Quien sabe?
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Regia: | Damiani Damiano |
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Cast e credits: |
Soggetto: Salvatore Laurani; sceneggiatura: Salvatore Laurani, Franco Solinas; fotografia: Toni Secchi; musiche: Luis Enríquez Bacalov, Ennio Morricone - musiche dirette da Bruno Nicolai. La canzone "Ya me Voy" di Bacalov è cantata da Ramon Mereles; montaggio: Renato Cinquini; scenografia: Sergio Canevari; arredamento: Luis Vasquez; costumi: Marilù Carteny; interpreti: Gian Maria Volonté (El Chuncho), Lou Castel (Bill Tate Niño), Martine Beswick (Adelita), Klaus Kinski (El Santo), Carla Gravina (Rosaria, moglie di Felipe), Andrea Checchi (Don Felipe, il proprietario terriero), Jaime Fernandez (Generale Elias), Aldo Sambrell (Tenente sul treno), Spartaco Conversi (Eufemio), Santiago Santos (Guepo), Joaquin Parra (Picaro), José Manuel Martín (Raimundo), Valentino Macchi (Pedrito); produzione: Bianco Manini per M.C.M.; distribuzione: Cineteca Nazionale; origine: Italia, 1966; durata: 120’.Vietato 14. |
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Trama: | Durante la rivoluzione messicana, allettato da un compenso di centomila pesos, il giovane americano Bill Tate accetta l'incarico di uccidere, per ordine degli agenti governativi, il generale Elias, capo dei rivoluzionari. Per raggiungere la sua vittima, Tate si aggrega a un gruppo di ex ribelli comandati da El Chuncho, che cerca di trarre profitto dalla rivoluzione assaltando i treni militari e le caserme per procurarsi armi che verranno vendute poi ad Elias. Bill ed El Chuncho, dopo varie peripezie, giungono finalmente al rifugio del generale Elias. Qui El Chuncho, riconosciuto responsabile della carneficina dell'intera popolazione del villaggio di San Miguel - che avrebbe potuto difendere dalle truppe del governo - si auto-condanna a morte, chiedendo di essere giustiziato da suo fratello El Santo. Ma Bill non può permettere al suo piano di fallire miseramente... |
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Critica (1): | Nel 1917 un sicario americano (Castel) si aggrega a un ex rivoluzionario diventato bandito (Volonté) per uccidere un generale ribelle ma, compiuto l'assassinio, il bandito si ricorda del suo passato politico, uccide il compagno e distribuisce i soldi della ricompensa ai poveri perché si comprino le armi. Rilettura politica (sceneggiata da Franco Solinas e Damiano) di alcuni miti del cinema western: il Messico, per prima cosa, come luogo di fughe romantiche e scontri esistenziali (e il film è pieno di strizzate d'occhio a Zapata di Kazan) e poi la lezione antiimperialista che vede in ogni yankee una pedina del Potere. Un divertimento un po' goliardico, ma significativo del tentativo di inseguire un'idea «impegnata» di cinema popolare.
Dizionario dei film, a cura di Paolo Mereghetti
Il western appartiene al mondo a Nord del Rio Grande, dove la cultura è protestante, puritana. Nulla a che fare con Quién sabe?, dove la vicenda riguarda la rivoluzione messicana, e i personaggi sono di lingua e mentalità spagnola. Come si fa a definire western un film solo perché ci sono sparatorie e uomini a cavallo? (Conversazione con D. Damiani di Alberto Pezzotta, Cinemazero, 2004) |
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Critica (2): | Damiani ha voluto caricare di domande inquiete la sua opera, a cominciare dal titolo. Bisogna dire che i simboli, i riferimenti, le allegorie non appesantiscono affatto Quien Sabe? che può anche essere apprezzato come una storia molto accidentata di gente che lotta per il potere ed il denaro. Tra le figure e figurine che affollano il racconto, non tutte sono riuscite: sono allergiche, per esempio, alla sostanza del film le poche donne che si vedono in giro. Alla fine Quien sabe? ci sembra vitale soprattutto perché vi valgono il gusto europeo della cultura e il dubbio sul significato dell' esperienza esistenziale.
Pietro Bianchi, Il Giorno, 20/1/1967
Quién sabe? non è un western. Come paradigma dell'ignoranza dei critici, ribadisco che quando loro vedono uno a cavallo definiscono il film un western. Allora anche Viva Zapata, anche Viva Villa, anche i film del cinema nuovo brasiliano sarebbero dei western? Il western appartiene alla cultura protestante nord-americana. Se uno esce dalla cultura protestante nordamericana non fa più un western. [...] Dire di un film che si svolge nel Messico che è un western significa non aver capito nulla [...]. Quién sabe? è un film sulla rivoluzione messicana, ambientato nella rivoluzione messicana, e quindi è chiaramente un film politico e non poteva non esserlo» (Damiani). «È così che, qualificando il regista friulano come un professionista capace di mantenersi equidistante tra le regole dei generi e l'aspirazione autoriale, Quién sabe? si dimostra film politico ad un doppio livello: non solo in quanto tematicamente votato ad una precisa presa di posizione ideologica, ma anche perché film fatto politicamente, ossia attraverso una forma filmica costantemente pensata e interrogata nella sua organicità rispetto ai contenuti veicolati» (C. Uva).
Venezia Classic, sezione della Mostra del Cinema di Venezia 2013 |
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Critica (3): | Il restauro di Quién sabe? di Damiano Damiani (1966), voluto per ricordare il regista scomparso nel mese di marzo di quest'anno, riporta allo splendore uno dei film più belli e più noti dell'autore, il "western politico" magistralmente interpretato da Lou Castel e Gian Maria Volonté. La Cineteca Nazionale lo presenta nel director's cut, versione subito sparita dalle sale e mai vista in home video, ripristinando alcuni minuti tagliati o rimontati. Ha dichiarato Gian Maria Volonté commentando la sua partecipazione: «Cerco di fare film che dicano qualcosa sui meccanismi di una società come la nostra, che rispondano ad una certa ricerca di un brandello di verità. Il western di Damiani Quién sabe? […] tratta in definitiva dell'imperialismo nordamericano e del ruolo della CIA in America Latina».
Fondazionecsc.it |
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Critica (4): | Nel 1917 un sicario americano (Castel) si aggrega a un ex rivoluzionario diventato bandito (Volonté) per uccidere un generale ribelle ma, compiuto l'assassinio, il bandito si ricorda del suo passato politico, uccide il compagno e distribuisce i soldi della ricompensa ai poveri perché si comprino le armi. Rilettura politica (sceneggiata da Franco Solinas e Damiano) di alcuni miti del cinema western: il Messico, per prima cosa, come luogo di fughe romantiche e scontri esistenziali (e il film è pieno di strizzate d'occhio a Zapata di Kazan) e poi la lezione antiimperialista che vede in ogni yankee una pedina del Potere. Un divertimento un po' goliardico, ma significativo del tentativo di inseguire un'idea «impegnata» di cinema popolare.
Dizionario dei film, a cura di Paolo Mereghetti |
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