Wrestler (The) - Wrestler (The)
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Regia: | Aronofsky Darren |
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Cast e credits: |
Sceneggiatura: Robert D. Siegel; fotografia: Maryse Alberti; musiche: Clint Mansell - la canzone "The Wrestler" è di Bruce Springsteen; montaggio: Andrew Weisblum; scenografia: Tim Grimes; arredamento: Theo Sena; costumi: Amy Westcott; effetti: Chad Buehler, Tinsley Transfers Inc.; interpreti: Mickey Rourke (Randy 'The Ram' Robinson), Marisa Tomei (Cassidy), Evan Rachel Wood (Stephanie), Judah Friedlander (Scott Brumberg), Giovanni Roselli (Shawn McPride), Todd Barry (Wayne), Ernest Miller (L'Ayatollah), Gregg Bello (Larry Cohen), Ron Killings (Ozzie D.), Wass M. Stevens (Nick Volpe), Elizabeth Wood (Melissa), Dylan Keith Summers (Hellbilly), Mike Miller (Lex Lethal), Tom Faria (Tommy Rotton), Andrea Langi (Alyssa), John D'Leo (Adam), Vernon Campbell (Big Chris), Mark Margolis (Len); produzione: Darren Aronofsky, Scott Franklin, Eric Watson e Mark Heyman per Protozoa Pictures- Saturn Films; distribuzione: Lucky Red; origine: Usa, 2008; durata: 105’. |
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Trama: | L'ex lottatore di wrestling Randy Robinson, detto "l'Ariete", vent'anni dopo la sua gloriosa carriera sul ring, sbarca il lunario esibendosi nelle palestre e nei centri ricreativi sociali del New Jersey e degli stati confinanti. Quando però nel bel mezzo di un incontro viene colto da un attacco di cuore, il medico lo esorta a smettere. Costretto al ritiro forzato, Randy inizia a riflettere sulla propria vita e sugli errori commessi. Ma la passione per il wrestling lo porta nuovamente a combattere rischiando la vita, contro un vecchio avversario... |
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Critica (1): | Il film di Aronofsky chiude l'era Bush. Pensato come agonia di una stagione conclusa, è arrivato sugli schermi del Lido a pochi giorni dalla vittoria di Obama. Poi, l'America non sarà più la stessa. E a vederlo ora The Wrestler suona ancor di più da requiem alla genia degli «uomini veri» caduti sotto i sensi di colpa. Gli stessi che devastano il vecchio leone Randy «The Ram» Robinson, una carcassa piagata come quella di Gesù nella Passione di Cristo di Mel Gibson - «quello lì sì che era un duro» - ridotto così dagli anni Ottanta di Reagan, massacrato sul metaforico ring degli incontri di wrestling.
Trapassato dallo spara-chiodi, arma concessa ai lottatori più sadici, innaffiato da una pioggia di sangue, martire dei suoi amati fans assetati di linciaggio, Randy è diventato sordo, ha perso la memoria, ha la schiena spezzata, si impasticca di antidolorifici, di ormoni della crescita e di un'altra decina di droghe. Eppure non può sfuggire a se stesso, a quel che è stato, «The Ram», l'Ariete, idolo dei ragazzini che giocano ancora con il pupazzetto forzuto in cui è stato immortalato. Appesa dietro il suo letto c'è la bandiera a stelle e strisce, nel suo cuore l'heavy metal del Guns ‘N Roses e il poster dei Ac/Dc, il decennio della potenza americana, quella che John McCain voleva resuscitare nella sua patetica corsa all'indietro da «reduce del Vietnam». Dopo, arrivò quel «frocetto» di Kurt Cobain e la «decadenza» clintoniana, e dopo ancora la farsa bellica di Bush, la ri-vincita, il ri-match come lo chiama il manager di Randy, chiamato a esibirsi come ai vecchi tempi contro il campione iraniano, l'Ayatollah. Bandiera nemica sventolata sul quadrato contro il grido della platea: «Usa, Usa, Usa».
Lo sguardo di Aronofsky è velato di pietà nel raccontare la vita del suo eroe ammaccato, un grandissimo Mickey Rourke, anche lui devastato dalla guerra, quella di Hollywood che lo cacciò dal red carpet per motivi opposti a quelli di Randy. L'attore, tra i migliori, disubbidì a un produttore che gli chiedeva di recitare una stupida battuta contro l'esercito repubblicano irlandese, è Rourke, irlandese, si rifiutò. Chiuse le porte delle major, si diede alla boxe e la sua bella faccia si frantumò proprio come quella di Randy. The Wrestler è un film ritagliato su di lui, e amorevolmente lo segue nella ricerca di una via d'uscita.
Colpito da un infarto, il campione decide di ritirarsi, il by-pass non gli permette che di servire casalinghe disperate al bancone di un supermarket, con una ridicola cuffia in testa e il grembiulone. Cerca di conquistare una ballerina di lap-dance, Cassidy (ottima Marisa Tomei), dolce corpo in via di pensionamento, anche lei vogliosa di cambiar vita. Cerca di riconquistare la figlia adolescente, abbandonata da anni, ma arriva tardi a un appuntamento e la perde di nuovo, nonostante il doppio regalo di due giubbotti vintage. «Gli unici che mi fanno male sono fuori di qui», i sentimenti. A Randy non resta che l'ultimo volo spiccato dalle corde del ring, il tuffo nella sua vita passata, che era già morte.
Darren Aronofsky passa dal dramma cabalistico P greco , che lo lanciò nel 1998 al Sundance, allo psichedelico new age di The Fountain (2006 Venezia), annientato dalla critica che, senza memoria, ha applaudito due anni dopo il regista Leone d'oro. Eppure The Wrestler mantiene, nella sua forma di «reportage», quel tocco metafisico da sogno oltre il sogno di The Fountain e ci lascia quest'amaro tributo d'amore ai «loosers».
Mariuccia Ciotta, Il Manifesto, 6/3/2009 |
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Critica (2): | Un eroe alla Soriano, un'icona di sport e sentimento che si fa metafora di una società, egoista e crudele con chi è troppo sensibile o è debole. E' la cronaca di una vita straordinariamente precaria, di una star decaduta e decadente, fuori e dentro il film, di un mondo che non ha più eroi. Ed è, infine, un bellissimo e disincantato sguardo sugli ani 80 e dintorni, sottolineato da una delle più belle colonne sonore degli ultimi anni, con tanto di singolo inedito (e scritto per il film) di Bruce Springsteen.
Boris Sollazzo, Il Sole 24 ore, 6/9/2008 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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