Dov'è la libertà?
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Regia: | Rossellini Roberto |
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Cast e credits: |
Soggetto: Roberto Rossellini; sceneggiatura: Vitaliano Brancati, Ennio Flaiano, Antonio Pietrangeli, Vincenzo Talarico; fotografia: Aldo Tonti; scenografia: Flavio Mogherini; musica: Renzo Rossellini; montaggio: Iolanda Benvenuti; interpreti: Totò (Salvatore Lojacono), Vera Molnar (Agnesina), Nita Dover (la ragazza della maratona), Franca Faldini (Maria), Leopoldo Trieste (Abramo Piperno), Mario Castellani (il pubblico ministero), Vincenzo Talarico (l'avvocato difensore), Fernando Milanl (Otello Torquati), Eugenio Orlandi (Romolo Torquati), Giacomo Gabrielli (Torquato Torquati), Andrea Compagnoni (Nandino, il cognato), Augusta Mancini (la signora Teresa), Ines Fiorentini (la sora Amalia); produzione: Dino De Laurentiis, Carlo Ponti per Ponti-De Laurentiis-Golden, Roma; distribuzione: Cineteca Nazionale; origine: Italia, 1954; durata: 93'. |
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Trama: | Il barbiere Salvatore Lojacono è stato condannato a lunga pena per avere ucciso un tale, che egli riteneva avesse insidiato la sua onestissima moglie. Rimesso in libertà dopo ventidue anni, egli deve pensare ad eleggersi un domicilio, giacchè è sottoposto alla sorveglianza della questura e sua moglie è morta. Capita da prima in un dancing, ma il locale vien chiuso; prende poi alloggio presso un’affittacamere, ma anche di lì deve andarsene. Vagando per la città incontra i fratelli della moglie, divenuti ricchi commercianti: essi pensano subito di valersi di lui per i loro scopi e l’accolgono cordialmente. Venuto a contatto col loro mondo, apprende molti retroscena poco edificanti: sua moglie non era quella santa donna ch’egli immaginava. Ella aveva avuto per amante l’uomo ch’egli aveva ucciso, e i parenti erano informati della tresca. I cognati si sono arricchiti durante la guerra, impadronendosi dei beni degli ebrei. Ora vorrebbero spingere Salvatore a sopprimere un ebreo superstite; poi vorrebbero fargli sposare la servetta Agnesina sedotta dal fratello della suocera. Nauseato da quanto ha veduto e inteso, Salvatore decide di ritornare ad ogni costo in prigione; rientratoci di straforo, viene scoperto e multato. Aggredisce allora e ferisce il suo avvocato ed ottiene l’agognata condanna. |
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Critica (1): | Chi non noterà nel film di Rossellini gli stessi tipi umani e gli stessi ambienti che ci ha offerto Moravia nei suoi Racconti romani? (...) La forza di Rossellini è nel descrivere la realtà, non nel capovolgerla. E infatti, il suo film è dominato da un contrasto tra la favola della vicenda e la sua esecuzione verista. Per fortuna, però, Rossellini riesce continuamente a far dimenticare la favola. Egli d’istinto si tuffa nella realtà. Come narratore cinematografico egli è nato per ritrarre il vero, il vero che è stato capace di scoprire, di sorprendere. Parlare per apologhi non è affar suo. E in Dov’è la libertà? Roberto Rossellini ci ha dato stupendi quadri dal vero. Parliamo della balera suburbana – dove si fa la maratona di danza; dell’infimo dormitorio dalle pareti lebbrose dove Totò va ad alloggiare dopo uscito di prigione; e di quella famiglia di affaristi e strozzini che vive nell’appartamento carpito a ebrei deportati. Ricordiamo la giovanissima “serva” dall’aria ingenua di cui Totò sembra innamorarsi e che gli rivelerà di essere incinta. In lei, qualsiasi sentimento è assente, e la creatura che porta nel seno le ispira solo queste squallide parole: “Ne ha da scucì de quattrini”, alludendo al padrone che la prese minorenne. Anche qui siamo nella “materia” cara allo scrittore Moravia. Totò è stato attore intelligente, sensibile. Rossellini gli ha ispirato uno dei personaggi più belli della sua carriera. Qui non siamo al macchiettismo spicciolo in cui, troppo di frequente, cade il principe dei comici. In questo personaggio c’è un’anima. E se “fa ridere di meno” è perché commuove e convince di più (...).
Vice, L’Europeo, 9/5/1954 |
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Critica (2): | |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
| Roberto Rossellini |
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