Illibatezza (episodio)
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Regia: | Rossellini Roberto |
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Cast e credits: | Soggetto e sceneggiatura: Roberto Rossellini; fotografia: Luciano Trasatti; scenografia: Flavio Mogherini; costumi: Danilo Donati; musica: Carlo Rustichelli; suono: Bruno Brunacci, Luigi Puri; montaggio: Daniele Alabiso; assistente alla regia: Renzo Rossellini Jr.; interpreti: Rosanna Schiaffino (Anna Maria, la hostess), Bruce Balaban (Joe), Gianrico Tedeschi (lo psichiatra), Carlo Zappavigna (Carlo, il fidanzato), Maria Pia Schiaffino (una hostess). produzione: Alfredo Bini per Arco Film (Roma)/ Lyre Cinématographique; origine: Italia–Francia,1962; durata: 110’. |
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Trama: | Primo episodio del film "RoGoPaG". Anna Maria è una ragazza acqua e sapone. Fa la hostess sugli aerei Alitalia ed il suo lavora la porta spesso lontana dall'Italia e dal suo fidanzato, un giovane avvocato. Per sentirsi vicini i due giovani si scambiano filmini in formato ridotto. A Bankok Anna Maria viene corteggiata da un americano che cerca di vendere alle tivù dell'Indocina i programmi televisivi statunitensi: l'uomo è affascinato dal candore della ragazza ma Anna Maria vorrebbe liberarsi dalla sua corte, impacciata e goffa, ma ossessiva. Poi, dietro consiglio di uno psichiatra (appositamente interpellato dal fidanzato) trova la soluzione giusta: cambia totalmente il suo look e si trasforma in una vamp, provocante e aggressiva. L'americano, che vedeva in Anna Maria il suo ideale di donna angelica e materna, perde ogni interesse per lei. |
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Critica (1): | (…) nell'episodio Illibatezza, girato da Rossellini nel novembre del 1962, (…) è la «falsità» esplicita della storia e dell'ambientazione (un'Indonesia realizzata nei teatri di posa di Cinecittà con l'uso del «trasparente») a dare un senso a un'avventura sentimentale piuttosto banale e fumettistica. Sembra quasi una sorta di scherzo giocato dal regista allo spettatore, un divertente e divertito ammiccamento, quasi a voler dire che, veramente, la sua attività cinematografica non aveva più ragion d'essere se il cinema spettacolare continuava a proporre storie di questo tipo. E tuttavia, anche qui, fra le pieghe del racconto, fra le immagini dichiaratamente «false», serpeggia un'indicazione autobiografica indiretta, un discorso personale che tocca il tema consueto dell'amore, della donna, del rapporto maschio-femmina, dell'immagine che di questo rapporto si fa l'uomo. Un piccolo «soggetto» di Rossellini che è il risvolto dei suoi grandi «soggetti», così come il ritratto bergmaniano di Siamo donne dieci anni prima, era il risvolto dei grandi ritratti che alla Bergman egli aveva dedicato nei cinque film da lui diretti e da lei interpretati.
Roberto Rossellini, UTET, 1989 |
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Critica (2): | |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
| Roberto Rossellini |
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