Uomini superflui - Überflüssige Menschen
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Regia: | Rasumny Alexander |
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Cast e credits: |
Sceneggiatura: Alexander Rasumny, da 11 novelle di Anton Cechov; fotografia: Otto Kanturek, Karl Attenberger; scenografia: Andrej Andrejew, Stefan Lhotka; interpreti: Eugen Klöpfer (Andrej Karlowitsch Sigajew), Camilla von Hollay (sua moglie Dunja), Heinrich George (Balagula), Werner Krauss (Suka); produzione: Prometheus Film-Verleih und Vertriebs–GmbH, Berlino; da: Bundesarchiv-Filmarchiv e Cineteca del Comune di Bologna; didascalie: in tedesco; accompagnamento musicale: Alain Baents (pianoforte); origine: Germania, 1926; lunghezza: 2220 m.; durata: 110’. |
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Trama: | Film a episodi tratto da diversi racconti di Cechov, cast con attori tedeschi molto noti all’epoca. Inserita in una tragicomica catena di eventi è anche il racconto Novel with a double-bass della quale sono stati fatti diversi adattamenti. Una piccola città russa. La moglie di un sarto fugge con un illusionista che girovaga per il paese con una troupe di artisti. Il sarto, che nel suo tempo libero suona il contrabbasso in un complesso locale, decide di sparare prima all’illusionista, poi alla moglie e infine a se stesso. Alla fine, però, non realizza il suo piano. Diventa invece schiavo dell’alcol e, mentre è ubriaco, dà fuoco al suo appartamento. Il vetturino Balagula (interpretato da Heinrich George), che suona il trombone nel complesso, salva il sarto. Ma anche questa tragedia non lo allontana dal bere, il che mette a rischio la programmata esibizione dei musicisti a una festa di fidanzamento. Nel frattempo sua moglie si è separata dall’illusionista e ha lasciato il villaggio per affrontare un futuro incerto. Passata la sbornia, il sarto si dirige alla festa di fidanzamento con il suo contrabbasso. Lungo la strada, si ferma per una nuotata e nel frattempo gli vengono rubati i vestiti. Nudo com’è si imbatte nella futura sposa, anch’essa nuda. Anche i suoi vestiti sono stati rubati mentre stava nuotando. Il sarto acconsente ad accompagnarla a casa nella custodia del contrabbasso. Ma quando si imbatte in due uomini che egli presume siano i ladri dei suoi vestiti, abbandona la custodia e li insegue. Un po’ più tardi altri due musicisti del complesso trovano la custodia e se la portano alla festa. Qui è causa di un tremendo scandalo, quando la futura sposa, nuda, esce dalla custodia del contrabbasso. |
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Critica (1): | “Cosa c’è di più bello della morte” dice Eugen Klöpfer riassumendo tutti i desideri di un gruppo di provinciali per i quali la vita è un peso insostenibile e le convenzioni l’unico motore/ragione della sopravvivenza. Nel gioco continuo di travalicare il confine tra dramma e commedia, memorabile la raccomandazione: “non picchiatelo, non troveremmo mai un altro che suona il contrabbasso come lui”. Film in bilico che interpreta l’anima russa, lontano dalla Russia e con molti dei migliori volti del cinema tedesco, espressione di un cinema differente fatto di scarti e intuizioni inattese (la scena del bagno e la seguente fuga nella custodia), Überflüssige Menschen è un piccolo gioiello che risplende su un passaggio superfluo del cinema europeo.
Francesco Pitassio |
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Critica (2): | La Prometheus, sull’onda del successo del Potemkin, si sviluppò ulteriormente. Distribuì sempre più film russi sul mercato tedesco, acquisendo una posizione di monopolio in questo campo (…). In seguito ad una legge tedesca a difesa della produzione nazionale, ciascun distributore era obbligato a produrre un film tedesco ogni tre pellicole straniere importate. Cosicché la Prometheus fu costretta a realizzare i propri film. Tuttavia, la prima produzione dell’azienda perseguì i vecchi modelli. Proprio in quel periodo si trovava a Berlino un regista russo, Alexander Rasumny, in attesa di ottenere un visto per gli Stati Uniti. Gli venne offerto di realizzare un film per la Prometheus; perciò mise in scena Überflüssige Menschen. Il soggetto tratto da Cechov, attori tedeschi famosi (George, Krauss) e un noto scenografo russo che aveva lavorato al Teatro d’Arte di Mosca e al cabaret “L’uccellino azzurro” (Andrej Andrejew) avrebbero dovuto assicurare il successo dell’opera. Ma le aspettative erano ormai mutate, e il film mancò il bersaglio. La rappresentazione grottesca, basata su uno psicologismo da atmosfera, della Russia ubriacona dei bei tempi andati non incontrò i nuovi stereotipi. (…) Subito dopo il film Rasumny ricevette nuove offerte, questa volta dalla Phoebus, che collaborava con la MGM: realizzare Pique Dame e Fürst oder Clown. Il primo soggetto trasportava una favola russa nella Berlino dell’inflazione, il secondo era una tipica operetta ambientata nei Balcani. Rasumny, nelle sue memorie, fornisce una propria versione del soggiorno berlinese: “In attesa del visto andai in Germania alla sezione commerciale della nostra ambasciata. (…) Alla fine del 1928 riuscii ad ottenere il permesso per il rimpatrio in Russia, dove iniziai immediatamente il mio lavoro alla Sovkino”. Non fu l’unico viaggiatore, a lungo incapace di risolvere la questione: tornare o restare.
Oksana Bulgakowa, Russische Film-Emigration in Deutschland: Schicksale und Filme, in Die ungewöhnlichen Abenteuer des Dr. Mabuse im Lande der Boschewiki, Berlin, Freunde der Deutschen Kinemathek, 1995 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
| Alexander Rasumny |
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