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Intolerance - Intolerance


Regia:Griffith David W.

Cast e credits:
Soggetto e sceneggiatura: D. W. Griffith; fotografia: George William "Billy" Bitzer, Karl Brown; scenografia: R. Ellis Wales; musica: arrangiata da Joseph Carl Breil e D. W. Griffith; montaggio: D. W. Griffith e James E. Smith, Erich von Stroheim, W. S. Van Dyke, Edward Dillon, Tod Browning; interpreti: in "The Woman Who Rock the Cradle": Lillian Gish; in "The Fall of Babilonia": Constance Talmadge (la fanciulla dei monti), Elmer Clifton (il rapsodo), Alfred Paget (Baldassarre), Sceena Owen (la principessa Adorata), Tully Marshall (il gran sacerdote), Douglas Fairbanks, Jewel Carmem, Mildred Harris, Carol Dempster, Pauline Starke, Owen Moore, Donald Crisp. in "The Passion of Chris"': Howard Gaye (Gesù), George Walsh (lo sposto), Bessie Love (la sposa), Olga Grey (la Maddalena), Erich von Stroheim. in "The San Bartholomew Night": Margery Wilson (Occhi Neri), Eugene Pallette (Prosper Latour), Josephine Cowell (Caterina de' Medici), Frank Bennett (Calo IO, Spottiswoode Aitken (un ugonotto), Joseph Hemmaberry. in "The Mother and the Law": Mae Marsh (la diletta numero uno), Robert Harron (il ragazzo), Sam de Grosse (l'industriale), Miriam Cooper, Walter Long, Marguerite Marsh, Lloyd Inghraham, Tod Browning, Edward Dillon, Monte Blue; produzione: Wark Producing Corporation; origine: USA, 1916; durata: 210'.

Trama:L'intolleranza e i suoi terribili effetti vengono esaminati in quattro ere diverse. Nell'antica Babilonia, una ragazza viene coinvolta in una lotta religiosa che porta alla caduta della città. In Giudea i Farisei condannano Gesù Cristo. Parigi, 1572: mentre sta per compiersi il giorno del massacro di San Bartolomeo, due giovani ugonotti decidono di sposarsi. Infine, nell'America moderna, dei riformatori moralisti distruggono la vita di una donna e del suo amante.

Critica (1):Esistono diverse copie del film (il negativo non è più rintracciabile dal 1919), ciascuna diversa dall'altra, alcune rimaneggiate dallo stesso D.W. Griffith nel '26 e nel '33, tutte più brevi di quella originale (208 minuti). L'ultima, restaurata da Raymond Rohauer, fu proiettata a Nanterre nel 1985 e dura 151m a 20 fotogrammi al secondo. Nel '19 Griffith diede un titolo ai 4 episodi: "La caduta di Babilonia" (episodio babilonese), "La passione di Cristo" (episodio ebraico), "La notte di San Bartolomeo" (episodio francese), "La madre e la legge" (episodio moderno). In quell'anno, per recuperare un po' di denaro, Griffith rimontò e fece uscire separatamente i due episodi più lunghi, il primo e il quarto. Il tema indicato nel titolo è un debole legame fra le 4 storie "esemplari" perché è soltanto apparente. Il tema reale è la lotta per la vita. ("Love's struggle through the ages" è uno dei sottotitoli.) Se sul piano commerciale il film fu un insuccesso in relazione al suo altissimo costo (100000 metri di pellicola impressionata, fino a 5000 comparse in alcune scene dell'episodio babilonese, scenografie gigantesche, mezzi tecnici abnormi e straordinari per l'epoca, ecc.), assai disparate furono le accoglienze della critica quando uscì e nei decenni successivi, ma rimangono fuori discussione la sua importanza storica e l'influenza che ebbe sui cineasti di tutto il mondo, compresi i sovietici degli anni '20. Ogni episodio ha un suo stile particolare e precise fonti filmiche. L'originalità consiste nel modo con cui sono legati e alternati secondo un montaggio innovativo che obbedisce a un principio di costante accelerazione: man mano che la narrazione procede, i frammenti di ciascuno diventano più corti, intensificando i suoi contenuti drammatici. All'interno di questa struttura polifonica prende corpo l'ideologia del film, si sviluppa in cadenze epiche e culmina nelle azioni parallele dell'episodio moderno. "Uno dei gruppi di personaggi e di situazioni che non hanno nella realtà nulla in comune, si trovano riuniti nello stesso spazio (lo schermo della proiezione), questo è lo scandalo di Intolerance... luogo di una tensione tra l'eterogeneità del suo materiale narrativo e la razionalità che lo fonda e lo unifica" (Pierre Baudry).
Il Morandini. Dizionario dei film, Zanichelli

