Avventura (Un')
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Regia: | Danieli Marco |
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Cast e credits: |
Regia: Marco Danieli; soggetto: Isabella Aguilar; sceneggiatura: Isabella Aguilar; fotografia: Ferran Paredes Rubio; musiche: Aldo De Scalzi, Pivio; montaggio: Davide Vizzini; scenografia: Giada Calabria; arredamento: Loredana Raffi; costumi: Catia Dottori; suono: Valentino Giannì; interpreti: Michele Riondino (Matteo), Laura Chiatti (Francesca), Valeria Bilello, Giulio Beranek, Alex Sparrow, Gabriele Granito, Simone Corbisiero, Roberto Negri, Dora Romano, Barbara Cichiarelli, Thomas Trabacchi; produzione: Marco De Angelis Per Los Hermanos, Lucky Red Con Rai Cinema; distribuzione: Lucky Red; origine: Italia, 2019; durata: 105’. |
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Trama: | Sulle note delle intramontabili canzoni scritte da Lucio Battisti e Mogol, Matteo e Francesca scoprono l'amore, si perdono, si ritrovano, si rincorrono, ognuno inseguendo il proprio sogno: lei vuole essere una donna libera, lui vuole diventare un musicista. Francesca gira il mondo per cinque anni, mentre Matteo rimane a scrivere canzoni d'amore. Quando Francesca ritorna porta con sé il vento di cambiamento degli anni '70, fatto di emancipazione, progresso ed evasione. I due si ritrovano e il loro amore rinasce più forte di prima, ma la loro storia seguirà sentieri inaspettati. Un omaggio agli autori delle canzoni: Battisti e Mogol. |
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Critica (1): | Le canzoni di Battisti e Mogol anche a distanza di tanti anni dalla loro pubblicazione risultano forti, poetiche ed evocative, sia perché prive di retorica (e quindi estremamente moderne), sia perché dietro ognuna di esse si indovina sempre una storia.
Questi brani sono pietre miliari nella storia della musica italiana ed è stato un grande privilegio poterle utilizzare nel film. Ma è stata anche una grande sfida drammaturgica e registica integrare le canzoni nel tessuto del film evitando un pericoloso effetto jukebox con le canzoni sganciate dal resto del testo. Era necessario che le canzoni diventassero indispensabili momenti della storia e non parentesi di puro intrattenimento.
Questo lavoro lo ha impostato bene Isabella Aguilar, autrice del soggetto e della sceneggiatura del film, che ha scritto la storia attorno e dentro le canzoni di Battisti e Mogol.
Poi è toccato a me insieme ai più stretti collaboratori – su tutti Luca Tommassini (autore delle coreografie), Pivio e Aldo De Scalzi (che hanno curato gli arrangiamenti delle canzoni e composto alcuni brani strumentali originali) – continuare il lavoro di amalgama, di mescolanza, di osmosi e di combinazione, tra le scene dialogate, quelle cantate e quelle danzate cercando di rendere più fluido possibile il flusso emotivo del racconto. Evitando solchi troppo profondi tra le varie parti.
Nonostante questo tentativo di dare organicità al film non sono stato rigido nell’impostazione delle scene musicali. Ho utilizzato linguaggi diversi: in certi casi (ad esempio in Io vivrò) siamo vicini a quello del videoclip (il protagonista canta in contesti reali ma non viene ascoltato dagli altri personaggi e a volte si rivolge direttamente verso la macchina da presa); in altre scene invece il cantato si sostituisce al dialogo (ad esempio in Non è Francesca la conversazione tra il protagonista e un amico senza soluzione di continuità diventa cantata). In altri casi invece il canto e la danza trovano un addentellato realistico dentro la scena: ad esempio in Uno in più c’è una festa hippie in spiaggia che giustifica il canto e la danza collettiva.
Marco Danieli, Note di regia |
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Critica (2): | Caleidoscopico Battisti (e Mogol). Con Un’avventura, il musical diretto da Marco Danieli (…) scopriamo improvvisamente che paroliere e musicista immortali possono anche dare voce, animare, far vivere, senza che loro ci abbiamo mai pensato, a un intero film. Non storcete il nasino. Il musical è spesso medicina amara pregiudizialmente. Ma Un’avventura è un buon film. Originale, struggente, maturo, pop, in alcuni momenti perfino felicemente kitsch.
