Leningrad Cowboys Meet Moses - Leningrad Cowboys Meet Moses
| | | | | | |
Regia: | Kaurismäki Aki |
|
Cast e credits: |
Sceneggiatura: Aki Kaurismäki; fotografia: Timo Salminen; montaggio: Aki Kaurismäki; scenografia: John Ebden; suono: Jouko Lumme e Timo Linnasalo; interpreti: Matti Palonpää (Moses), Kari Väänänan (il muto), André Wilms (Lazar), Nicky Tesco (il cugino d'America) Jacques Blanc (il proprietario del Bingo Parlour), Twist-twist Erkinharju, Ben Granfelt, Sakke Järvenpää, Jore Marjaranta, Ekke Niiva, Lyle Närvänen, Pemo Ojala, Silu Seppäla, Mauri Sumen (i Leningrad Cowboys); produzione: Aki Kaurismäki per Sputnik Oy, Pyramide Prod., Films A2, Pandora Film, Swedish Film Institute; origine: Finlandia, 1994; durata: 100'. |
|
Trama: | Dopo "Leningrad cowboys go America" in questo secondo capitolo, i "cowboys" decidono di lasciare il Messico e tornare in Siberia mentre sono inseguiti dai servizi segreti americani che li accusano di aver rubato il naso della statua della libertà. Con loro si muove il viscido manager Moses. |
|
Critica (1): | Un cavaliere solitario, da qualche parte in mezzo al deserto. Così iniziano i grandi film. Ma qualcosa dell' immagine irrita. È l'orizzonte: il cielo splende troppo rosa e, all'improvviso, anche la terra si colora di rosa. In questo modo, con una sorta di scherzo diciamo cinematografico, Aki Kaurismäki inizia Leningrad Cowboys Meet Moses, il seguito di Leningrad Cowboys Go America. I Leningrad Cowboys sono notoriamente non soltanto la rock-band peggiore che ci sia, ma anche la più cocciuta e li vediamo da qualche parte nel Messico (lo capiamo dai cactus, dalle bottiglie di tequila e dai cappelli, da cui spuntano dei ciuffi smisurati), che tacciono e soffrono. Finché arriva un telegramma. È del loro ex manager Vladimir, che ora si fa chiamare Moses, si è fatto crescere una lunga barba e va in giro con la Bibbia. Con la sua guida, i Leningrad Cowboys si mettono in cammino, per tornare a casa. La lunga strada verso caso conduce ad est. Durante il viaggio fanno tappa a New York, poi in Francia, poi attraversano la Germania (ovest ed est), la Polonia e, infine, approdano in Siberia. Kaurismäki spezza l'odissea in tante, piccole scene introdotte ognuna con una didascalia. La più bella si svolge a Lipsia, alla stazione. Moses declama dei passi dalla Bibbia, uno dei Cowboys risponde con citazioni da Marx; intanto un terzo gusta indisturbato un gelato sulla cui provenienza non ci sono dubbi: un fast-food americano. Eccolo, il selvaggio est.
Rudolf Worschech, epd Film, n. 4/1994 |
|
Critica (2): | |
|
Critica (3): | |
|
Critica (4): | |
| Aki Kaurismäki |
| |
|