Lunga estate calda (La) - Long, Hot Summer (The)
| | | | | | |
Regia: | Ritt Martin |
|
Cast e credits: |
Soggetto: tratto da ispirato ai racconti "Barn Burning" e "The Spotted Horses" e al romanzo "The Hamlet" di William Faulkner; sceneggiatura: Irving Ravetch, Harriet Frank Jr.; fotografia: Joseph LaShelle; musiche: Alex North; montaggio: Louis R.Leoffler; scenografia: Maurice Ransford, Lyle R. Wheeler; costumi: Adele Palmer; effetti: L.B. Abbott; Paul Newman (Ben Quick), Joanne Woodward (Clara Varner), Anthony Franciosa (Jody Varner), Orson Welles (Will Varner), Lee Remick (Eula Varner), Angela Lansbury (Minnie Littlejohn), Richard Anderson (Alan Stewart), George Dunn (Peadboy), Sarah Marshall (Agnes Stewart), Mabel Albertson (Signora Stewart), Jess Kirkpatrick (Armistead), J. Pat O'Malley (Ratliff), William Walker (Lucius); produzione: Jerry Wald Productions; distribuzione: Fox - 20th Century Fox Home Entertainment; origine: Usa, 1958; durata: 118’. |
|
Trama: | Ben Quick, un giovane che non trova lavoro per la sua triste, sebbene immeritata, fama d'incendiario, dopo aver lungamente peregrinato, capita in un grosso centro rurale del Mississipi, dove viene accolto nell'azienda agricola di Willy Varner, grande proprietario, energico e dispotico, abituato a dominare tirannicamente i suoi dipendenti e la sua famiglia. Il suo modo di fare gli ha tolto l'affetto dei figli che ha sempre costretto ad obbedire in tutto ai suoi voleri. Il figlio Jody ha sposato Julia, giovane donna piena di vitalità e perciò gradita al suocero, il quale però rimprovera ai due la mancanza di figlioli, mentre rinfaccia al figlio lo scarso contributo recato alla prosperità dell'azienda familiare. La figlia Clara non è ancora sposata: le sue simpatie vanno ad un giovane nobiluomo del paese, Allan, dominato dalla madre, perennemente indeciso, che l'energico William non può certo vedere di buon occhio. Ben Quick ottiene da Jody un terreno da coltivare; il vecchio William, tornando a casa dopo un lungo periodo di cura, è dapprima preoccupato per la presenza di Quick, del quale gli è nota la triste fama. Ma il fare risoluto di Ben Quick piace al vecchio, il quale gli affida il disbrigo di certi affari non molto puliti; gli dà carta bianca per riassestare un emporio troppo trascurato dal figlio e non nasconde il proposito di dargli sua figlia in sposa. Ma il favore concesso al forestiero dal padre, che glielo propone ad esempio, ed il contegno stesso di Ben, che con la sua astuzia si fa beffe di lui, esasperano Jody, che un giorno, in un accesso di pazzo furore, chiude il padre nella stalla e vi appicca il fuoco. Ma appena compiuto il gesto, si pente e libera il padre, il quale comprende il suo dramma e generosamente lo perdona. Ben, che la folla crede responsabile dell'incendio, corre il pericolo d'essere linciato. Lo salva Clara, che ha capito di amarlo: i due si sposeranno con grande soddisfazione del vecchio Will. |
|
Critica (1): | Newman fu nuovamente prestato alla Fox per La lunga estate calda (1958), il primo dei sei film che ha girato con la regia di Martin Ritt e il primo dei sette che ha interpretato insieme a Joanne Woodward. Come al solito, si preparò seriamente, passando tre giorni in incognito a Clinton, nel Missouri, studiando le abitudini e il dialetto del luogo. Il film, che è basato su due racconti e, in parte, su un romanzo di Faulkner, contiene la migliore interpretazione che Newman avesse fatto fino a quel momento.
