Gioiellino (Il)
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Regia: | Molaioli Andrea |
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Cast e credits: |
Soggetto: Ludovica Rampoldi, Gabriele Romagnoli, Andrea Molaioli; sceneggiatura: Ludovica Rampoldi, Gabriele Romagnoli, Andrea Molaioli; fotografia: Luca Bigazzi; musiche: Teho Teardo; montaggio: Giogiò Franchini; scenografia: Alessandra Mura; costumi: Rossano Marchi; interpreti: Toni Servillo (Ernesto Botta), Remo Girone (Amanzio Rastelli), Sarah Felberbaum (Laura Aliprandi), Lino Guanciale (Filippo Magnaghi), Fausto Maria Sciarappa (Franco Schianchi), Vanessa Compagnucci (Barbara Magnaghi), Maurizio Marchetti (Giulio Fontana), Igor Chernevich (Igor Yashenko), Jay O. Sanders (Mr. Rothman), Gianna Paola Scaffidi (Augusta Rastelli), Adriana De Guilmi (Signora Rastelli), Alessandro Adriano (Matteo Rastelli), Renato Carpentieri (Senatore Crusco), Alessandro Signetto (Attilio Pieri); produzione: Nicola Giuliano e Francesca Cima per Indigo Films-Babe Films in collaborazione con Rai Cinema e Bim Distribuzione; distribuzione: Bim; origine: Italia, 2010; durata: 110’. |
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Trama: | L'azienda agro-alimentare fondata da Amanzio Rastelli è considerata un vero e proprio 'gioiellino' del panorama economico internazionale. Ramificata nei cinque continenti, quotata in Borsa e in continua espansione verso nuovi mercati e nuovi settori, la società è però gestita a conduzione familiare. Amanzio, infatti, ai posti di comando ha messo i suoi parenti più stretti - il figlio, la nipote - e alcuni manager di provata fiducia, ma privi di una laurea. Tale amministrazione porterà il management ad affrontare sfide sempre più ardue e difficili da gestire: Rastelli e il suo team si vedrà costretto a contrarre debiti, falsificare i bilanci, gonfiare le vendite, chiedere appoggi politici, tentare operazioni di finanza creativa sempre più rischiose. Finché la voragine economica e finanziaria diventerà enorme e pronta a inghiottire tutto... |
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Critica (1): | Remo Girone alias Tano Cariddi, il mafioso più intrigante della Piovra. Dal 4 marzo, nella galleria dei numerosi personaggi interpretati dall'attore, verrà aggiunto un altro alias: Amanzio Rastelli, titolare e presidente di Leda, azienda agroalimentare quotata in Piazza Affari. Il quale altri non è che Calisto Tanzi, patron di Parmalat, condannato in primo grado a 18 anni di carcere per il reato di bancarotta fraudolenta. Un crack da 14 miliardi di euro che ha mandato in fumo i risparmi di 100mila persone.Un vero dramma. Che verrà rappresentato (...) dal film Il gioiellino, regia di Andrea Molaioli (La ragazza del lago). Il cast di attori è di quelli pesanti: nei panni del ragioniere Fausto Torma, ex direttore finanziario della Parmalat, alter ego di Tanzi, c'è Toni Servillo. L'artista casertano nella pellicola si chiamerà Ernesto Botta: è colui che ha gestito l'azienda emiliana per conto del patron di Collecchio e che per le sue attività spericolate è stato condannato a 18 anni di reclusione.
«Non ci sono più soldi. Che facciamo? Li rubiamo?», chiede Rastelli-Tanzi. «Inventiamoli», risponde Tonna-Botta nel botta e risposta clou del film. E poi pc distrutti, marchi contraffatti, carte ridotte a brandelli per nascondere i malaffari. Ma anche pratiche raffinate come la creazione di vuote scatole finanziarie off shore. Parmalat-Leda è stato un vero e proprio incubo per i risparmiatori truffati e per i magistrati che hanno indagato sul più grande crack europeo degli ultimi anni.
La narrazione sul grande schermo provocherà un gigantesco effetto déjà vu per migliaia di persone. Compresi gli avvocati che hanno difeso gli interessi degli investitori in questi ultimi otto anni. «Confesso che andrò al cinem acon grande curiosità – afferma Carlo Federico Grosso, docente di diritto penale a Torino e noto avvocato penalista –. Voglio proprio vedere se il film rispecchierà o meno quanto è accaduto nella realtà». Grosso assiste 32mila risparmiatori che si sono costituiti parte civile nel processo alla cricca di Collecchio. «Ammetto che sono contrario alla spettacolarizzazione dei processi – dichiara l'avvocato che, per un breve periodo, ha difeso anche Annamaria Franzoni, la madre del caso di.Cogne –. Tv e film possono essere elementi di turbativa soprattutto nei casi di omicidio». Ma per il caso Parmalat, Grosso fa un'eccezione.
Il processo è già arrivato a una condanna di primo grado.
Secondo alcuni, il lungometraggio di Molaioli potrebbe finire pure in un corso di educazione finanziaria per giovani e meno giovani.
Negli Stati Uniti, le centinaia di persone abbindolate da Bernard Madoff, dopo un paio d'anni, hanno avuto almeno la soddisfazione di vedere in galera il più grande truffatore della storia americana. In Italia invece, vista l'età di Tanzi superiore ai 70 anni, i raggirati dai bond Parmalat dovranno accontentarsi di andare al cinema per sfogare la rabbia. «Eppure in tanti hanno già ricevuto soddisfazione – dice l'avvocato Grosso –. Chi si è costituito parte civile ha transato con molti istituti bancari riuscendo a portare a casa in media il 70% di quanto aveva investito». Per quelli rimasti senza soldi, resta purtroppo soltanto un film.
Vitaliano D’Angerio, Il Sole 24 ore, 26/11/2011 |
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