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Studente di Praga (Lo) - Student von Prag (Der )


Regia:Galeen Henrik

Cast e credits:
Sceneggiatura
: Henrik Galeen; soggetto: dal romanzo omonimo di Hans Heinz Ewers; fotografia: Günther Krampf, Erich Nitzschmann; scenografia: Hermann Warm; musica: Willi Schmidt-Gentner; interpreti: Conrad Veidt (Balduin), Elizza La Porta (Liduschka), Werner Krauss (Scapinelli), Fritz Alberti (il Conte Schwarzenberg), Agnes Estherhazy (la contessa Margit, sua figlia), Ferdinand von Alten (il Barone Waldis–Schwarzenberg), Erich Kober, Max Maximilian, Sylvia Torf; produzione: H.R. Sokal-Film GmbH, Berlino; da: Cinémathèque Royale de Belgique, Cineteca del Comune di Bologna, Archivo Nacional de la Imagen – Sodre, Deutsches Institut für Filmkunde di Wiesbaden con il contributo del Projecto Lumière; didascalie: in spagnolo; origine: Germania; 1926; lunghezza: 2870 m.; durata: 102’.

Trama:Balduin, uno studente povero in canna, è innamorato della contessa Margit. Diventa ricco quando un mago gli offre centomila fiorni in cambio del diritto di prendere dalla sua camera ciò che desidera. Balduin accetta e il mago si impossessa della sua immagine allo specchio, che diventa il suo sosia e persecutore.

Critica (1):“Bisognava arricchire la bellissima trama; già dalla sceneggiatura doveva sparire il satanismo, oggi poco interessante. Si trattava di lottare contro i ricordi di gioventù, contro la forte impressione prodotta da quel primo film artistico. Quei momenti che la prima sceneggiatura non aveva sfruttato, dovevano essere qui esplicitati e condotti alla massima chiarezza, e il film non doveva divenire noioso, nonostante la maggiore lunghezza. (…) Inoltre volevo anche far vedere che certe scene le sappiamo realizzare anche noi, esattamente come Douglas Fairbanks. Anche la figura di Scapinelli non poteva limitarsi a beneficiare solamente sulla carta di un carattere demoniaco. Per il genio di Krauss bisognava creare la necessità metaforica del gesto demoniaco (…) La perdita dell’immagine riflessa mi sembrava non fosse stata sufficientemente sfruttata dal soggetto originale. Lo spettatore doveva ‘vedere’ con maggiore frequenza che il riflesso di Balduin è scomparso, fino a quando, infine, ci appare in carne ed ossa, nelle vesti dell’Altro”.
Henrik Galeen, Der Film, 1926

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
Henrik Galeen
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