby di Harold e Maude, vibra d'intensità grazie alla sentita interpretazione degli attori, qui in ruoli per loro inconsueti: dalla depressa Paltrow in versione dark, all'introverso sensibile Luke Wilson, passando per lo svanito Owen Wilson (autore insieme all'amico regista della sceneggiatura), fino ad arrivare all'immaturo e infantile padre di famiglia dandy Royal, interpretato da un intenso e stravagante Gene Hackman.
A completare il quadro una galleria di personaggi "minori" che, come di consueto nel cinema "attento allo sfondo" di Wes Anderson, non sono mai marginali: dal fedele domestico Pagoda al finto medico interpretato da Seymour Cassel, volto invecchiato di quell'universo anni Settanta tanto amato dal regista.
Chiara Renda, Mymovies 2007 |
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Critica (2): | Commedia pop colorata e intelligente, tanto bizzarra da non sembrare neanche hollywoodiana, definita, nel 2001 dal New York Times, il miglior film dell'anno. Ecco I Tenenbaum, storia di una strampalata famiglia di pecore nere e terza originalissirna fatica del giovane talentuoso regista texano Wes Anderson. Il film, imperdibile e con un cast d'eccezione, narra le vicende di una tribù molto particolare, accampata in una New York resa misteriosa da una fotografia rarefatta e surreale. Oltre a Royal, il capo (Gene Hackman, premiato con il Golden globe), e alla moglie Etheline (Anjelica Huston), separati da tempo ma sempre pronti a scontrarsi per il più futile dei motivi, nella famiglia Tenenbaum ci sono i tre figli, ex bambini prodigio Caduti in disgrazia dopo il divorzio dei genitori, e che ora, da adulti, si vestono sempre nello stesso modo e mostrano totale indifferenza per le cose del mondo.
Margot (Gwyneth Paltrow), la figlia adottiva, in pelliccetta di lapin anche in piena estate, era fin dall'adolescenza una commediografa di successo, ma ora si trascina stancamente per casa, fra amare riflessioni sull'esistenza e un'improbabile storia d'amore con un vicino. Richie (Luke Wilson), ex enfant prodige del tennis, segretamente innamorato della sorellastra, continua ad andarsene in giro stralunato e ciondolante con una fascia tergisudore incollata alla fronte alla Bjòrn Borg. E Chas (Ben Stiller), che a soli 10 anni era già un guru della finanza, ora è lo stanco padre di due gemelli, quasi i suoi doni, sempre vestiti con una tuta rossa identica a quella di papà. Una vita che scorre nel cinismo più totale, fra battute sofisticate e osservazioni irriverenti, fino al ritorno di Royal che, fingendosi in fin di vita nel tentativo di riconquistare l'ex moglie in procinto di risposarsi, renderà ancora più esilarante e imprevedibile la routine in casa Tenenbaum. Snobismo, genialità, pennellate di kitsch hollywoodiano distribuite con perizia e dosi misurate. Una commedia acida e divertente sui difetti estremi di un'America imprevedibile e precaria, ma proprio per questo irresistibile.
Alessandra Venezia, Panorama, 4/3/2004 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
| Wes Anderson |
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