Testamento del Dottor Mabuse (Il) - Das testamente Von Dr. Mabuse
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Regia: | Lang Fritz |
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Cast e credits: |
Sceneggiatori: Fritz Lang, Thea von Harbou, sulla base di un romanzo di Norbert Jacques; fotografi: Fritz Arno Wagner, Karl Vash; scenografi: Carl Vollbrecht, Emil Haster; musica: Hans Erdmann; attori: Rudolph Klein-Rogge (Mabuse), Oskar Beregi (Dottor Baum direttore di un manicomio), Theodor Loos (Dottor Kramm suo assistente), Karl Meixner (Padrone di casa), Otto Wernicke (Commissario Karl Lohmann), Klaus Pohl (Müller assistente di Lohmann), Wera Liessem (Lilli), Gustav Diessl (Kent), Camilla Spira (JuwelenAnna), Rudolph Schündler (Hardy), Theo Lingen (Amico di Hardy), Paul Oskar Höcker (Bredow), Paul Henckels (Litografo), George John (Domestico del dr Baum), Ludwig Stössel (Impiegato), Hadrian M. Netto, Paul Bernd, Henry Pless, A. E. Licho, Gerhard Bienert, Josef Damen, Karl Platen, Paul Rehkopf, Franz Stein, Eduard Wesener, Bruno Ziener, Heinrich Gotho, Michael von Newlinski, Anna Goltz, Heinrich Gretler, produzione: Nero Film-constantin; durata: 94'; distribuzione: Goethe Institut; anno:1932-33. |
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Trama: | Il testamento del Dottor Mabuse è l'ultimo film di Fritz Lang in Germania, ed è il seguito di Dr. Mabuse del 1922. Internato come pazzo, il criminale Mabuse ipnotizza il direttore del manicomio e, col suo aiuto, organizza una banda che commette diversi delitti.
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Critica (1): | Quando i resti della repubblica tedesca già stavano per crollare. Fritz Lang diresse per la Nero Il testamento del dottor Mabuse, una specie di ultima trincea contro il disastro imminente. Ma il sipario calò prima che il film potesse venire distribuito, e appena i nazisti presero il potere il dottor Goebbels lo proibì. In un successivo colloquio con Lang, gli espresse ammirazione per Metropolis senza neppur accennare alla sua disapprovazione per il nuovo film su Mabuse; al che Lang pensò più prudente lasciare la Germania. Una copia della versione francese del film, girata contemporaneamente all'originale tedesco, venne contrabbandata alla frontiera e montata in Francia.
Nel 1943, quando il film arrivò al pubblico di New York, Lang scrisse una "Prefazione cinematografica" esponendo le sue intenzioni originali: "Questo film voleva essere un'allegoria dei sistemi terroristici di Hitler. Gli slogans e le dottrine del Terzo Reich sono stati messi in bocca ai criminali del film. Speravo in tal modo di denunciare la teoria nazista della necessità di distruggere deliberatamente tutto quanto è più caro a un popolo.... Poi, quando tutto fosse crollato e la gente piombata nella più totale desolazione, avrebbero cercato aiuto nel "nuovo ordine".
Benchè questa autointerpretazione suoni un po' a posteriori, è vero tuttavia che il film adombra i sistemi nazisti. Il noto psichiatra Baum, il personaggio centrale, è sotto l'influenza ipnotica del dottor Mabuse che, come si ricorderà, era impazzito alla fine del primo film su Mabuse del 1922. Ora il vecchio tiranno dello schermo ricompare ricoverato nel manicomio di Baum e intento a ricoprire innumerevoli foglietti di istruzioni particolareggiate di attacchi a ferrovie, a fabbriche chimiche, al sistema monetario ecc... Isuoi scritti costituiscono un vero e proprio manuale del delitto e della distruzione, dominato da una massima che suona familiare: "Bisogna precipitare l'umanità in un abisso di terrore". Posseduto da quello che egli chiama "il genio di Mabuse", Baum conduce una doppia vita, come Caligari; recita la parte dello psichiatra ma dirige anche un'organizzazione di malfattori attraverso la quale esegue scrupolosamente le istruzioni scribacchiate dal pazzo. Dal delitto alla falsificazione, la sua banda abbraccia ogni campo delle attività criminose. Alla morte di Mabuse, questo paranoico che aspira al dominio del mondo si crede una reincarnazione del suo idolo. Viene poi scoperto dal capo-ispettore Lohmann, lo stesso segugio dello schermo che aveva scoperto l'identità dell'assassino di bimbi in M.
Questo Lohmann, sistematico e astuto funzionario di polizia, rappresenta la versione tedesca del detective anglosassone. Quando, alla fine, risolve il caso, Baum corre nella cella che era già stata di Mabuse, dove la sua follia appare manifesta. (...) Il film conta due begli episodi che dimostrano il "genio fantastico di Lang nel suscitare il brivido con i mezzi più semplici". Il primo é la sequenza iniziale, nella quale si vede un uomo aggirarsi cauto in un'officina deserta che sembra vibrare di un rombo continuo, assordante. Il terrore evidente dell'uomo e l'assillante rumore finiscono per ossessionare il pubblico che non può ancora sapere che l'uomo sta spiando i falsari di Baum e che il rumore proviene dalla loro stamperia clandestina. Non sarebbe stato possibile descrivere con maggiore efficacia la vita in un regime di terrore, perché durante l'intera sequenza si intuisce l'imminenza del disastro e non si sa quando e dove cadrà la scure. Anche l'altro episodio si riferisce all'uomo che spia, che é un poliziotto di Lohmann. Catturato dalla banda, questa vittima della sadica crudeltà di Baum impazzisce e viene ricoverato in una cella del manicomio. Il disgraziato crede di vivere nel vuoto e quando Lohmann gli si avvicina, si scosta preso dal panico, cantando con voce animale: "Gloria ... gloria! ". Lang riesce a far apparire il vuoto reale. Il poliziotto pazzo é circondato da trasparenti pareti di vetro e questa incorporea luminosità suscita un orrore più conturbante di quello di un mondo d'ombre.
Indubbiamente il dottor Goebbels aveva i suoi motivi per proibire il film: tuttavia é difficile credere che il pubblico medio tedesco avrebbe afferrato l'analogia fra la banda di criminali del film e la banda di Hitler.
E anche intuendola, non si sarebbe sentito particolarmente invogliato a mettersi contro i nazisti, poiché Lang si é preoccupato esclusivamente di mettere in luce il fascino magico di Mabuse e di Baum e il suo film rispecchia quindi la loro forza irresistibile e diabolica più che la superiorità morale dei loro avversari. Certo, Lohmann sconfigge Baum, ma non é circondato da nessuna aureola. Come il suo predecessore, quel dottor Wenk che sgominava i criminali nel primo film di Lang su Mabuse, Lohmann é un funzionario incolore, e inadatto quindi a rappresentare una causa che implica soluzioni politiche.
La sua vittoria manca di un vasto significato morale. Come accade spesso nei film di Lang, la legge trionfa ma sono i fuorilegge che brillano. Questo film antinazista tradisce il potere esercitato dallo spirito nazista su menti insufficientemente preparate a combattere la singolare seduzione.
Siegfried Kracauer, Cinema tedesco 1918-1933 Mondadori 1954 |
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