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Moebius


Regia:Kim Ki-duk

Cast e credits:
Sceneggiatura: Kim Ki-duk; fotografia: Kim Ki-duk; musiche: Park In-young; montaggio: Kim Ki-duk; scenografia: Hong Zi; costumi: Lee Jin-sook; effetti: Lim Jung-hoon, Digital Studio 2L; interpreti: Cho Jae-hyun (Padre), Seo Young-ju (Figlio), Lee Eun-woo (Madre); produzione: Kim Ki-Duk Films; distribuzione: Movies Inspired; origine: Corea Del Sud, 2013; durata: 90’. Vietato 14

Trama:Esasperata dai continui tradimenti del marito, una donna evira il proprio figlio in una folle azione di vendetta contro il coniuge. Sotto shock per l'accaduto, la donna fugge via di casa. Il padre, oppresso dal senso di colpa, tenta in ogni modo di aiutare il figlio a recuperare il proprio equilibrio durante la lunga degenza, ma invano. Col passare del tempo, difatti, appare chiaro che il ragazzo è sempre più irresistibilmente attratto dall'amante del padre. Quest'ultimo, al colmo dell'esasperazione, decide di evirarsi a sua volta, in segno di espiazione per i tanti torti di cui la sua virilità sarebbe all'origine. L'estremo gesto, tuttavia, non riesce a scalfire la dolorosa esistenza di padre e figlio, destinata a un epilogo ben più tragico provocato dall'improvviso ritorno a casa della moglie e madre.

Critica (1):È il tabù dei tabù, l'immagine più proibita di tutte, la minaccia più temuta e più praticata al cinema, anche se quasi sempre in forma puramente simbolica, come ci ha spiegato la psicanalisi. Ma nessuno l'aveva ancora usata come motore di una commedia horror sulla famiglia. Parliamo della castrazione, proprio lei, che domina il Moebius di Kim Ki-duk (fuori concorso) fin dall'inizio. Stufa di vedere il marito farsela con l'amante, una moglie si vendica sul figlio adolescente prima evirandolo. Quindi trangugiando l'organo perché la vendetta sia definitiva.
È l'unica vera scena choc del film (Kim Ki-duk ha tagliato le immagini più forti per passare la censura in patria), che per il resto è quasi una black comcdy. Muta per giunta, come The Artist, ma con tutt'altra estetica. E dominata da problemi molto pratici. Come vive un ragazzo senza quel coso? Come convive un padre col suo senso di colpa? Si può godere anche senza genitali, come sostiene un sito scovato dal padre su Internet? E il trapianto di pene, funziona? Fino a che punto? A ogni domanda Kim Ki-duk dà le sue risposte, piuttosto demenziali, coinvolgendo nella faccenda anche l'amante del padre, che si innamora del figlio; un teppista che la stupra, senza immaginare a quale vendetta va incontro; e una serie di eroticomici amplessi sadomaso che riporteranno tutti alla casella di partenza. Un padre, una madre, un figlio. E un organo sessuale che nel frattempo ha cambiato titolare. Con conseguenze, ora sì, tragiche.
(…) Ma in fondo Moebius (come il nastro di Moebius) si limita a rendere esplicito, dunque irrappresentabile, ciò che è implicito in tanti film su madri castranti e maschi impotenti. Aprendo strade imprevedibili a un sottogenere che, da Nagisa Oshima a Marco Ferreri, vanta illustri predecessori. (…)
Fabio Ferzetti, Il Messaggero, 4/9/2013

Critica (2):Strana accoglienza in Sala Grande per Moebius di Kim Ki Duk, film muto non fosse per i gemiti vari. Primo shock, anche se la platea era preparata, quando una madre, non essendo riuscita a castrare il marito fedifrago, si accanisce sul figlio adolescente. Prime risate quando la spiritata Medea coreana trangugia il membro mutilato e risate lungo l'intera proiezione. Vediamo che il padre, sopraffatto dalla colpa, si sottopone a operazione per donare l'organo al figlio; e nel frattempo gli suggerisce un modo (scoperto su internet) di raggiungere il piacere strofinandosi a sangue la pelle con una pietra, salvo che l'orgasmo è accompagnato da un tremendo dolore. Non basta: nasce un rapporto del ragazzo con l'amante del padre, che voluttuosamente lo «masturba» con un coltello nella spalla (il sadomaso orientale può essere di un grottesco senza pari); e, a trapianto avvenuto, riappare in casa la mamma ed è incesto. Segue finale da tragedia greca con catarsi buddhista incorporata e in sala scoppia, sorpresa! un grande applauso. Che è successo? Viene in mente che il ragazzo, uscito purificato dall'incubo, sia pronto a diventare, per esempio, il monaco di Primavera, estate, autunno... Quello era davvero un bel film, qui invece ti domandi se Kim Ki Duk non stia prendendo in giro i suoi estimatori, cosa possibilissima. Però Moebius è senz'altro il più radicale manifesto antifallocratico visto al cinema; e la sua concezione che la famiglia, come il nastro di Moebius, abbia una sola superficie – cioè sia un tutt'uno inestricabile – va ben oltre l'idea psicoanalitica dell'Edipo e della paura di castrazione.(…)
Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa, 4/9/2013

Critica (3):

Critica (4):
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