Matrimonio in quattro - Marriage Circle (The )
| | | | | | |
Regia: | Lubitsch Ernst |
|
Cast e credits: |
Soggetto: da una commedia di Lothar Schmidt; sceneggiatura: Paul Bern; fotografia: Charles Van Enger; musiche: Edgar Istel; scenografia: Svend Gade; interpreti: Florence Vidor (Charlotte Braun), Monte Blue (Dr. Franz Braun), Marie Prevost (Mizzi Stock), Creighton Hale (Dr. Gustave Muller), Adolphe Menjou (Professor Josef Stock), Harris Myers (detective), Dale Fuller (la paziente), Esther Ralston (Miss Hofer); produzione: Ernst Lubitsch per Warner Brothers Pictures; origine: Usa, 1924; durata: 102’. |
|
Trama: | Il professor Joseph Stock e sua moglie Mizzi sono sul punto di separarsi. La migliore amica di Mizzi, Charlotte è invece felicemente sposata con Franz Braun, un medico. Franz e Mizzi s'incontrano e la donna tenta di sedurre il marito dell'amica. Intanto Gustav, un altro collega di Franz, sta facendo una corte serrata a Charlotte, deciso a farle accettare in un modo o nell'altro le sue attenzioni. Ma Joseph, nel frattempo, ha ingaggiato un detective per controllare la moglie. |
|
Critica (1): | The Marriage Circle è una delle primissime regie americane di Lubitsch (…) . Anche questa volta siamo di fronte a una commedia ironica e maliziosa in cui vengono messi in scena numerosi intrecci amorosi. Ritroviamo, fin dalle prime inquadrature, quel “tocco alla Lubitsch” che tanto ci aveva divertito con la sua arguzia e attenzione al dettaglio: proprio questa regna nel corso di tutto il film, quando le immagini indugiano su alcuni particolari (oggetti o espressioni significative), che contribuiscono alla comprensione e composizione della scena stessa. (…)
Tra giochi maliziosi e incomprensioni, la storia procede fino una sorta di lieto fine dove tutti sembrano ottenere la felicità, nel bene o nel male. Lubitsch confeziona un piccolo capolavoro, una commedia frizzante, capace di divertire e far sorridere. Tra sguardi ammicanti e doppi giochi, gli attori ci regalano delle ottime interpretazioni, che rendono ancora più gustoso il film. (…)
Il film ebbe un vasto successo, tanto che nel 1932 lo stesso Lubitsch ne fece un remake con George Cukor dal titolo Un’ora d’amore (One Hour with You) con Maurice Chevalier e Jeanette MacDonald oltre che una versione francese, Une heure près de toi.
(E muto fu.com – Viaggio attraverso il cinema muto) |
|
Critica (2): | Primo grande successo americano per Lubitsch grazie a una commedia degli equivoci dal ritmo frenetico, maliziosa e ficcante, ma al tempo stesso amara e malinconica. Il lieto fine verso cui volge la vicenda è in realtà una debole facciata pensata per stemperare, seppure non di molto, lo sguardo disincantato e caustico del regista verso un'umanità meschina e ipocrita. Il regista osserva e descrive con occhio critico, ma senza mai scadere nel facile moralismo, trovando al contrario terreno fertile per la sua vena dissacratoria e inventiva. Una commedia brillante che, pur facendo a meno del dialogo e limitando al minimo l'uso delle didascalie, affascina e sorprende, soprattutto per l'intelligenza e la maestria con cui si serve dell'estetica cinematografica. Lubitsch, infatti, lavora di fino sulla cura dei dettagli, sulle inquadrature e sulla loro costruzione, sui significati reconditi di sguardi e silenzi, sulla forza espressiva di ammiccamenti e fraintendimenti, supportato da un cast perfetto. Il soggetto è tratto dal testo teatrale Nur ein Traum di Lothar Schmidt. Molto apprezzato da pubblico e critica, il film non fu mai troppo amato dallo stesso Lubitsch che decise di farne un remake in chiave musical: Un'ora d'amore (1932).
Longtake.it |
|
Critica (3): | |
|
Critica (4): | |
| |
| |
|