Danzón - Danzón
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Regia: | Novaro María |
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Cast e credits: |
Sceneggiatura: Maria Novaro, Beatriz Novaro; fotografia: Rodrigo Garcia; montaggio: Nelson Rodriguez, Maria Novaro; musica: Danzonera Alma de Sotavento, Manzanita Y el Son, Marimba "La voz de Chiapas"; interpreti: Maria Rojo, Carmen Salinas, Margarita Isabel, Tito Vasconcelos, Bianca Guerra; produzione: Jorge Sanchez per Mexican Film Institute - Macondo Cine Video - FFCC- Television Espagnola - Tabasco Films; distribuzione: A.B. FILM; origine: Messico, 1991; durata: 120'. |
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Trama: | Julia è una telefonista di Città del Messico che ha solo tre cose nella vita: il lavoro, sua figlia e il danzón. Ogni settimana Julia frequenta la pista da ballo del "Salón Colonial" con il suo partner di ballo, Carmelo. La vita di Julia cambia quando Carmelo sparisce e lei decide di andare a cercarlo a Veracruz. |
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Critica (1): | Un ballo popolare messicano - il "danzon" - che unisce l'uomo e la donna in un ritmo travolgente e sensuale dà il titolo a questo film, impregnato della calda atmosfera dell'America Latina. Uno sguardo lontano, per cultura e formazione, da questo mondo non sarebbe riuscito a penetrarvi in profondità: solo un occhio avvezzo a scrutare una realtà familiare - quale è quello di Maria Novaro, regista messicana al suo secondo lungometraggio - poteva realizzare un film come Danzon, immerso nel caldo torrido del clima messicano, trasudante di sensualità come gli abitanti di quel paese. Non è solo la cura per l'ambientazione, come scene affollate rumorose, a trasmettere queste sensazioni, ma la scelta stessa dei colori caldi e intensi che troviamo sugli abiti dei personaggi, negli interni in penombra, nei cortili assolati. Nella ricerca di un uomo misteriosamente scomparso da parte di una una donna non più giovane (Dulia) che con lui faceva coppia fissa da lungo tempo ballando il danzon, s'intravede un mondo di personaggi strani, che vivono spesso ai margini della società, ma che proprio per questo, possiedono la capacità istintiva di affrontare la vita senza ansia nè angoscia. Prostitute che accudiscono amorevolmente i propri figli nelle ore di riposo, travestiti grassi e ridicoli nei loro abiti da donna, marinai seduttori animano il mondo popolaresco di Vera Cruz, in cui approda Julia in cerca del compagno. Tra i due il solo legame è la passione per la danza, che da anni li porta ad incontrarsi ogni settimana in balera. E il ballo - il danzon in particolare - a costituire l'unica forma di conoscenza fra Julia e il compagno: non s'incontrano al di fuori della sala da ballo; non sanno cosa faccia il partner, se non lavorare come telefonista, lei, e come cuoco, lui. Ma la misteriosa assenza dell'amico - fuggito a Vera,Cruz, sua città natale, perché ingiustamente accusato di un furto - rende Dulia consapevole del vuoto creatosi nella sua vita e di quanto poco conosca se stessa e i suoi desideri. II viaggio che intraprende Julia, lasciandosi alle spalle la vita ordinaria che conduce a Città del Messico (suddivisa tra lavoro, casa e serate in balera), diventa ben presto per lei un'esperienza fondamentale: dalla ricerca di un uomo - di un altro da sé - Julia passa alla ricerca di se stessa, della sua personalità. Il progressivo abbandonarsi della protagonista alla nuova realtà ne sottolinea il cammino interiore: persino il motivo principale del suo viaggio - ritrovare il compagno - perde quel carattere d'urgenza che l'aveva spinta a partire frettolosamente e diventa solo un ricordo, quasi una giustificazione al protrarsi del suo soggiorno nella nuova città. Julia si sentirà pronta a tornare a casa solo dopo aver vissuto con un giovane marinaio una breve, intensa storia d'amore, che sancisce definitivamente la trasformazione e la nuova maturità della protagonista. E attraverso gli occhi di Julia che ci viene mostrato il mondo pigro, ma vivace di Vera Cruz. È il suo sguardo di donna - dietro al quale si cela quello della regista - che penetra nella nuova realtà, e persino troppo romantica sdolcinata. Non a caso, poi i personaggi che la animano sono prevalentemente donne: la proprietaria dell'alloggio, le prostitute amiche di Julia, i travestiti, che rifiutalo, appunto, la loro identità. È l'universo femminile, con tutte le sue contraddizioni, ad essere scrutato e ad imprimere vigore al racconto. Non appena Julia diventa consapevole della sua nuova identità, sente il bisogno di ritornare alla vita ordinaria, rinunciando senza rimpianti al mondo stravagante, ma a lei estraneo di Vera Cruz. Come un tempo riprende a frequentare la balera assieme alle amiche. E quando una sera scorge sulla pista da ballo il compagno, gli si avvicina sapendo bene che tra loro nascerà una nuova relazione, non più anonima né fredda come quella di una volta.
Maria Chiara Pioppo, Cineforum, n. 318 1992 |
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Critica (2): | |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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