Sol dell'avvenire (Il)
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Regia: | Pannone Gianfranco, Fasanella Giovanni |
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Cast e credits: |
Soggetto: Giovanni Fasanella, Alberto Franceschini, Gianfranco Pannone, tratto liberamente da "Che cosa sono le Br" di Giovanni Fasanella e Alberto Franceschini; fotografia: Marco Carosi; musiche: Rudy Gnutti, Offlaga Disco Pax; montaggio: Erika Manoni; interpreti: Alberto Franceschini, Paolo Rozzi, Tonino Loris Paroli, Annibale Viappiani, Roberto Ognibene, Adelmo Cervi, Corrado Corghi, Peppino Castellani, Max Collini, Enrico Fontanelli, Daniele Carretti; produzione: Alessandro Bonifazi, Bruno Tribbioli per Blue Film; origine: Italia, 2008; durata: 78’. |
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Trama: | Reggio Emilia, 1969. Trenta giovani militanti del Partito Comunista, in dissenso con la dirigenza accusata di aver tradito gli ideali della Resistenza, abbandonano i compagni per formare insieme ad altri coetanei di provenienza anarchica, socialista e cattolica "l'Appartamento", una comune in cui si vagheggiano sogni rivoluzionari. Tra loro ci sono anche coloro che in seguito formeranno il gruppo più agguerrito delle Brigate Rosse: Alberto Franceschini, Tonino Loris Paroli, Prospero Gallinari, Roberto Ognibene, Lauro Azzolini.
Reggio Emilia, 2007. A quaranta anni di distanza e dopo una lunga detenzione nelle prigioni di mezza Italia, Franceschini, Paroli e Ognibene si ritrovano insieme al PD Paolo Rozzi e al sindacalista Annibale Viappiani nel ristorante sulle colline dove il gruppo dell'Appartamento compì il salto tragico e fatale nella lotta armata. I cinque protagonisti percorrono un viaggio nella memoria alla ricerca delle motivazioni più profonde per le rispettive scelte. Ad integrare le loro ricostruzioni intervengono le esperienze di altre due persone che a vario titolo furono vicine al movimento, l'ex dirigente della DC Corrado Corghi e Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli comunisti trucidati dai nazifascisti nel '43. |
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Critica (1): | (…) Otto protagonisti emiliani delle lotte di massa degli anni sessanta e settanta, cattolici, socialisti, comunisti, anarchici, e anche Adelmo Cervi, il figlio di un martire della resistenza (Paolo Rozzi, Tonino Loris Paroli, Annibale Viappiani, Roberto Ognibene, Corrado Corghi, Peppino Catellani) si incontrano nell'autunno 2007, ridiscutono con Franceschini e, alcuni, si autocriticano a Cavriago, nell'Appartamento. Che è il nome del «club» della loro gioventù dove ognuno, nel '69, radicalizzò le posizioni politiche e reagì, in modo differente, ai gravi accadimenti dell'epoca e alle più tragiche delle provocazioni dei governi dc, pagandone poi interamente le conseguenze, sia in termini di carcere (come Alberto Franceschini e altri militanti delle Br) che di responsabilità politica personale.
Un film importantissimo e serio, da vedere, che è stato presentato con successo critico e di pubblico in anteprima mondiale a Locarno, nell'estate scorsa (ne ha scritto, bene, Piccino), e che tra qualche giorno verrà proiettato alla Viennale e in altre città (Cavriago, set delle riprese, Livorno, Reggio Emilia, Torino, all'interno di una rassegna su «Cinema e terrorismo»...) che vogliono discuterlo. Approfondire, con ogni medium necessario, una dei nodi cruciali, e più cruenti, della nostra modernità, e rispondere ad alcune domande complesse della Storia (come, per esempio: per fermare quali degenerazioni istituzionali, sotto lo shock di quali atroci crimini, ripetuti e continuati, in uno stato industrialmente avanzato, è stata possibile la nascita e lo sviluppo di un movimento armato comunista relativamente «di massa»?; la diffidenza e l'odio del Pci e del Pcus per le lotte operaie dal basso, incontrollabili, non hanno forse rapporti con la logica delle avanguardie «armate»? ) è infatti non solo un compito civico della nostra democrazia, e soprattutto dei nostri cineasti più responsabili, ma un obbligo morale della Repubblica. «Le Br non sono nate dal nulla ma sono frutto di una cultura e di una tradizione politica della sinistra italiana» scrive Franceschini nel libro di Fasanella. Bisogna farne i conti.(...)
Roberto Silvestri, Il Manifesto, 23/10/2008 |
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Critica (2): | Sugli anni Settanta e sul terrorismo rosso, nero, grigio e la strategia della tensione si è detto praticamente tutto, anche se raramente ci si è interrogati sulle origini del fenomeno, evitando il confronto tra gli stessi veterani di una guerra civile che sconvolse l'Italia. Gianfranco Pannone e Giovanni Fasanella (coautore con Alberto Franceschini, quest'ultimo, di Che cosa sono le Br? , ed. Bur) lo hanno fatto nel documentario Il sol dell'avvenire , circa 80 minuti di chiacchierata attorno a un tavolo del ristorante di Costaferrata dove si tenne uno dei convegni preparatori alle Brigate Rosse. La semplicità dell'idea alla base del film supera quella del libro che di fatto è un'intervista a Franceschini, che in quanto a dietrologie e analisi parziali è secondo a pochi. Qui invece sulle altre sedie, a pranzo, ci sono compagni di lotta de "L'appartamento", associazione della sinistra extraparlamentare di Reggio Emilia che raccolse i "dissidenti" del Pci e che restituì alcuni dei partecipanti alla società civile e altri alla lotta armata. Da una parte quindi terroristi che hanno scontato la loro pena come Ognibene, Paroli e lo stesso Franceschini, dall'altra Rozzi e Viappiani (il primo ora è nel Pd, l'altro nella Fiom) che quando i primi entrarono in clandestinità scelsero di non uscire dai confini della legalità. Colpisce quanto abbiano in comune, come in quel momento storico non fosse strano né difficile poter prendere certe decisioni e di quante responsabilità fossero interne alla sinistra, al di là di giochi di poteri più o meno occulti. A parte sono intervistati Adelmo Cervi, Corrado Corghi e Peppino Cattelani, memoria storica di quei tempi che illuminano zone d'ombra, dal peso della resistenza tradita alle ottusità partitiche passando per il concreto pericolo di neofascismo. Il pregio di questo documentario è proprio l'approccio problematico e non ideologico, al di là di nemici noti a fare da alibi. Eppure Bondi ha gridato allo scandalo (e da qui è partito con l'idea di una commissione di censura etica e politica per i film!), Rondi l'ha "rinnegato" a Roma ed esce in sala solo a Firenze, Bologna e Reggio Emilia per l'Iguana Film di Angiolo Stella (già distributore del censurato Forza Italia di Roberto Faenza): le lacrime dell'ex Br che confessa gli eccessi quasi mafiosi di quegli anni, Franceschini che dice «saremmo stati peggio di Pol Pot al potere», le foto delle vittime del terrorismo alla fine non sono certo apologia della lotta armata. E' solo il racconto di una generazione che, per dirla alla Gaber, ha perso. E di come ha giocato la sua partita.
Boris Sollazzo, Liberazione, 14/11/2008 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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