Nowhere Boy - Nowhere Boy
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Regia: | Wood Sam Taylor |
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Cast e credits: |
Soggetto: dal libro di memorie "Imagine: Growing Up With My Brother John Lennon" di Julia Baird; sceneggiatura: Matt Greenhalgh; fotografia: Seamus McGarvey; montaggio: Lisa Gunning; effetti: The Visual Effects Company, Lip Sync Post; interpreti: Aaron Johnson (John Lennon), Kristin Scott Thomas (Mimi Smith), David Threlfall (Zio George), Thomas Sangster (Paul McCartney), David Morrissey (Bobby Dykins), Anne-Marie Duff (Julia Lennon), Ophelia Lovibond (Marie Kennedy), Sam Hanna Bell (George Harrison), Jack McElhone (Eric Griffiths), Les Loveday (Teddy), Simon Lowe (Jim Gretty), Josh Bolt (Pete Shotton), James Johnson (Stan Parks); produzione: Robert Bernstein, Kevin Loader, Douglas Rae per Aver Media-Ecosse Films- Film4-Lipsync Productions-North West Vision-Uk Film Council; distribuzione: 01 Distribution ; origine: Gran Bretagna, 2009; durata: 98’. |
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Trama: | Nella Liverpool degli anni '50 il giovanissimo John Lennon vive la sua infanzia e adolescenza sotto l'egida di due figure che si riveleranno fondamentali nella sua formazione: sua zia Mimi Smith e sua madre Julia. A cinque anni, infatti, John viene strappato alla madre e affidato alla severa zia Mimi, una donna incapace di slanci e di affetto che cerca di impartirgli una rigida educazione. Solo dieci anni dopo, ormai quindicenne, John scopre che sua madre Julia in realtà vive con la sua nuova famiglia ad appena qualche chilometro da casa loro. Quando si presenta da lei, si trova davanti una donna molto diversa dalla zia con cui vive. Infatti sarà proprio Julia a fargli scoprire i film di Elvis e il rock'n'roll e a infondergli la passione per la musica, facendo sì che dopo la sua morte John si lanci, insieme al suo nuovo amico Paul, in una grandiosa avventura: i Beatles. |
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Critica (1): | Per essere un' artista concettuale, la neoregista Sam Taylor Wood, (unico precedente il cortometraggio Love you more realizzato sotto l' egida di Anthony Minghella), ha scelto una strada relativamente convenzionale, una narrazione filata e naturalistica di una delle vite più indagate, anzi vivisezionate, della storia recente: John Lennon. Nowhere Boy evita in blocco la tentazione di cedere alle sirene irresistibili della saga beatlesiana, si limita a raccontare il Lennon ragazzo, la sua formazione nella adolescenza di Liverpool tra disobbedienze scolastiche, dischi blues arrivati per mano di portuali compiacenti e soprattutto nel tanto decantato e complesso rapporto con le due donne della sua vita di ragazzo. La prima, come ogni appassionato sa, è la celebre Zia Mimì, tutrice severa, rigida; l' altra,è la madre Julia (a cui è intitolato un brano del White Album) ovvero il brio, la leggerezza, e la totale inaffidabilità. La mamma lo ha abbandonato quando aveva cinque anni, lui la ritrova a quindici, con lei impara la spudoratezza ebbra di cui è capace la musica, prima di perderla di nuovo, e per sempre. Aaaron Johnson è un convincente Lennon adolescente, decisamente troppo bello per essere verosimile, ma sufficientemente sfrontato, anarchico e imprevedibile come le testimonianze ci raccontano. Il gusto concettuale della regista si rivela casomai nell' accuratezza delle inquadrature, nella lieve e carezzevole tecnica dei movimenti di camera, nella precisione sobria del montaggio. Ma non trascende mai l' intenzione di base: raccontare la genesi di un artista geniale, la sua iniziazione alla vita, come fosse un bildungsroman, un classico romanzo di formazione, solo che invece di un personaggio fittizio, su cui volare liberi, si tratta di un personaggio reale, anzi, più che reale, di gigantesco ingombro. Così che sulla storia incombe la presunzione di raccontare la verità, di dire una parola definitiva almeno su quella prima fantasticata parte della vita di Lennon, quella in cui passava in bicicletta davanti a un parco di nome Strawberry Fields, in cui si dibatte disperatamente, con qualche caduta melò, tra incerte figure materne e paterne, in cui sogna di diventare Elvis senza ancora sospettare che sarebbe diventato John Lennon, in cui nella palestra della St.Peter' s Church Hall incontra Paul McCartney, incontro fatale e determinante non solo per lui, ma per la storia della musica e per il gaudio supremo di milioni di ascoltatori. Il giovane John è un eroe popolare che trova nella marginalità della working class di Liverpool la strada per ridisegnare il mondo. Ma la storia si ferma alle soglie dei Beatles. E per opportuno verismo non c' è traccia della loro musica, tranne il malizioso accordo che suona in apertura e che i fan riconosceranno come l'accordo iniziale di A Hard Day' s Night. Tutto qui, tranne alla fine, il primo pezzo solista del vero Lennon, ovvero l' urlo di Mother, ("Mother, you had me, but I never had you"), che arriva sulla parola fine come un drammatico e liberatorio colpo di maglio.
Gino Castaldo, La Repubblica, 4/12/2010 |
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Critica (2): | Lennon e McCartney proprio non ce li saremmo immaginati così. E, forse, è proprio questa la grande forza di un film forse ingenuo, ma di sicuro diretto ed efficace. Nowhere Boy di Sam Taylor-Wood, artista concettuale e fotografa di talento, appioppa al palestrato Aaron Johnson (suo compagno nella vita) la faccia di John Lennon adolescente e a un improbabile Thomas Sangster quella di un gracilissimo Paul McCartney. A vederli, non ci credi neanche un attimo. Poi, essendo i due bravi e pieni di carattere – il primo canticchia benino, il secondo suona bene la chitarra, e ha dovuto reimparare da mancino – rientri nel film, con l'aiuto di Kristin Scott Thomas e Anne-Marie Duff, zia e madre naturale del divo John. La sfida della regista è raccontarci John prima che divenisse Lennon, quel concentrato di talento e fragilità che ha sempre avuto nel suo complesso e tragico universo femminile il suo punto di forza e il suo tallone d'Achille. Il lungometraggio gioca con abilità tra l'impossibilità di suonare e citare i Beatles – accennati "a cappella" con Love Me Do e mai nominati – l'anacronismo di sentire Lennon (Mother, ovviamente, ci commuove), dirci quello su cui si è ricamato molto, il passato di John, senza approfondire quasi mai. Per gli appassionati c'è qualche distonia, per i neofiti si gode con i Quarrymen, cover band antenata degli scartafacci, e con un pugno di ragazzi cresciuti a Liverpool, tra… via Paal e via Gluck. Film nostalgico, dolce, intenso, condizionato da una madre di troppo. Non è Control, certo, ma è un'opera che coinvolge. E ci dice che quando Edipo ha la faccia di una madre rock, si soffre parecchio, forse, ma si può diventare grandissimi.
Boris Sollazzo, Liberazione, 3/12/2010 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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