Critica (2):Intolerance ha un soggetto apparente (che si manifesta nella metafora della intolleranza) e un soggetto reale (la rappresentazione della lotta per la vita). Racconta quattro storie “esemplari” di epoche abissalmente lontane fra loro: la caduta di Babilonia (gli intrighi del Gran Sacerdote e del Rapsodo ottengono che i persiani di Ciro attacchino in forze la città dove regna la gioia di vivere. L'attacco fallisce. Il principe Baldassarre indice grandi festeggiamenti, sguarnendo le difese e consentendo a Ciro di sferrare a tradimento un secondo assalto, che si concluderà con la strage); la Passione di Cristo (che si sofferma in particolare su tre episodi: le nozze di Cana, i farisei al Tempio, la Maddalena); la notte di San Bartolomeo (mentre Caterina decide lo sterminio degli Ugonotti, una ragazza giunge a Parigi e si fidanza con Prospero Latour. La vita scorre normale quando i soldati scendono per le strade e irrompono nelle case, massacrando gli inermi); la madre e la legge (una città americana, oggi. Per finanziare le opere di beneficenza della sorella, un industriale riduce il salario dei suoi operai, che proclamano lo sciopero. Intervengono le guardie private e uccidono a man salva. Un operaio costretto alla disoccupazione si incanaglisce nei bassifondi e va in galera. La moglie subisce l'aggressione delle suffragette finanziate dall'industriale che, con il pretesto di proteggerla, le sottraggono il bambino. Disperata, la donna si rivolge per aiuto al capo della gang di cui il marito faceva parte. Questi una sera s'introduce in camera sua per sedurla. In quel momento arriva il marito uscito dal carcere. Lo affronta. Un colpo di pistola stende l'intruso: ha sparato la sua amante, che di nascosto l'aveva seguito. Il marito è arrestato e condannato a morte. Presa dai rimorsi, la donna che ha ucciso confessa. L'uomo si avvia al patibolo. La moglie insegue il governatore per implorare la grazia, lo raggiunge sul treno su cui era in viaggio. Nell'istante in cui il boia stringe il cappio al collo del condannato, giunge la grazia).
Il film (14 rulli, 4500 metri) alterna le fasi dei quattro episodi, facendoli procedere insieme verso le rispettive soluzioni, in un crescendo vieppiù rapido. In principio, come inquadratura-cardine, appare una donna che dondola una culla, mentre un raggio di luce taglia diagonalmente la composizione: il simbolo della vita che testimonia “le stesse passioni umane, le stesse gioie, gli stessi dolori”, come recita una didascalia, citando Walt Whitman. L'inquadratura tornerà più volte, in funzione di esteriore (e superfluo) leit motiv.
Simbolismi a parte (ricorrono anche nei nomi “evocativi” dei personaggi: la Principessa Adorata, la Diletta Numero Uno, Occhi Neri, ed eludendo inconsapevolmente - ma sistematicamente - la metafora dell'intoIleranza, il regista costruisce a poco a poco il suo vero tema ed espone, con il piglio autorevole di chi ha maturato a lungo una convinzione, la sua rude e disincantata concezione della vita: la lotta che oppone gli uomini gli uni agli altri non ha tregue, e gli uomini non si dividono in buoni e in cattivi (anche i “cattivi” meritano rispetto se affrontano con coraggio l'esistenza, nessuno merita una condanna senza appello: significativo e splendido, in questo senso, l'incontro di Gesù con la Maddalena), tutti sono vincolati al rapporto drammatico con il mondo e le contingenze sociali. Il film è immerso nel ritmo di una rappresentazione ampia, a volte concitata, priva di pause e (facendo astrazione dagli ingenui simbolismi) di errori. Il tono è severo, nella cornice delle grandi prospettive che alludono allo spazio del futuro dell'umanità, alla fiducia - religiosa - in un utopico ma realizzabile “paradiso”, non arcadico ma pienamente umano. Dentro questa struttura polifonica, nel dinamismo interno delle sequenze e delle inquadrature - i movimenti di gru e di
carrello, le panoramiche, gli stacchi Il sui primi piani (memorabile il “gioco” degli spazi intorno e sopra la scalinata di Babilonia prende corpo l'ideologia del film: si sviluppa su cadenze epiche e culmina nelle azioni parallele che concludono la storia contemporanea. È l'ideologia dell'individualismo aggressivo e vitale della borghesia capitalistica, in un periodo di fervore, al momento della svolta espansiva che la guerra (in cui l'America stava per entrare) avrebbe provocato. Il film esce al Liberty Theatre di New York, il 5 settembre 1916. Dopo qualche settimana l'insuccesso è già una certezza. Intolerance non interessa, è giudicato troppo astruso, enfatico, meschino. Griffith aveva gettato nell'impresa quasi due milioni di dollari, quasi tutti suoi, per edificare scenari giganteschi, muovere migliaia di comparse, impressionare 100.000 metri di pellicola. Una piccola personale apocalisse. All'Apocalisse di Giovanni il regista aveva pensato scrivendo il primo episodio: “ Cadde Babilonia la grande, essa che ha abbeverato tutte le genti del vino del furore della sua prostituzione” (14,8). Per lui, il furore di una dissennata ma generosa presunzione.
Fernaldo Di Giammatteo, 100 film da salvare, Mondadori, 1978

