Cirkus Columbia
| | | | | | |
Regia: | Tanovic Danis |
|
Cast e credits: |
Soggetto: da un romanzo di Ivica Dikic; sceneggiatura: Danis Tanovic, Ivica Dikic; fotografia: Walther Vanden Ende; montaggio: Petar Markovic; scenografia: Dusan Milavec, Sanda Popovac; costumi: Jasna Hadziahmetovic Bekric; interpreti: Miki Manojlovic (Divko Buntic), Mira Furlan (Lucija), Boris Ler (Martin), Jelena Stupljanin (Azra), Milan Strljic (Ivanda, il sindaco), Mario Knezovic (Pivac, amico di Martin), Svetislav Goncic (Savo, capitano dell'esercito), Almir Mehic (Bili), Mirza Tanovic (Antisa); produzione: 2006, A.S.A.P Films-Autonomous-Studio Maj-Razor Film-Man's Film Productions- Art & Popcorn in collaborazione con Canal+ -Rai Cinema-Bhrt-Eurimages; distribuzione: Archibald Film; origine: Bosnia-Erzegovina-Francia-Gran Bretagna- Germania-Slovenia-Belgio, 2010; durata: 113’. |
|
Trama: | Bosnia-Erzegovina, 1991. Il regime comunista è caduto e Divko Buntic, dopo aver passato vent'anni in esilio in Germania, torna nel piccolo paese natale per rivendicare la sua casa di famiglia. Il suo arrivo attira la curiosità dei compaesani poiché l'uomo si presenta con una Mercedes rosso fiammante, una giovane e sexy fidanzata di nome Azra, il gatto nero portafortuna Bonny e un pacco di marchi tedeschi, ma soprattutto l'ira della moglie Lucija. Divko, infatti, grazie all'aiuto del cugino Ivanda appena nominato sindaco, riesce a sfrattare dalla sua proprietà lei e il figlio Martin. Con quest'ultimo l'ex esule cercherà di ricomporre un rapporto, ma l'avvento dei primi focolai della Guerra dei Balcani metteranno a dura prova i sentimenti più profondi ponendo tutti i protagonisti di fronte a un difficile dilemma: restare in Patria o partire... |
|
Critica (1): | Dopo due titoli (il francese Hell e il britannico Triage) dall'esito non tanto brillante, il bosniaco Danis Tanovic, la cui opera prima No Man's Land aveva conquistato nel 2002 l'Oscar al miglior film straniero, è tornato a girare in patria sul viatico del romanzo Cirkus Columbia del connazionale Ivika Djicikr ritrovando la piena forma. Massacro di Srebenica, assedio di Serajevo: sono eventi lontani per chi nella parte privilegiata dell'Europa si è limitato a seguire sui TG la guerra fratricida che lacerò per tre lunghi anni la Bosnia Herzegovina; ma non per chi quel conflitto l'ha vissuto sulla sua pelle. Tanovic, che il 6 aprile 1993 quando tutto cominciò aveva 23 anni, dice di non aver mai più potuto, da allora, guardare un cielo azzurro senza pensare alla minaccia di una tempesta. E tuttavia in questa deliziosa commedia ambientata nel lasso di tempo fra la caduta del comunismo e lo scoppio della guerra civile, il regista riesce a rievocare con grazia e umorismo proprio quel fuggevole momento della vita in cui ancora si ignora quanto il destino possa rivelarsi crudele.
In un paesino del sud dell'Herzegovina approda Divko che era fuggito venti anni prima in Germania per motivi politici. Arriva a bordo di una Mercedes, il portafoglio gonfio di marchi, una graziosa fidanzata, un gatto nero portafortuna e un gran desiderio di rivincita. Per prima cosa si riappropria della sua casa sfrattando il figlio e la moglie, verso la quale nutre un rancore di cui sapremo la ragione. Tuttavia il giovane Martin è attratto da questa figura paterna che non ha mai conosciuto; e, galeotta la comune ricerca del gatto che una notte è scappato, si scopre anche affascinato dalla sua donna. È primavera, le acque del fiume scorrono limpide e impetuose, i sensi si risvegliano, le tensioni familiari si accendono, mentre in giro riappaiono le armi e si rispolverano divise e ideologie. Il finale potrebbe essere angoscioso, ma Tanovic lo sospende magicamente in una dimensione di serenità fuori dal tempo che attiene alla mozione di sentimenti tanto forti da poter contrastare il peso della Storia. Nei panni di Divko spicca Miki Manojlovic, interprete straordinario sul doppio registro comico e drammatico; sua moglie è l'eccellente Mira Furlan, che lavora da tempo in USA, Martin è impersonato dall'inedito e convincente Boris Ler. Intorno a loro altri buoni attori, già apprezzati in film di Tanovic e Kusturiza.
Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa, 27/5/2011 |
|
Critica (2): | Brutta storia se hai 18 anni e il tuo miglior amico cerca scuse per prenderti a pugni. Le risse tra adolescenti a volte hanno la vista lunga. Forse quell'amico e vicino di casa non è semplicemente impazzito. Forse c'è nell'aria una guerra, e noi sappiamo benissimo che è così. Ma loro, i personaggi di Cirkus Columbia, non immaginano cosa sta per accadere. (...) Dopo molti viaggi e due film a metà (...), il regista di No Man's Land torna a casa. Con una gran voglia di non perdonare nessuno ma di provare a capire un po' tutti, o quasi. Ne esce un film malinconico, dolente, non sempre imprevedibile, un poco appesantito dal tempo. Ma ancora capace di concedersi, e regalare, emozione e stupore.
Fabio Ferzetti, Il Messaggero, 27/5/2011 |
|
Critica (3): | |
|
Critica (4): | |
| |
| |
|