Saremo giovani e bellissimi
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Regia: | Lamartire Letizia |
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Cast e credits: |
Regia: Letizia Lamartire; soggetto: Marco Borromei; sceneggiatura: Marco Borromei, Letizia Lamartire, Anna Zagaglia, Federica Pontremoli; fotografia: Giuseppe Chessa; musiche: Matteo Buzzanca; montaggio: Fabrizio Franzini; scenografia: Laura Inglese; costumi: Fiordiligi Focardi; suono: Denny de Angelis; interpreti: Barbora Bobulova (Isabella), Alessandro Piavani (Bruno), Massimiliano Gallo (Umberto), Federica Sabatini (Arianna), Elisabetta de Vito (Amalia), Ciro Scalera (Giorgio), Paola Calliari (Isabella giovane), Victoria Silvestro (Martina), Tiziana Viano (madre di Martina), Matteo Buzzanca (manager Torrione), Gianvincenzo Pugliese (tastierista), Gianluca Pantosti (batterista); produzione: Csc- Centro Sperimentale di Cinematografia Production con Rai Cinema; distribuzione: CSC Production; origine: Italia, 2018; durata: 92’. |
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Trama: | Isabella ha diciotto anni nei primi anni Novanta, ed è una star. Incide un album che ha un enorme successo e che per un'estate intera passa su tutte le radio e le televisioni. Poi più̀ niente. Oltre vent'anni più tardi, canta quegli stessi brani in un locale di provincia con suo figlio Bruno, chitarrista. È a causa del ragazzo che la sua carriera si è fermata, o almeno questo è quello che si racconta Isabella. Bruno e Isabella sembrano più̀ fratello e sorella che madre e figlio. Famiglia non convenzionale e sgangherata, i due sono legati da un rapporto a tratti morboso, uniti contro il mondo. Questo legame però si rompe quando Bruno incontra Arianna, leader di un gruppo rock che gli propone di entrare nella sua band. |
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Critica (1): | Il lungometraggio Saremo giovani e bellissimi è la sintesi dei due universi a me più cari: Il cinema e la musica. Entrambi passioni della mia vita, in continuo divenire, nel loro rincorrersi, raggiungersi, amalgamarsi, per poi nuovamente scindersi e crescere in autonomia.
Il lavoro fatto con gli attori è stato particolarmente difficile, perché i personaggi sono musicisti,abbiamo lavorato sugli strumenti, le posture sul palco, la voce. La mia piccola esperienza al Conservatorio mi è stata utilissima per la messa in scena; ho deciso di insegnare io stessa ad Alessandro a suonare la chitarra, era un modo per lavorare anche sul personaggio. Ha passato un’intera estate con me.
La musica ha un ruolo fondamentale, perché vuole offrire allo spettatore input che vadano oltre l’immagine, ma che, nello stesso tempo, accompagnino lo snodo narrativo, in una caleidoscopica sinestesia emozionale. Oserei affermare che essa sia la terza protagonista di questo film: è legata alla sceneggiatura e si fa drammaturgia. Durante i momenti musicali, infatti, l'azione non solo non si interrompe, ma incarna le relazioni sostituendo dialoghi, gelosie, rotture e riappacificazioni. Di qui la necessità di avere delle musiche originali, brani che fanno capo a due generi molto distanti tra loro, così come lo sono i due mondi che in questo film si scontrano.
Da un lato c'è la musica italiana degli anni Novanta, che racconta l'anima di Isabella, l'età̀ gioiosa della giovinezza nella quale è rimasta intrappolata. Dall'altro c'è Arianna, che con la sua band rappresenta la musica sofisticata delle nuove generazioni. E in mezzo c'è Bruno, che oscilla tra i due generi e le due donne, pur essendo un musicista e compositore di talento, con un suo mondo musicale in divenire.
L'universo privato di Bruno e Isabella è gioioso e allegro. Il loro rapporto è un'eterna commedia, leggera e fresca, anche nel dolore della perdita raccontato dal film. Ed è per questo che non è possibile stabilire dove inizia il dramma e dove finisce la commedia. Mantenere questo doppio tono era uno degli obiettivi principali della mia idea di regia, nella convinzione che in fin dei conti qualunque distacco tra genitori e figli sia un po' come la fine di una storia d'amore e le relazioni sentimentali – lo sappiamo – spesso all'esterno appaiono buffe o ridicole, ricche di ripicche infantili e scelte dolorose.