L’apparenza disincantata del genere a cui si rifà è scavalcata grazie ad un complesso e azzeccato espediente: una riuscita osmosi, dialogo più dialogo meno, tra il testo di Un’avventura (il film) e i versi e le strofe di una bella fetta di catalogo, soprattutto di brani fine sessanta/inizio settanta, dei brani di Battisti. Da Acqua azzurra, acqua chiara a Nel sole, nel vento, nel sorriso, nel pianto; da Senza te a Dieci ragazze; da Balla Linda a Non è Francesca: tutte incasellate, cucite di senso e significato, all’interno di una trama apparentemente convenzionale, ma minuto dopo minuto intricata come uno dei più dolorosi e insinuanti drammi sentimentali visti di recente al cinema.
Anni Settanta. Una serranda di un negozio in un piccolo borgo pugliese si abbassa di scatto. Francesca (Laura Chiatti) dà un arrivederci che sa di addio al fidanzato, il meccanico Marco (Michele Riondino). Partirà da hippy per visitare l’India, l’Inghilterra e il mondo. Marco si ritira con la coda tra le gambe e i titoli di testa prevedono già un Io vivrò cantato da Riondino in modalità videoclip, monologo interiore, tra astanti che non ascoltano, piatti di maccheroni e belle fanciulle rifiutate. Sempre al paesello Marco, che un po’ sciupafemmine lo è, rivedrà Chiara qualche anno dopo, tutta peace and love sulla spiaggia assieme a qualche ragazzo alla Hair, ma quando parte una spezzettata e significativa Acqua azzurra, acqua chiara, cantata da Riondino e Chiatti, tra un bar affollato e un esterno pioggia battente, capiamo che i due torneranno insieme. Altro gradino nella scrittura (citiamola subito: brava Isabella Aguilar è tutta farina del suo sacco): Francesca, più indipendente e libera rispetto al fidanzato (Marco fa il meccanico e ha la passione di comporre canzoni alla chitarra) accetta un lavoro da pubblicitaria a Roma. Marco la seguirà, diventerà anche lui compositore di jingle per spot commerciali, ma colleghi, assistenti e superiori rimescoleranno le carte di sentimenti e passione tra i due, con amanti, separazioni, ricongiungimenti, figli e divorzi (appena approvato in quegli anni) a coronare il loro decennio a venire.
Danieli orchestra una messa in scena dinamica, gestendo con notevole maestria lo spazio in cui i brani prendono il posto dei dialoghi della storia (citiamo Non è Francesca al ritmo di tango che è davvero sublime), allestendo set, acconciature, e atmosfere seventies con l’idea di non mitizzare l’iconografia di quegli anni, di renderli in essenza e purezza come un sotterraneo vento di ribellione nelle usanze, nei costumi, nei rapporti tra persone senza i più scontati eccessi ideologici. Un’avventura è poi un musical atipico proprio perché il numero coreografico (c’è il veterano Luca Tommassini a disegnare passi e movimenti) è trattenuto, sgrassato da ogni delirio di spettacolarizzazione. Una scelta stilistica precisa e rigorosa, senza esplosioni esibizioniste danzerecce corali, perché gli attori in scena nel ballo come i personaggi ritratti nei brani di Battisti/Mogol devono macerarsi interiormente nei loro dolori, crisi, slanci appassionati.
Quando poi il meccanismo canto/testo si struttura, innerva il film, con gli spettatori battistiani o meno che invocano l’attacco di qualche brano (Balla Linda arriva molto avanti, altri molto celebri saltano il turno), ecco che l’intreccio del rapporto tra Marco e Francesca prende il sopravvento. Un’avventura del resto è un film in cui i due amanti (Thomas Trabacchi e Valeria Bilello) sono letteralmente più fighi dei due protagonisti e il ricongiungimento di Marco e Francesca diventa “uno scoglio che non riesce ad arginare il mare”. Il vortice di indecisione, tentennamenti, lacrime e orizzonti imprecisi che si delinea sul finale è probabilmente il momento migliore del film. Gli arrangiamenti alle canzoni di Mogol-Battisti sono di Pivio & Aldo De Scalzi.
Diodato sbuca in sottofinale per dare slancio alla title track (“perché le canzoni d’amore non invecchiano mai”), mentre Riondino e Chiatti si esibiscono spesso (sul finale sicuramente) in cantate live (Riondino suono anche bene la chitarra in presa diretta) da veri professionisti hollywoodiani del musical. Insomma, bene, bravi, bis. E un grazie alla Bilello per una battuta da amante clandestina e timida, proprio quando Marco/Riondino vorrebbe baciarla mescolando apprensioni lavorative fallite che non c’entrano nulla, e lei prende l’iniziativa: “Adesso hai qualcosa da sognare”.
