Remember
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Regia: | Egoyan Atom |
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Cast e credits: |
Sceneggiatura: Benjamin August; fotografia: Paul Sarossy; musiche: Mychael Danna; montaggio: Christopher Donaldson; scenografia: Matthew Davies; costumi: Debra Hanson; effetti: Intelligent Creatures Inc; interpreti: Christopher Plummer (Zev Guttman), Martin Landau (Max Zucker), Bruno Ganz (Rudy Kurlander N. 1), Jürgen Prochnow (Rudy Kurlander N. 4), Heinz Lieven (Rudy Kurlander N. 2), Dean Norris (John Kurlander), Henry Czerny (Charles Guttman), Sofia Wells (Molly), Peter DaCunha (Tyler), Kim Roberts (Paula), Janet Porter (madre di Molly), Stefani Kimber (Inge), Duane Murray (padre di Tyler), Amanda Smith (Cele); produzione: Serendipity Point Films, in associazione con Distant Horizon-Detalle-Egoli Tossell Film-Telefilm Canada; distribuzione: BIM, origine: Canada, 2015; durata: 95'. |
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Trama: | Il 90enne Zev scopre che la guardia nazista che assassinò la sua famiglia circa 70 anni fa vive attualmente in America sotto falso nome. Malgrado le evidenti sfide che la scelta comporta, Zev decide di portare a termine una missione per rendere una giustizia troppo a lungo rimandata ai suoi cari, portandola a compimento con la sua stessa mano ormai tremolante. La sua decisione dà l'avvio a uno straordinario viaggio intercontinentale con conseguenze sorprendenti. |
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Critica (1): | Zev Guttman è un vecchio ebreo che vive in una casa di cura. Ha appena perso sua moglie, ma non lo ricorda: soffre di disturbi della memoria, il prezzo da pagare all'incombente demenza senile. Ciò che non dimentica sono i cinque numeri tatuati sulla pelle, eredità della prigionia nei campi di concentramento che Zev ha condiviso con l'amico Max, sedia a rotelle e cervello lucido, con cui ha escogitato un piano. Max ha scoperto che l'ufficiale di Auschwitz responsabile dello sterminio delle loro famiglie vive negli Stati Uniti sotto falso nome. Ora che Zev è rimasto solo, può uscire dalla casa di riposo, salire su un taxi, seguire le istruzioni che Max gli ha scritto in una lettera da conservare gelosamente in tasca, mettersi sulle tracce del vecchio nazista, ucciderlo. Il sopravvissuto, senza niente da perdere e con poco da ricordare, intraprende un viaggio alla ricerca di una vendetta che abbia il sapore di una giustizia ipotetica, ormai impossibile da ottenere.
Atom Egoyan, che al genocidio degli armeni ha dedicato il commosso e potente Ararat, torna con Remember a occuparsi di una tragedia del XX secolo: la Shoah, l'eredità che ha lasciato alle sue spalle, la rappresentazione del male che sfugge anche al ricordo. In Remember tutto è declinato al presente, nella testa non sempre lucida e nelle mani spesso fragili dei pochi sopravvissuti, fantasmi di un dramma che sembra svanire nella Storia. Il piano di Max e Zev consiste proprio in questo: feuuare l'oblio e marcare, con un'esecuizione simbolica, un segno nella memoria. Egoyan affida all'empatia dei suoi attori il carico emotivo del film: Christopher Plummer dona a Zev un'aria di solenne eleganza, di compassata fragilità, di cieca abnegazione mentre il Max di Martin Landau, con i movimenti limitati da carrozzine e respiratori, tesse la sua rete come un imperturbabile deus ex machina. Nella prima parte Remember costruisce con sapienza la sua atmosfera: Egoyan, dopo i passi falsi di Devil's Knot e The Captive, si affida a uno stile semplice ma non banale, ritrova una fluidità narrativa, una costruzione lineare ma efficace della suspense, un'aderenza stilistica al racconto. Alcuni personaggi minori sono descritti con precise pennellate; la memoria traballante di Zev si rispecchia nella rimozione collettiva dell'Olocausto, scomodo ricordo sfocato nel tempo; il cuore nero dell'America si rivela tra armi facili e croci uncinate nascoste nel tinello.
A Egoyan però sta più a cuore il meccanismo teorico alla base del film che la storia, per quanto tragica, che sta raccontando. Pur evitando eccessi simbolici, Egoyan semina dubbi e incongruenze per testimoniare la frammentazione inevitabile della verità e il suo rapporto intrinseco con la menzogna, raddoppia i giochi di specchi e apparenze fino a condurci a un colpo di scena che fortifica l'impianto del film depotenziando — non senza qualche remora morale — il senso profondo della storia. Remember parte come un noir etico sul valore della sopravvivenza e della memoria per poi adagiarsi sul suo significato metaforico e vagamente ombelicale che sfuma la natura imperscrutabile del vero declinandola come puro espediente narrativo. Un gioco di maschere che funziona alla perfezione ma che, alla fine, suona un po' vuoto.
Federico Pedroni, Cineforum n. 548, 10/2015 |
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Critica (2): | 27/01/2016 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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