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Saving Mr. Banks


Regia:Hancock John Lee

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura: Kelly Marcel, Sue Smith; fotografia: John Schwartzman; musiche: Thomas Newman; montaggio: Mark Livolsi; scenografia: Michael Corenblith; arredamento: Susan Benjamin; costumi: Daniel Orlandi; interpreti: Emma Thompson (P.L. Travers), Tom Hanks (Walt Disney), Paul Giamatti (Ralph), Jason Schwartzman (Richard Sherman), Bradley Whitford (Don DaGradi), Colin Farrell (Travers Goff), Annie Rose Buckley (Ginty), Ruth Wilson (Margaret Goff), B.J. Novak (Robert Sherman), Rachel Griffiths (Zia Ellie), Kathy Baker (Tommie), Melanie Paxson (Dolly), Lily Bigham (Biddy), Kimberly D'Armond (Nanny Katie), Ginger Pauley (Joyce Sherman), Kristopher Kyer (Dick Van Dyke), Laura Waddell (Susan Johnson), Claire Bocking (Nanny Claire), Victoria Summer (Julie Andrews), Michelle Arthur (Polly), Melanie Deanne Moore (Dolly), Ronan Vibert (Diarmuid Russell), Dendrie Taylor (Lillian Disney); produzione: Walt Disney Pictures-Ruby Films-Essential Media & Entertainment-Bbc Films-Hopscotch Features; distribuzione: The Walt Disney Company Italia; origine: Gran Bretagna, 2013; durata: 120’.

Trama:Nel 1961, Walt Disney invita nel suo studio di Los Angeles P.L. Travers, autrice del libro "Mary Poppins", per cercare ancora una volta di ottenere i diritti cinematografici del libro e del personaggio; un tentativo che Disney aveva già fatto negli anni Quaranta, spinto dalla richiesta delle figlie di realizzare un film dal loro libro preferito, ma che la scrittrice, ipocondriaca e irremovibile nella sua decisione, non aveva permesso per non vedere il personaggio della sua amata e magica tata stravolto dalla macchina di Hollywood. Ancora dubbiosa e poco interessata, la scrittrice è infatti decisa a rifiutare una volta per tutte le insistenti proposte dell'impresario di Hollywood. Tuttavia, le vendite dei suoi libri sono in calo e la sua situazione finanziaria sta peggiorando. Riluttante, accetta e parte per un soggiorno di due settimane a Los Angeles, durante il quale Disney utilizza ogni risorsa a sua disposizione per convincerla.

Critica (1):Tutto quello che avete sempre chiesto a un film Disney e non avete mai osato pretendere altro. E poi Saving Mr. Banks, da giovedì nelle sale, sfodera un acuto da immaginazione al potere: l'incontro, seppure per interposta persona, tra Topolino e MaryPoppins. Sbagliato credere che la supertata dello zucchero che manda giù la pillola dell'ottimismo e della felicità sia una creatura privata della premiata ditta di zio Walt, simbolo in carne ed ossa di un Uncle Sam che non punta il dito dai manifesti ma invita in ogni regno fatato di questo e dell'altro mondo. Il musical di strepitoso successo del 1965 con Julie Andrews era sì uscito da quella inesausta fattoria d'intrattenimento popolare ed ecumenico, ma grazie ai libri di un'australiana che pareva più inglese della Regina, Pamela Lyndon Travers. Ma per portare le sue pagine sullo schermo si registrò un cozzo di personalità, un tira e molla senza che una magica formula alla "supercalifragilistic-espiralidoso" potesse intervenisse a mettere pace e unità d'intenti.
Da una parte la corte pressante e l'assedio sempre rinnovato ai diritti di trasposizione in sequenze, nel corso di vent'anni, di un Disney cocciuto, anche per mantenere una promessa fatta alla figlie, e dall'altra l'ispido carattere, da zitella acida, moralista, inflessibile e persino ipocondriaca, di una scrittrice che comunque aveva bisogno di soldi. Ma se alla fine il matrimonio tra parole e immagini si farà, non sarà per una questione di denaro: entrambi, il produttore Re Mida e la favolista impettita dalla nevrosi, svelano, l'uno all'altra, i propri segreti che risalgono all'infanzia. E quello che Pamela si era lasciata dietro alle spalle tra i canguri era l'eredità del ricordo lancinante di un papà meraviglioso ma ucciso dall'alcol e da una malattia polmonare. "Mary Poppins", in un certo senso, entrava in casa Banks proprio per mutare il capofamiglia, sottraendolo alle brusche leggi di gravità della finanza bancaria per un'impennata da due penny nell'universo della fantasia. Questa era la morale della fiaba. La guerriglia a Hollywood è stata memorabile: Pamela ha in orrore i cartoni animati e la musica da spettacolo e così tortura sceneggiatori e compositori, senza mai decidersi a porre la firma in fondo al contratto. Solo il ritorno a Londra ed una visita inaspettata compiranno il miracolo.
Naturalmente Saving Mr. Banks si alza come un inno a Disney e alla Disney, ma il suo romanticismo sentimentale non viene poi per nuocere, anche perché la lezione sui padri, i traumi e l'eredità psicologiche è trattata con garbo, insomma alla Poppins. Per chi si attende una visione nient'affatto consolatoria del mito e dei personaggi, veri o frutto della finzione, può magari tranquillamente rivolgersi alle biografie che hanno provato a mettere a nudo il lato oscuro di zio Walt. Saving Mr. Banks resta ben ancorato nella rada leggendaria della casa di produzione, alla sue cortesie e alla sua gentilezze per grandi e piccini. Se per una volta mostra i retroscena dell'operazione Poppins, per nulla sbiadita dal trascorrere del tempo, è per lodare non per seppellire il suo carisma universale. La commedia, firmata da John Lee Hancock, non possiede una regia da colpi d'ala procede secondo le traiettorie consolidate di un melò familiare che ha nella quasi completa diversità della coppia di protagonisti la propria leva per sollevare un allestimento che, invece, quando ritorna al passato australiano non ha il filo e l'ago giusti per piazzare pezze sui mielosi e stereotipati buchi narrativi. Il resto è una giaculatoria di situazioni ironiche che alla seconda svolta, s'imbattano immediatamente nel tocco commovente, quello che al riso aggiunge una spruzzata di lacrime.
Tom Hanks e Emma Thompson sono duellanti che non badano troppo alla mimesi fisica degli alter ego ma obbediscono, con brillantezza e puntualità, a caricare due maschere destinate a capirsi quando affiorano triboli e spettri. Sono Walt e Pamela gli interruttori da pigiare, al resto pensano Mary Poppins, le sue canzoni e i suoi pinguini provetti danzatori. Supercalifragilistic-espiralidoso è uno scioglilingua che vola ancora dove il sogno è metà arcobaleno e metà aquilone.
Natalino Bruzzone, Il Secolo XIX, 15/2/2014

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