Davide Turrini, ilfattoquotidiano.it, 14/2/2019 |
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Critica (3): | Non è Francesca in tango, Dieci ragazze versione disco, Balla Linda beatlesiana, Acqua azzurra acqua chiara liberatoria e sotto la pioggia, Il vento struggente, Ladro riletta con una danza di ex amori. Sono fra i 10 brani di Mogol/Battisti (più altre sorprese nei dialoghi) sui quali è costruita Un'avventura, la storia d'amore in musical di Marco Danieli, con Laura Chiatti, Michele Riondino, Valeria Bilello e Thomas Trabacchi, in sala con Lucky Red.
"Non posso dire cosa ne avrebbe pensato Lucio, ma se mi devo basare sull'uomo che ho conosciuto – dice Mogol – che è stato consulente artistico del progetto – è sempre stato sempre un artista avanti, che cercava di assimilare il contributo di tutti i più grandi artisti del mondo, passava la vita ad ascoltare. Penso che questo film gli sarebbe piaciuto perché è una storia moderna e attuale". Al centro della storia, scritta da Isabella Aguilar, ambientata tra gli anni '70 e '80, il rapporto appassionato e tormentato, raccontato in 15 anni, fra Matteo (Riondino) meccanico con un grande talento nello scrivere canzoni e Francesca (Chiatti) giovane donna libera, che cambia vita quando inizia a lavorare in un'agenzia pubblicitaria. Innamorati fin da ragazzi, i due protagonisti tra addii, riscoperte, separazioni e rincorse, si confrontano con tradimenti, scelte difficili, pentimenti e nuovi incontri. "Sono rimasto piacevolmente sorpreso, è un film vivo, ci ritrovi la stessa differenza che c'è tra la pastasciutta scotta e quella al dente – aggiunge Mogol –. La prima è immangiabile, la seconda straordinaria, e così sono anche marketing e vita. Qui non c'è marketing ma solo vita. Io d'altronde mi sono sempre ispirato a storie che ho vissuto o visto vivere. È un film che colpisce, ci si immedesima. c'è dentro una magia, è il più bel regalo che abbiamo ricevuto". Per Michele Riondino "nelle canzoni di Mogol e Battisti c'è tutto il materiale necessario per raccontare una storia d'amore pura e reale, che per essere tale deve passare sui cadaveri e i residui di altre storie. Questa è una commedia romantica musicale ma non è una storia sdolcinata, si passa anche per delusioni e tradimenti".
Marco Danieli, qui all'opera seconda dopo La ragazza nel mondo spiega che "con un po' di incoscienza, ci siano avventurati in questo patrimonio musicale che è parte della cultura italiana. Per affrontarlo ci voleva un certo pudore, ma grazie all'aiuto di Mogol pian piano siamo entrati nelle canzoni". Fondamentale anche l'apporto di Pivio e Aldo De Scalzi, che hanno curato l'arrangiamento dei brani e firmato le musiche originali e le coreografie di Luca Tommassini, che ha avuto a disposizione 50 danzatori professionisti, compreso uno di 80 anni. A Diodato (che appare anche in un cameo), il compito di realizzare una propria versione di Un'avventura. Fin dall'inizio il progetto "era incredibilmente attraente – spiega Laura Chiatti –. Ho sempre amato cantare ma non ho mai potuto esternare in maniera concreta questa passione, perché il musical in Italia si fa solo a teatro e io essendo una cacasotto non ho mai pensato di poter fare quello. È stato molto bello portare un musical al cinema, pensando a film come La La land o Chicago". Sarebbe potuta essere "una trappola o una cosa meravigliosa. Io sono soddisfatta, è un progetto portato avanti con molto pudore e poca presunzione". Anche se per l'attrice il rapporto con il ballo non è stato agevole: "Luca Tommassini non credeva esistesse una donna così scoordinata" scherza. Riondino non avrebbe mai voluto smettere "di fare le prove, visto che stavolta ci siamo cimentati anche in altri sport. La salvezza è stata proprio la recitazione. Cantare Un'avventura a Sanremo, è stato un dramma indescrivibile per me. Ma usare la recitazione per interpretare quelle parole è stato molto più semplice". Molti capolavori sono rimasti necessariamente fuori dalla colonna sonora, ma "nel caso il film andasse bene – spiegano i produttori – abbiamo già l'idea di un sequel".
Francesca Pierleoni, ansa.it, 20/2/2019 |
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Critica (4): | |
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