RETE CIVICA DEL COMUNE DI REGGIO EMILIA
; Archivio film Rosebud; ; Archivio film Rosebud
Torna alla Home
Mappa del sito Cerca in Navig@RE 

 > Aree tematiche > Cultura e spettacolo > Archivio film Rosebud > Elenco per titolo > 

Still life - Sanxia haoren


Regia:Zhang Ke Jia

Cast e credits:
Sceneggiatura
: Jia Zhang Ke, Sun Jianmin, Guan Na; fotografia: Nelson Yu Lik-wai; musiche: Lim Giong; montaggio: Kong Jinglei; scenografia: Liu Qiang, Liang Jindong; interpreti: Zhao Tao (Shen Hong), Han Sanming (Sanming); produzione: Chow Keung, Dan B, Ren Zhonglun per Xsream Pictures, in collaborazione con Shanghai Film Group; distribuzione: Lucky Red; origine: Cina - Hong Kong, 2006; durata: 108'.

Trama:In seguito alla costruzione della diga delle Tre Gole il vecchio villaggio di Fengjie, con 2000 anni di storia alle spalle, è già stato sommerso dalle acque. Il nuovo quartiere destinato a sostituirlo è ancora in costruzione perciò Han Sanming, un minatore rimasto lontano da casa per 16 anni, torna al suo vecchio villaggio per vedere cosa può salvare. Dopo aver ritrovato l'ex moglie, decide di risposarla. Anche l'infermiera Shen Hong torna a Fengjie in cerca del marito che non vede da due anni. I due si ritrovano ma capiscono invece che il loro matrimonio non ha più senso e decidono di lasciarsi per sempre.

Critica (1):Sanxia haoren / Still Life di Jia Zhangke, (è) un film al tempo stesso semplice e complesso, ambientato in un luogo che nell'ultimo decennio è divenuto emblematico rispetto ai mutamenti sociali e culturali che sta subendo la Cina. Il regista ha infatti scelto come unico scenario di questo suo sesto lungometraggio il territorio delle Tre gole del fiume Yangtze, un luogo che ben presto sarà spazzato via dalla costruzione della diga più grande del mondo, un progetto necessario per far fronte al crescente fabbisogno energetico del Paese ma che porterà all'innalzamento del livello delle acque e alla distruzione di città, villaggi e vallate ricche di millenni di storia.
È quindi sotto il segno della provvisorietà, dell'erosione, dell'inabissamento e dunque dell'inesorabile cancellazione non solo di un territorio fisico ma di un complesso tessuto sociale e culturale e della sua memoria storica che si pone il racconto delle vicende (narrate separatamente ma che contengono non pochi punti in comune) di un operaio di mezza età che, ritornato dopo molti anni alle Tre gole per tentare di rintracciare la moglie e la figlia, lavora alla demolizione degli edifici che verranno sommersi dalle acque, e di un'infermiera in cerca del marito, un ingegnere allontanatosi anni prima da casa per lavorare alla costruzione della diga. Ritrovata non senza difficoltà la moglie, l'operaio scopre che è legata con un contratto ad un battelliere: partirà per lavorare in miniera, rischiando la vita ma certo di poter guadagnare di più per riscattare la donna e raggiungere la figlia adolescente - che non ha mai conosciuto - a Shanghai. L'infermiera, invece, dopo aver rintracciato il marito, comprende che la loro unione non ha più senso, decide di lasciarlo e di tornare indietro da sola. Anche se le sorti dei due personaggi, com'è evidente, sono molto diverse (una famiglia che si riunisce ed un'altra che si dissolve definitivamente) entrambe sono segnate in maniera profonda dal moto di disgregazione imposto alla società cinese dall'avvento del comunismo prima e dalla liberalizzazione selvaggia poi.
È chiaro come la diga, gigantesco manufatto tecnologico, sorta di futuribile Grande muraglia, massimo simbolo dello sviluppo economico del Paese, divenga una sorta di Moloch incombente sui destini di milioni di persone legate più o meno direttamente a quel luogo, ognuna delle quali avrebbe un storia degna di essere raccontata. È proprio questa dimensione minima delle vicende narrate (non solo quelle dei protagonisti ma anche quelle dei tanti personaggi che per loro tramite incontriamo nel corso delle loro ricerche) che assume un valore enorme, un'importanza assoluta, di fronte a una concezione di progresso che coincide sempre meno (o meglio, non ancora) con quella di umanesimo. La famiglia, in fondo, è sempre stata il bersaglio diretto o indiretto, concreto o ideologico dei vari cambiamenti di indirizzo politico e ideologico avvenuti in Cina nell'ultimo secolo: che siano stati tragici eventi storici (guerre, rivoluzioni, migrazioni forzate, carestie), scelte prettamente ideologiche (il disprezzo per la famiglia come istituzione borghese durante la Rivoluzione culturale, la politica di disincentivazione delle nascite nel corso degli anni Ottanta e Novanta) o, come è avvenuto nell'ultimo decennio, l'ideologia dell'accumulo di beni materiali, il desiderio sfrenato di nuovi consumi, la sfrenata corsa al successo personale, l'istituzione che ha pagato il prezzo più alto è la famiglia nel senso più semplice ed alto di luogo deputato a preservare i sentimenti, gli affetti, la memoria.
Attraverso i suoi film, due dei quali presentati in concorso sempre a Venezia nel 2000 ( Zhantai/ Platform ) e nel 2004 (Shijie/ The World), Jia Zhangke si è guadagnato oltre a un posto di primissimo piano tra i registi cinesi anche un ruolo importantissimo nel portare avanti uno sguardo critico sul proprio Paese e sulle ingiustizie che ancora lo affliggono. Un atto d'accusa quanto mai coerente che il regista ha continuato a lanciare non solo in barba alla censura di Stato che da sempre l'ha osteggiato più o meno pesantemente, ma ormai anche contro i tanti suoi concittadini pronti a barattare con un'idea fallace di progresso e di ricchezza gli ideali di libertà, giustizia e uguaglianza. Ciò che più impressiona, in fondo, è la constatazione che, al momento della proiezione veneziana i luoghi, le strade, le case che hanno fatto da scenario alle vicende dei personaggi, non esistono più, già spazzati via dall'innalzamento delle acque, proprio come emerge da una sequenza dello stesso film in cui durante un programma televisivo viene annunciato che a metà del 2006 sarebbe stata ultimata la seconda fase del progetto, quella che avrebbe portato il livello del fiume decine di metri al di sopra delle location del film che, in questo modo, assume il valore altissimo di un'insostituibile testimonianza.
Fabrizio Colamartino, camera.minori.it

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Zhang Ke
(Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di); (Progetto editoriale a cura di) Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet; Redazione Internet (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di); (Contenuti a cura di) Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema; Ufficio Cinema
Valid HTML 4.01! Valid CSS! Level A conformance icon, W3C-WAI Web Content Accessibility Guidelines 1.0 data ultima modifica: 03/12/2009
Il simbolo Sito esterno al web comunale indica che il link è esterno al web comunale