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Book of Life (The) - Book of Life (The)


Regia:Hartley Hal

Cast e credits:
Sceneggiatura: Hal Hartley; fotografia: Jim Denault; musiche: PJ Harvey, P. Comelade, David Byrne, Ben Watt, Yo La Tengo; montaggio: Steve Hamilton; interpreti: Martin Donovan (Gesù), P.J.Harvey (Maddalena), Thomas Jay Ryan (il Diavolo), Dave Simonds (Dave), Miho Nikaido (Eddie), D.J. Mendel (l'avvocato), Katreen Hardt (la centralinista), James Urbaniak (James); produzione: La Sept ARTE (Unité de Programmes Fictions Pierre Chevalier) - Haut et Court (Carole Scotta, Caroline Benjo, Simon Arnal) - True Fiction Pictures (Thierry Cajianut, Matthew Myers); distribuzione: Lab80; origine: Usa, 1998; durata: 63'

Trama:Areoporto JFK, New York, 31 dicembre 1999. Gesù arriva con la sua assistente, la bella e misteriosa Magdalena. Tutto il mondo si pone la medesima domanda: l'inizio del nuovo millennio significa la fine del mondo? Gesu conosce la risposta. Nel corso della giornata Gesù cammina per New-York, incontra uomini e donne, ma presto deve decidere sulla sorte delle anime del genere umano. Anche il Diavolo è in città, vaga di bar in bar per recuperare le anime pure. Un uomo e una donna, una coppia tra tante, vengono sottomessi dalla sua retorica tentatrice. Inseguito da un'armata di avvocati, Gesù tenta di rinegoziare i termini dell'Apocalisse. La collera di Dio si abbatte sul cielo di New-York, in questo giorno in cui tutto può essere capovolto...

Critica (1):Capriccioso eppure profondamente serio, The Book of Life di Hal Hartley trasforma con libertà il Libro della Rivelazione in una stramba favola religiosa che inizia con toni comici, ma diventa via via più riflessiva. Girato su supporto video digitale e poi gonfiato in 35mm, con toni pastello e pieno di sovrimpressioni digitali, il film ha un aspetto etereo e leggero che si scontra stranamente con la seriosità del soggetto. Questo film di un'ora può essere considerato un degno complemento di Henry Fool, la precedente favola pop del regista. Thomas Jay Ryan, che era uno dei protagonisti in quel film, conferisce qui al suo Satana la stessa mescolanza di delusa grandiosità e amarezza; è un volto familiare, un depresso cronico nonché un inguaribile bastian contrario. Cosa accadrà allo scoccare della mezzanotte? Il mondo finirà? O Gesù, che comincia a non condividere le manie punitive del padre, sarà più comprensivo nei confronti della follia umana e deciderà di disdire l'apocalisse? Mettiamola così: con Hartley, Gesù diventa un pacato umanista liberale, con la mente di uno scrittore di fantascienza.
Stephen Holden, "The Millennium in Fable and Reality", The New York Times, 10/10/1998

Critica (2):Irreale, questo The Book of Life di Hal Hartley. Ad un evento eccezionale si risponde con un trattamento eccezionale, non solamente attraverso l'intrigo, ma anche attraverso la maniera. Cristo ritorna sulla terra, per portare a compimento la fine dei tempi e salvare i giusti che se lo meritano - e, si sa, questi sono relativamente pochi. Le complicazioni sorgono da tutte le parti. Non è tutto chiaro, si riconosce qualche personaggio biblico, ci si diverte con un soggetto escatologico trattato come un film di spionaggio. Sia il soggetto che il bianco e nero aiutano e viene da pensare a un Ferrara che non si prende veramente sul serio, così come d'altra parte, di fronte al finale, il pensiero non può non correre a Il cielo sopra Berlino. È sicuramente uno degli episodi più interessanti per il modo con cui a poco a poco affronta molti dei temi trattati nella serie (la morte come castigo, la fine del mondo, l'amore possibile tra gli uomini, gli amori difficili), inserendoli in un quadro, narrativo e formale, assai ambizioso che rende legittima la compresenza di tutti questi aspetti.
Vincent Amiel, "Exercices de style. La série "2000 vu par..."", Positif n. 458, 4/1999

Critica (3):Hal Hartley è troppo intelligente per essere definito un eccentrico. Il suo nuovo film per la televisione parla di Gesù e del Diavolo che bevono un drink assieme l'ultimo giorno del XX secolo, accordandosi sulle anime degli uomini e decidendo se davvero la vigilia del millennio è il momento indicato da San Giovanni come il giorno del giudizio. Dopo Deep Impact e Armageddon, ecco un nuovo punto di vista sulla fine del mondo. La fotografia è sorprendente per la sua originalità, nel suo usare immagini offuscate e i colori primari con grande effetto. La sceneggiatura, come sempre in Hartley, è perfettamente architettata. Il suo linguaggio è assolutamente stilizzato, e tuttavia esatto come le facce di un diamante. La recitazione degli attori nei suoi film è unica. Martin Donovan (Gesù) conosce benissimo il modo di lavorare di Hartley e calza perfettamente nei ruoli che gli si richiedono. Gesù arriva a Londra con Maddalena (la cantautrice inglese P. J. Harvey), una misteriosa assistente dai capelli scuri e vestita di nero, per incontrare gli avvocati del Padre e discutere i termini dell'apocalisse. Nel frattempo, anche il Diavolo è in città, nel bar di un hotel, nel ruolo di uno che sta uscendo dalla depressione, quasi sempre pronto a declamare passi scelti dal libro dell'Apocalisse. Il film è oscuro in un modo brillante e divertente in maniera oscura, un caleidoscopio visivo e musicale (P. J. Harvey, David Byrne, Ben Watt, Yo La Tengo e altri). Donovan è imperturbabile come solo lui sa essere e non lascia mai che un minimo cenno di espressione oscuri la calma del suo volto. Maestro nella recitazione minimalista, è il messo inviato da Hartley sulla terra. P. J. Harvey ha uno sguardo naturalmente drammatico, le basta guardare in macchina come un angelo venuto da lontano e camminare veloce nei suoi calzoni attillati, come se fosse sempre in ritardo per il pranzo. Ad ogni nuovo film, una cosa diventa sempre più evidente: Hal Hartley è un alieno. La sua immaginazione è millenni avanti rispetto a quella dei comuni mortali. Ecco perché qualcuno può rimanere confuso.
The Wolf, insideout.o.uk

Critica (4):
Hal Hartley
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