Ben Quick (Newman), un giovanotto opportunista e insolente, piomba in una cittadina del Missouri, che è dominio esclusivo del ricco e potente Will Varner (Orson Welles), che domina anche sua figlia, Clara (la Woodward), un'insegnante di ventitré anni non sposata. Quick, nonostante la sua fama di incendiario, è assunto da Varner, e presto fa carriera fino a diventare socio dei grandi magazzini del vecchio e ad occupare una stanza nella sua grande casa. Varner, come il Big Daddy della Gatta sul tetto che scotta, vuole avere dei discendenti forti e, poiché suo figlio è un debole, decide che Clara deve sposare Quick, la cui aggressiva virilità ammira, (lo chiama « un vero stallone »). Clara, offesa dalla boria e dalla volgarità di Quick e dal fatto che tutti e due gli uomini la considerino un oggetto di loro proprietà, si oppone a questo progetto.
Come Billy the Kid, Quick è un emarginato, che la sua cattiva fama isola dal resto dell'umanità. Ma come temperamento, è l'opposto un autentico estroverso. Subito dall’inizio Newman, cappello schiacciato sulla fronte e occhi rilucenti per l'ambizione, dà un'impressione di soverchiante fiducia di sé, di compiacimento e soprattutto - di elettrizzante virilità. Cinico, arrogante, assolutamente non disposto a permettere che alcunché interferisca nei suoi progetti, rassomiglia un po' al Larry Maddux di Quando l'amore è romanzo. Ma non si tratta, questa volta, di un ritratto ad una dimensione: dietro gli occhi blu ghiaccio di Quick, dietro il suo sorriso diabolico, è nascosta una dose sufficiente d'intelligenza, umorismo, fascino ed autentica capacità d'attrazione, da coinvolgerci per forza nella sua lotta per il potere.
Tutto ciò è dovuto esclusivamente alla raffinata interpretazione di Newman, perché il personaggio, sulla pagina scritta, non dimostra tratti positivi fino a poco prima del finale, quando «esplode» e rivela a Clara la verità su di sé. È una scena potente: con la voce rotta e gli occhi che, a poco a poco, si riempiono di lacrime, Newman riesce proprio a raffigurare un uomo il cui guscio protettivo, costruito con tanta cura, è giunto al limite di rottura e rivela l'anima vulnerabile che vi sta dentro. La confessione lo mette su un piano di lealtà con Clara e questo gli impedisce di stare fino in fondo dalla parte di Varner. Ma neanche prima Quick si era lasciato dominare completamente dal vecchio. Di tutte le figure paterne dei film di Newman, Varner sembra la più imponente, ma Quick, a differenza dei figli «deboli» di Supplizio e di La gatta sul tetto che scotta, non è abbastanza passivo per lasciarsi calpestare del tutto.
Quando il film era in lavorazione, verso la fine del '57, Newman aveva ottenuto il divorzio, e stava per sposarsi con la Woodward. L'autentico calore dei loro rapporti, l'estrema naturalezza del loro stare insieme, viene continuamente alla luce e smussa molto gli spigoli dell'antagonismo sessuale tra i personaggi. (…)
Ci sono due scene che possono essere considerate tra le migliori della carriera di entrambi, grazie anche alla sceneggiatura tagliente e incisiva di Irving Ravetch e di Harriet Frank. Nella prima, Clara va a trovare Ben in negozio, di notte. Dopo un lungo scambio di invettive un po' infantili e di qualche dura verità, i due riescono ad andare oltre la superficie, scoprendo il limite nervoso della reciproca debolezza. Più tardi, nella più bella scena del film, Clara riesce finalmente ad esprimersi con maturità, quando afferma che lui si è fatto su di lei un'idea sbagliata; non è «un coniglietto spaventato, pieno di desideri insoddisfatti », ma una donna adulta e intelligente, che non vuole lasciarsi vendere o comprare.
M. Kerbel, Paul Newman, Milano Libri Edizioni, 1975 |
|
Critica (2): | |
|
Critica (3): | |
|
Critica (4): | |
| |
| |
|