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Tango argentino - Tango argentino


Regia:Paskaljevic Goran

Cast e credits:
Sceneggiatura: Gordan Mihic; fotografia: Milan Spasic; montaggio: Olga Skrigin, Olga Obradov; suono: Sinisa Jovanovic Singer; musica: Zoran Simjanovic; scenografia: Miodrag Nikolic; costumi. Miroslava Cohadzic; interpreti: Nikola Zarkovic (Nikola). Carna Manojlovic (la sorella), Mikj Manojlovic (il padre) Mija Aleksic (il signor Popovitch), Mica Tomic (il maggiore), Rahela Feraci (la signora Nana), Ina Gogalova (la madre), Pepi Lakovic (il signor Galitch); produzione: Singidunum film productions. distribuzione: Lab 80 Film; origine: Jugoslavia, 1992; durata: 93'.

Trama:Nikola ha dieci anni e due genitori in perenne lite tra loro. Il padre insegna musica e ogni tanto va a suonare ai matrimoni. La madre, per sfuggire alla monotonia di una vita sempre rinchiusa trae mura domestiche, ha iniziato da poco a guadagnare qualcosa dando un mano alle persone anziane sole, facendo le spese e le pulizie per loro. Prr far fronte a tutti gli impegni, ogni tanto coinvolge anche il figlio. A poco a poco Nikola diventa amico di un gruppo di anziani, di cui riesce a risvegliare la voglia di vivere, trovando in loro la disponibilità e il calore che gli mancano in famiglia.

Critica (1):«Quando ci sono grossi problemi economici - spiega Goran Paskaljevic - la gente perde dignità e farebbe qualsiasi cosa per guadagnare. E i bambini perdono la loro infanzia, pensando che il denaro sia tutto. Con il mio film volevo mostrare che i soldi non sono tutto e che l'amicizia è più importante». Così, il piccolo Nikola (interpretato dal sorprendente Nikola Zarkovic), che per dare una mano alla madre si è sostituito a lei nell'assistenza di alcuni anziani, svilupperà con loro un rapporto di grande amicizia sostenuto da Julio (uno straordinario Mija Aleksic), un vecchio cantante di tanghi (che millanta un passato avventuroso in Argentina), riuscirà a conquistare la loro fiducia, a farli uscire dall'isolamento, a far rinascere in loro la voglia di vivere (anche se li vedrà morire ad uno ad uno), ricevendo in cambio quell'attenzione e quell'affetto che i suoi genitori non riescono a dargli.
Tango argentino, oltre ad essere un bel film, ricco di poesia (le scene della festa di nozze e del pasto di Nikola con tutti gli anziani riuniti in un'osteria sono di grande commozione), è un'opera di grande moralità che stupisce sia stato possibile realizzare in un paese lacerato da odi profondi. Lo sceneggiatore, Gordar Mihic, dice che non è un film sui genitori che dimenticano i loro figli. Ma Paskaljevic confessa uno spunto autobiografico. «Sono stato allevato dai nonni ed odiavo la generazione di mio padre e mia madre. Ho 45 anni e molta paura di finire come loro». La salvezza, dunque. sembra stare negli estremi: bambini e vecchi, saltando a piè pari la generazione di mezzo. Sarà per questo che Paskaljevic rivendica con calore la sua formazione cinematografica e il suo debito al De Sica de I bambini ci guardano e di Umberto D. «Ho visto Umberto D. a 16 anni. Piansi come non mi era mai accaduto e fu allora che decisi di fare del cinema».
Renato Pallavicini, L'Unità, 5/9/1992

Critica (2):Presentato all'ultimo Festival di Venezia (ma escluso dal concorso) Tango Argentino ha suscitato non poche polemiche In quanto "film di un serbo". A questo proposito Franco la Polla ha scritto: ... Ma la sezione [Finestra sulle immagini, curata da Emanuela Martini n.d.r.] vanta altri centri. Intanto Tango Argentino di Goran Paskaljevic, che grazie all'intervento dei secessionisti slavi avremmo potuto non vedere a Venezia (ne era stato veementemente richiesto il boicottaggio: ma certo, un serbo, un qualunque serbo, non può mostrare - sullo schermo o fuori - né dolcezza, né sensibilità, né dolore: sappiamo bene a che cosa portano i roghi della cultura). Riflessione sull'età, la vita, la morte, la famiglia, la solitudine e gli affetti nella chiave agrodolce tipica dell'autore, Tango Argentino avrebbe potuto benissimo essere incluso nella Selezione Ufficiale.
Cineforum n. 318

Critica (3):

Critica (4):
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