White Diamond (The) - White Diamond (The)
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Regia: | Herzog Werner |
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Cast e credits: |
Soggetto: Werner Herzog; fotografia: Henning Brummer, Klaus Scheurich; musiche: Ernst Reijsiger, Eric Spitzer; montaggio: Joe Bini; interpreti: Graham Dorrington,Werner Herzog; produzione: Marco Polo Film Ag; distribuzione: Fandango; origine: Germania - Giappone - Gran Bretagna, 2004; durata: 90'. |
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Trama: | Resoconto dell'indimenticabile avventura intrapresa dal regista Werner Herzog e dall'ingegnere aerospaziale Graham Dorrington a bordo del dirigibile White Diamond, progettato dallo stesso Dorrington, con cui hanno sorvolato il Guyana ed esplorato da vicino la foresta amazzonica. |
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Critica (1): | Faccio un salto indietro di 38 anni e mi ritrovo nel giugno 1968 con il compianto direttore della Mostra di Venezia, Luigi Chiarini, in un cinema immenso e vuoto di Monaco di Baviera a visionare l' opera prima Lebenszeichen. I "segni di vita" che il film racconta sono le esplosioni della follia di Stroszeck, un militare tedesco nella seconda guerra mondiale, che nell' isoletta greca di Kos prende a sparare fucilate sulla gente e razzi nella notte. È il suo modo di lasciarsi coinvolgere dal delirio della guerra e anche di protestare. L' autore, il 25enne Werner Herzog, siede in disparte deciso a non concedersi atteggiamenti propiziatori: lo ricordo come una specie di Nanni Moretti avanti lettera, ruspante e inquietante. All' ancora ignoto Edgar Reisz, che ci accompagna, Herzog non piace affatto. All' uscita, da devoto discepolo di Alexander Kluge, il futuro autore di Heimat sentenzia: "Chi fa un film così non ha capito quanto sia urgente razionalizzare il cinema tedesco contro l' irrazionale di Hitler". Ci rendiamo conto, Chiarini e io, che portare Segni di vita al Lido sarà fare un dispetto all' emergente clan del cinema tedesco; ma l' autore ci toglie d' imbarazzo scegliendo di andare alla Berlinale, dove poche settimane dopo vincerà un Orso d' argento. Ho rievocato l' episodio per sottolineare come fin dall' inizio il percorso dell' oriundo sloveno Werner Herzog (vero nome Stipetic), autore di The White Diamond attualmente sugli schermi, si è differenziato da quello dei suoi colleghi portandolo molto spesso a scoprire realtà nascoste qua e là per il mondo. Valga per tutti l' episodio (non filmato, ma narrato nel libro Sentieri nel ghiaccio) di quando nel novembre-dicembre 1974 intraprese da solo la traversata a piedi da Monaco a Parigi. Tanto per dire che i personaggi più noti del suo cinema, da Aguirre eroe impazzito nella giungla sudamericana a Fitzcarraldo fondatore di un teatro d'opera nel cuore dell' Amazzonia, sono in realtà degli autoritratti. Nel corso dei decenni e di una filmografia che raggiunge quasi i 50 titoli, il cineasta si è sempre più staccato dal film di finzione optando per il documentario. Ma in Herzog ciò che sembra vero può essere finto e viceversa. Per esempio il contrasto fra lui e l' aereonauta Graham Dorrington in The White Diamond (quest' ultimo vorrebbe fare il primo volo da solitario, Werner insiste per accompagnarlo) sembra un brano di cinema verità ed è invece una sapiente messinscena. Siamo nella Guyana, presso la spettacolare cascata di Kaieteur del fiume Potaro (226 metri), intenti a sperimentare un piccolo dirigibile a elio ideato per sorvolare a bassa quota la foresta pluviale e scoprirne i segreti. Dorrington è l' ultimo esponente della schiera degli invasati di Herzog, perseguitato dal rimorso di aver visto precipitare e morire in una precedente spedizione l' amico operatore Dieter Plage (il racconto che fa della tragedia è un brano da antologia). Animato dal fervore della scoperta, Werner trova il coraggio di fermarsi davanti al mistero: come quando il medico della spedizione, Michael Wilk, si fa calare in mezzo alla cascata per filmare che cosa c' è nel nido dei rondoni dietro il fiotto d' acqua. Un saggio indigeno, Mark Anthony Yhap, lo stesso che ha trovato l' appellativo Diamante Bianco per il dirigibile, raccomanda di non svelare il segreto e Herzog non monta le riprese. Scettico il commento del critico Roger Ebert: "Là dietro non ci può essere che della merda". Ironia a parte, l' anno scorso si è celebrato in Francia con gran copia di pubblicazioni il centenario di Jules Verne, ma è proprio The White Diamond il miglior modo di rivivere le emozioni della lettura di Cinque settimane in pallone, che inaugurò nel 1863 la serie dei Viaggi straordinari. Werner Herzog è il Verne del Duemila?
Tullio Kezich, Il Corriere della Sera, 12/06/2006 |
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