Strike a Pose
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Regia: | Gould Ester, Zwaan Reijer |
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Cast e credits: |
Fotografia: Reinout Steenhuizen; musiche: Bart Westerlaken; montaggio: Dorith Vinken; interpreti: Luis Camacho, Oliver Crumes, Salim Gauwloos, Jose Xtravaganza, Kevin Alexander Stea, Carlton Wilborn, Madonna (immagini di repertorio); produzione: Rosan Boersma, Sander Verdonk, Denis Wigman, Reijer Zwaan per Ctm Docs-The Other Room-Serendipity Films; distribuzione: Nexo Digital in collaborazione con I Wonder Pictures-Unipol Biografilm Collection-Fil Rouge Media; origine: Olanda-Belgio, 2016; durata: 90'. |
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Trama: | Alla fine degli anni Ottanta poter condividere il palcoscenico con Madonna era il sogno di molti artisti. Un sogno che divenne realtà per i sette giovani ballerini americani scritturati per accompagnare la pop star nel controverso quanto mitico "Blonde Ambition Tour" del 1990, che fece scandalo con il suo mix di sesso e religione. Questa è la storia di sei di quei ballerini, di come quell'esperienza cambiò la loro vita e quella di chi stava loro intorno. |
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Critica (1): | Leggendo la sinossi di Strike A Pose sul sito del Biografilm, si può pensare che un film sulla crew di ballerini che seguì Madonna nel suo Blode Ambition Tour del 1990, e che si rincontrano a 25 anni di distanza, possa essere qualcosa di leggero e di intrattenimento. Mai prima impressione fu più sbagliata. L’anteprima italiana del film è stata proiettata martedì 14 giugno. Presente in sala Kevin Stea, ballerino, coreografo, nonché uno dei protagonisti del film, già noto in seguito a Truth Or Dare. (...)
Il film Truth Or Dare, su cui è improntato il documentario di Ester Gould e Reijer Zwaan, rappresentò un momento cruciale per quel che riguarda la questione della visibilità della comunità LGBTQI, come emerge anche da Strike A Pose. Nello show di Madonna, fra una canzone e l’altra, tanti temi scomodi venivano toccati: il sesso, la religione, il problema dell’AIDS. E il fatto che tutto ciò fosse confluito in Truth Or Dare, insieme a momenti del backstage e ad una chiacchieratissima scena di un bacio omosessuale, ed avesse raggiunto enorme popolarità a livello mainstream, era cosa non da poco. La crew di ballerini di cui Kevein Stea faceva parte giocava un ruolo fondamentale all’interno di questo piano di comunicazione, attraverso cui Madonna era intenzionata a far passare il suo messaggio di libertà e accettazione. Non era certo un caso che sei su sette di loro fossero omosessuali, e che fossero tutti di etnie diverse.
Quei sette ballerini erano giovani, talentuosi, fieri di essere quello che erano. O almeno, questo era quello che Madonna voleva far credere al suo pubblico. La realtà, invece, era un po’ più complessa, ed è qui che entra in scena Strike A Pose. Come possono andare avanti e reinventarsi, dei ragazzi che a vent’anni hanno raggiunto un livello di fama clamoroso ed in pochissimo tempo, una volta che tutto questo finisce? Questa la grande domanda a cui Strike A Pose cerca di rispondere. Kevin, Carlton, Oliver, Josè, Luis e Salim sono qui per raccontarcelo. Ognuno con le sue battaglie (alcolismo, dipendenza da droghe, sieropositività, delusioni professionali e personali), con il distacco e la saggezza di 25 anni di più sulle spalle, i sette ballerini si ritrovano, si confrontano, si e ci commuovono con i loro racconti.
La struttura del documentario ben riflette il caleidoscopio di emozioni mostrate sullo schermo: le interviste più intime ai protagonisti in bianco e nero, le scene della loro vita privata attuale a colori, alcune scene di Truth Or Dare, alcune bellissime coreografie in solitaria, tutto si alterna rendendo la pellicola accattivante e coinvolgente.
biografilm.it – Biografilm Festival |
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Critica (2): | Nel 1990 sette ballerini poco più che ventenni, sei gay e uno etero, prendono parte al Blonde Ambition Tour di Madonna, per promuovere Like a Prayer e I’m Breathless. Per i ragazzi è il viaggio della vita: questo tour ha alzato l’asticella della sfarzosità degli spettacoli pop, e con il documentario A letto con Madonna è entrato definitivamente nella leggenda. Madonna si era autoproclamata madre dei sette, e ha usato il film per prendere posizione sui diritti degli omosessuali e sulla libertà di espressione, oltre che per sensibilizzare sulla lotta contro l’AIDS. Si era appena chiusa l’era conservatrice di Reagan, e il problema dell’AIDS aveva bruscamente interrotto il clima di festa che regnava alla fine degli anni ’70 e nei primi ’80. Mostrando al mondo un gruppo di giovani ballerini apertamente gay che avevano voglia di fare festa e celebrare la vita, Madonna ha scioccato ma anche liberato il suo pubblico, ricordando di esprimere se stessi.
Ma la vita per questi ballerini non era così gioiosa: Gabriel fece causa a Madonna perché togliesse una scena di bacio dal documentario che avrebbe rivelato la sua omosessualità alla famiglia, e morì qualche anno dopo proprio a causa dell’AIDS, che teneva nascosta durante il tour; anche Carlton era sieropositivo ai tempi del Blonde Ambition, e anche lui teneva il segreto... Strike a Pose è il documentario di Ester Gould e Reijer Zwaan su quel gruppo di ballerini che raccontano come è stato difficile al tempo riuscire a vivere quella vita spensierata che promuovevano durante l’anno passato insieme a Madonna, e come il “sentirsi diversi” sia un sentimento difficile da sradicare.
rollingstone.it, 5/12/2016 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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