Santa subito
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Regia: | Piva Alessandro |
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Cast e credits: |
Soggetto: Alessandro Piva, Laura Grimaldi; sceneggiatura: Alessandro Piva, Laura Grimaldi; fotografia: Alessandro Piva, Michele Falleri; musiche: Mattia Vlad Morleo; montaggio: Alessandro Piva, Michele Falleri; suono: Marco Pezzella, Alessandro Piva, Michele Falleri; interpreti: Piero Scorese, Angela Dachille, Rosa Maria Scorese, Mario Defilippis, Dino Tarantino, Tino Lucariello, Mariapia Vigilante; produzione: Seminal Film, Apulia Film Commission e Fondazione con il Sud; origine: Italia, 2019; durata: 60’. |
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Trama: | Bari, fine degli anni '80. Santa Scorese ha poco meno di vent'anni e come ogni ragazza custodisce sogni e apprensioni, che affida al suo diario. Nel suo cuore ardono fede cristiana e fame di vita: è ferma nel voler assecondare la sua vocazione spirituale, non prima però di aver conseguito la laurea, come ha concordato con i suoi. Qualcuno però si intromette tra Santa e le sue aspirazioni. Un uomo incrociato per caso negli ambienti parrocchiali prende a farle appostamenti, a inviarle lettere deliranti, a pedinarla ovunque per tre lunghi anni, proseguendo di fatto indisturbato nonostante le ripetute denunce. |
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Critica (1): | Il documentario di Alessandro Piva sulla vita e la tragica scomparsa di Santa Scorese, uccisa nel 1994 da uno stalker ante litteram (ovvero prima che il profilo fosse codificato nella legge italiana), è ordinato, pulito, non sottovaluta nemmeno per un secondo il proprio compito né cede alla tentazione di drammatizzare.
Gli eventi, infatti, già nel racconto indiretto di conoscenti, amici e soprattutto familiari suscitano reazioni profonde. Santa Subito non ostenta particolari vezzi registici, ma restituisce meglio di tanti esempi una storia chiara, guidata con decisione da un punto di partenza a un altro di arrivo.
E non si intende solo la storia nella storia, quella raccontata dalle interviste, ma anche la storia che emerge dalla storia, la tesi che sottende al documentario, il perché della pellicola. Il filo conduttore, sin dal titolo d’altronde, è la cristianità, l’amore verso il divino di una ragazza che, sin da bambina, non ha mai smesso di dedicarvisi completamente. E che in ciò, pur nel momento della morte, trova un conforto e un legame profondo.
Un legame che, forse, le varrà la beatificazione. E chissà che un giorno non si parlerà di “Santa Santa”, come puntualizza, con un sorriso, il film stesso. Già oggi, comunque, colpisce il racconto di una donna vittima come tantissime prima e altrettante dopo di lei, l’esempio di una sofferenza demi-universale sempre più, ma ancora non abbastanza, protetta dalla legge.
Andrea Giovalé, cinematografo.it, 28/10/2019 |
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Critica (2): | (…) Sin dal titolo, Santa subito propone un quesito che poi è la chiave di lettura dell’intero mediometraggio: quello di Santa è stato un martirio? Per chi crede, come altro interpretare l’uccisione di una donna cresciuta negli ambienti parrocchiali ed interamente dedita al verbo di Cristo? Ancora di più se la mano omicida è quella di un persecutore anch’egli ossessionato dalla religione, ma con segno diametralmente opposto.
Piva, che tramite le interviste a familiari e conoscenti della vittima riesce a restituire in maniera efficace lo spaccato sociale dell’epoca, preferisce omettere quasi completamente la descrizione del carnefice. Una scelta che però si dimostra penalizzante.
Perché, non approfondendo il lato criminale della vicenda, il passato dell’omicida e le susseguenti indagini, anche la denuncia politica che è dietro Santa subito perde di efficacia. Una delle parti migliori del film è infatti quella in cui le immagini di repertorio riferiscono di un’Italia ancora terribilmente indietro sulla lotta al femminicidio ed ai fenomeni di stalking.
Ma, omettendo quasi del tutto l’identità del killer, non si restituisce appieno quel sentimento d’urgenza legato alla necessità di dare strumenti efficaci alle istituzioni, di modo da poter contrastare fenomeni di persecuzione come quello vissuto dalla famiglia Scorese.
Senza quella parte di racconto, la presa di posizione nei confronti del femminicidio rimane epidermica e lascia quasi l’idea di una provvidenziale (nel senso manzoniano) accettazione dei fatti accaduti. È stato dunque un martirio, quello subito da Santa Scorese? Se lo si legge secondo dei riferimenti culturali di stampo cattolico, probabilmente sì.
Se però la si vede sotto un differente profilo, quella di Santa Subito è una laicissima storia di arretratezza giuridica. E questa, purtroppo, è la cosa che conta di più.
Gianluca Vignola, sentieriselvaggi.it, 9/12/2019 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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