Il mio intento era anche quello di scandagliare la profondità di un legame, in questo caso quello madre-figlio, per mettere in evidenza la forza nella fragilità, le contraddizioni, la tenacia di un cordone ombelicale sempre difficile da recidere, la cui rottura è comunque indispensabile a entrambi per crescere e per volare in libertà. Il tutto visto con sorriso ironico, divertente, che possa insegnarci a guardare gli eventi con prospettive diverse, dall’alto-dal basso-dal dentro-dal fuori, per giocare con la vita, prendendola seriamente in giro, aggirandola fin quando è possibile
e scontrandosi per trasformarsi, diventando giovani.
Ritengo che si diventi bellissimi da adulti, quando si amalgamano le passioni giovanili, gli
entusiasmi, gli inciampi, le riprese coraggiose, a quel distacco lento e sornione che appartiene alla consapevolezza della maturità. Di qui il titolo. Invito a mescolare passato e futuro per vivere l’attimo, nella tensione del sentirsi vivi e del proiettarsi.
Questo film è stato da subito una “bellissima responsabilità”, per motivi intuibili, ma ci abbiamo creduto. Dietro la macchina da presa c’è una squadra: sceneggiatura, fotografia, scenografia, costumi, in cordata per essere sempre giovani e bellissimi. Non ieri. Oggi. Perché adesso è già futuro.
Letizia Lamartire, Note di regia, dal pressbook del film |
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Critica (2): | La stesura delle musiche per Saremo giovani e bellissimi ha richiesto due fasi di lavorazione.
Una, prima delle riprese del film, ovvero la scrittura delle canzoni che sarebbero state messe in scena; la seconda, di stesura delle musiche di commento a film montato.
Ho composto due canzoni per ognuno dei personaggi principali, Isabella, suo figlio Bruno e Arianna. Tre storie e personalità diverse, ciascuna doveva possedere un carattere musicale distintivo. Nella costruzione dei brani per Isabella era fondamentale riproporre un immaginario sonoro riferito a un’esperienza musicale passata e in qualche modo riconoscibile, per dare maggior verità al personaggio. Tic Tac è ispirata alle sonorità di fine anni Ottanta, un po’ alla Vanessa Paradis, la hit radiofonica di Isabella da giovane. Le parole scritte da Lorenzo Vizzini hanno regalato delle immagini originali, tra queste la frase “saremo giovani e bellissimi” ha dato il titolo al film. Ho scoperto che Barbora Bobulova aveva studiato canto lirico, ho quindi cercato per il secondo brano una linea melodica più sinuosa che permettesse di valorizzare maggiormente le sue caratteristiche vocali. Il resto lo hanno fatto le atmosfere e le armonie ispirate ai successi dei Matia Bazar e di Franco Battiato insieme a un testo dai richiami esotici.
Così è nata Le spiagge di Damasco.
Per Bruno e Arianna era necessaria la lingua inglese per evitare che l’eventuale testo in italiano aggiungesse dei sotto-significati alle scene e per creare una distinzione più netta tra i due personaggi giovani e Isabella.
Le canzoni scritte per Bruno sono minimali nei suoni e nel profilo melodico, intime, come piccoli segreti che solo nel finale il ragazzo rivela alla madre. Here We Are e We Are Lost dipingono la relazione tra i due, il loro viaggio sospeso nella difficoltà di comunicare. Alessandro Piavani mi ha sorpreso dimostrandosi anche un’interprete dall’espressività non comune.
Lo stile di Arianna richiedeva invece grinta e qualche sfumatura dark. Un suono rock dalle venature new wave ha preso forma attorno a New Lords e They Change Your Heart, a cui ho dato voce grazie al timbro scozzese di Emma Morton, che ha collaborato alla stesura dei testi.
Per quanto riguarda la colonna sonora ho voluto evitare lo stereotipo, cercando di rendere originale ogni singola scena, correndo anche qualche rischio.
Le sequenze ambientate all’interno del Big Star hanno richiesto inoltre particolare attenzione. La discoteca è un luogo dove la musica è già presente, è interna al racconto e ogni elemento in scena lo ribadisce, le luci stroboscopiche, i corpi che ballano a tempo. Ho costruito quindi un mondo elettronico che vivesse a cavallo tra la dimensione interna di quell’ambiente e la funzione extradiegetica che volevo dissociata emotivamente rispetto al contesto.
La composizione ha richiesto grande varietà e versatilità e ho avuto la fortuna di confrontarmi con Letizia, che nonostante la giovane età è una regista molto preparata anche musicalmente.
Sin da subito ha saputo apprezzare il mio lavoro in ogni minimo dettaglio. Il nostro è stato un confronto costante e profondo, a tratti molto divertente, imprescindibile per la buona riuscita di un film di questo genere.
Matteo Buzzanca, autore delle musiche, dal pressbook del film |
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Critica (3): | “Ci incontreremo 20 anni fa”. È la chiosa del singolo di maggior successo di Isabella, che nei primi anni Novanta era una star e oggi ripropone – senza alcun seguito – lo stesso repertorio in un locale di provincia con suo figlio Bruno, chitarrista.