Critica (3):I. Dopo uno sciopero duramente represso da un industriale (S. de G.), spinto dalla sorella (V. L.), un ragazzo (R. H.) va a vivere in città dove sposa la sua amata (M .M.) e frequenta dei mascalzoni (T. B., E. D.). Una donna da lui respinta (M. C.), uccide il capo della gang (W. L.) con cui egli stava litigando, e lo lascia accusare e spedire al patibolo. Un'ora prima dell'impiccagione, la colpevole confessa e il governatore (R. L.) concede la grazia al condannato, che viene salvato dalla moglie all'ultimo minuto.
Il. Una giovane ugonotta (M. W.) e il fidanzato (E. P.) arrivano a Parigi dove Caterina dei Medici (J. C.) e Carlo IX (F. B.) preparano la strage di San Bartolomeo. I due vengono massacrati.
III. La passione di Cristo.
IV. A Babilonia; nel 539 a.C. i sacerdoti di Baal, aiutati da un rapsodo (E.C.), cospirano contro il tollerante principe Baldassarre (A.P.) e, nel corso di un grande festino, le truppe di Ciro invadono Babilonia, nonostante gli sforzi di un coraggioso capitano (E.L.) e d'una petulante ragazzina delle montagne (C.T.).

Il sottotitolo di lntolerance è: Love's Struggle through the Ages. Il soggetto mescola le quattro storie "che scorrono dapprima come fiumi maestosi, e si mescolano infine come torrenti impetuosi".
Mother and the Law venne ideato e quasi interamente realizzato nel 1914, subito dopo Nascita di una nazione. La sceneggiatura fu ispirata a Griffith da una causa celebre, il caso Strelow, e da un rapporto federale di tendenza wilsoniana che denunciava i
"Pinkerton" (i "Thugs" del film), milizie private armate e pagate dal gran padronato per stroncare gli scioperi, massacrando, se necessario, gli operai. Abbiamo potuto vedere quest'episodio isolato dagli altri, come Griffith lo presentò nel 1918 dopo il fallimento di Intolerance. Mother and the Law è un'opera di grande potenza, le sue audacie sociali lo contrappongono a Nascita di una nazione (pure realizzato lo stesso anno). E forse questo che ha spinto inizialmente Griffith a non presentarlo da solo, ma a includerlo in un'opera tre volte più vasta, la cui parte principale, realizzata nel 1916, divenne l'episodio babilonese, la cui colossale messinscena era in parte ispirata dai film italiani del 1912-1915 e soprattutto dalla Cabiria di Pastrone. Il solo festino di Baldassarre costò 650.000 dollari, con le scene alte come una casa a sei piani, e per due chilometri di lunghezza, in cui si muovevano 4 mila comparse, senza contare i cavalli, che furono portati a trascinare carri sulla cima delle fortificazioni babilonesi, larghe come una strada. Per queste folle, come per le 2.500 comparse della Notte di San Bartolomeo, fu necessario organizzare vari accampamenti, e una ferrovia per i rifornimenti. Improvvisato senza sceneggiatura preventiva, poi montato minuziosamente dal suo autore sui 100 mila metri di negativi registrati, Intolerance venne presentato nel settembre 1916, ma questa "Sun Play of the Agest" tenne il cartellone solo per 22 settimane (contro le 44 di Nascita di una nazione) con un successo sempre declinante. Produzione e pubblicità avevano richiesto 2 milioni (cioè almeno 6 milioni di dollari odierni) e la carriera del film fu contrastata nel 1917 dall'entrata in guerra degli Stati Uniti, e dal clima bellicista - ben diverso da quello del film - che si creò.
Griffith fu rovinato da quest'impresa in cui aveva messo tutta la sua fortuna, e gliene rimasero debiti sino al momento della morte. Intolerance è basato essenzialmente su montaggi paralleli, che uniscono azioni svolgentesi in quattro secoli e dieci ambienti diversi. L'ultima parte, in cui il montaggio si accelera prodigiosamente, è un capolavoro, ma era allora difficilmente comprensibile al grande pubblico. Le quattro parti sono di valore molto disuguale, e quella del festino babilonese non è certo la migliore. Griffith ne fece riprendere una scena dall'alto di un pallone, uno dei rari "travelling" in un'opera essenzialmente fondata sul montaggio. La principale bellezza del film consiste nel voler unire, attraverso un'idea che Griffith definisce molto male, quattro storie diverse come un errore giudiziario americano nel 1914, la caduta di Babilonia e la notte. di San Bartolomeo (la Passione interviene soltanto come breve metafora). Quest'opera intelligente ma disuguale venne schiacciata in definitiva proprio alla confusa munificenza del festino babilonese. Proiettata in URSS nel 1920, Intolerance, esercitò una grande influenza sui giovani registi sovietici - Ejzenstein, Pudovkin, Kulesov - soprattutto per le prime sequenze dello sciopero.
Georges Sadoul, Il cinema, Sansoni Editore 1967

Critica (4):
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