Madre e figlio legati da un rapporto a tratti morboso, Isabella e Bruno si allontanano e si riavvicinano con la stessa velocità di un riff new wave, più simili a sorella e fratello, intrappolati in un amore unico ed esclusivo.
Il tramonto artistico per una e la possibilità di intraprendere un nuovo cammino musicale per l’altro metteranno a dura prova la loro unione.
Ha uno sguardo consapevole e a tratti suggestivo l’esordiente Letizia Lamartire, che al netto di qualche ingenuità e sfumature drammaturgiche gestite non proprio al meglio, confeziona un discreto film capace di sedurre anche grazie – se non soprattutto – alla predominante musicale, trascinante commistione di sonorità new wave e indie rock, con brani originali firmati da Matteo Buzzanca, presente in un cammeo.
È in quei bei momenti di atmosfere nostalgiche e lisergiche, negli occhi vivi e stanchi di una Barbora Bobulova in uno dei migliori ruoli della sua carriera, nell’indiscutibile presenza di Federica Sabatini, è Arianna, frontman della rock-band con cui inizierà a collaborare Bruno (Alessandro Piavani), che Saremo giovani e bellissimi dà il meglio di sé. Restando sospeso tra la malinconia di un passato che non tornerà più e l’ambizione di un futuro proiettato su nuovi sentieri.
“Ci incontreremo 20 anni fa”.
Valerio Sammarco, cinematografo.it, 18/9/2018 |
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Critica (4): | Cinema, musica e una coppia insolita. Una madre e un figlio. Una eterna indecisa adolescente e un ragazzo più grande della sua età. Saremo giovani e bellissimi è l’opera prima di Letizia Lamartire, un esordio che non passerà inosservato. Un film attento e serrato, con i tempi giusti e le note perfette. Come cinema e musica si seguono e rincorrono e afferrano e poi dividono nella vita della regista, stessa dinamica seguono i suoi personaggi. Isabella e Bruno, madre e figlio, complici ma in conflitto. Saremo giovani e bellissimi mostra una dinamica familiare non sui generis, ma che ha la capacità di coinvolgere lo spettatore con i dialoghi e con le musiche.
Protagonisti in Saremo giovani e bellissimi sono Barbora Bobulova e Alessandro Piavani. Da un lato abbiamo un’attrice conosciuta e sempre impeccabile che qui eccelle, in quello che forse è il ruolo che maggiormente le rende giustizia e le affida uno spazio ricco di sfumature e sensibilità. Dall’altro c’è un giovane attore, un volto pulito e nuovo che subito diventa familiare e attraente. Sono due professionisti che hanno saputo creare un giusto equilibrio tra i loro personaggi, proteggendo l’alchimia distorta che si ha dalla sceneggiatura. “Il lavoro fatto con gli attori è stato particolarmente difficile”, ha raccontato Letizia Lamartire,“perché i personaggi sono musicisti, abbiamo lavorato sugli strumenti, le posture sul palco, la voce. La mia piccola esperienza al Conservatorio mi è stata utilissima per la messa in scena; ho deciso di insegnare io stessa ad Alessandro a suonare la chitarra, era un modo per lavorare anche sul personaggio. Ha passato un’intera estate con me”.
La mossa azzardata ma vincente della regista di Saremo giovani e bellissimi è stata quella di riservare uno spazio alla scrittura, uno alla regia pura e uno alla musica. Queste tre componenti rendono il risultato bello, non avvincente ma vibrante. È la musica a dare quel quid in più. Una musica per nulla casuale ma ben studiata e posizionata. “La musica ha un ruolo fondamentale, perché vuole offrire allo spettatore input che vadano oltre l’immagine, ma che, nello stesso tempo, accompagnino lo snodo narrativo, in una caleidoscopica sinestesia emozionale. Oserei affermare che essa sia la terza protagonista di questo film: è legata alla sceneggiatura e si fa drammaturgia”, dice la regista. “Durante i momenti musicali, infatti, l’azione non solo non si interrompe, ma incarna le relazioni sostituendo dialoghi, gelosie, rotture e riappacificazioni”. In Saremo giovani e bellissimi la musica diventa personaggio e necessità, per questo motivo è divisa in tre mondi ben distinti. Da un lato la musica italiana degli anni ‘90, che racconta l’anima di Isabella; dall’altro la musica delle nuove generazioni; e poi c’è l’universo di Bruno in cui la musica oscilla tra i due generi e due donne, la madre e l’amata. La parte musicale è a firma di Matteo Buzzanca. (…)
Margherita Bordino, artribune.com, 2/9/2018 |
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