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Ultimi cinque giorni (Gli) - Fünf letzte Tage


Regia:Adlon Percy

Cast e credits:
Sceneggiatura: Percy Adlon; fotografia: Horst Lermer; scenografia: Heide Ludi; suono: Rainer Carben; montaggio: Clara Fabry, Heidi Lodi; coreografia: Anastasia Kurz; montaggio: brani scelti da "Der Tod un das Mädchen" di Franz Schubert eseguite dal Quartetto Baroldy; interpreti: Irm Hermann (Else Gebel), Lena Stolze (Sophie School), Will Spindler (Beamter G.), Hans Hirschmüller (Mahr), Philip Arp (Philip), Joachim Bernhard (Helfer), Ossi Eckmüller, Hans Stadbauer, Gert Burkard, Michael Cornelius; produzione: Bayerischen Rundfunks; origine: RFT; 1982; durata: 112'.

Trama:Docudramma sulla figura di Sophie Scholl, membro della "Rosa bianca", arrestata il 18 febbraio 1943 mentre distribuiva volantini all’Università di Monaco, condannata a morte venne ghigliottinata insieme al fratello e a Christoph Probst. Il racconto si concentra sugli ultimi cinque giorni di vita di Sophie, narrati nella prospettiva della sua compagna di cella.

Critica (1):Il film di Percy Adlon è una sorta di continuazione ideale di Die Weisse Rose di Michael Verhoeven. Segue la giovane Sophie Scholl, uno dei cinque membri del gruppo "La rosa bianca" nei giorni che precedono la sua esecuzione, mentre il primo raccontava la nascita e l'attività di questo gruppo ingenuo e coraggioso che si oppose solo con la forza delle parole al regime nazista. Adlon ricostruisce gli ultimi cinque giorni della vita di Sophie, ventunenne studentessa, attraverso l'incontro che lei ebbe, in
carcere, con una detenuta delle prigioni della Gestapo, Else Gebel. Quest'ultima, condannata ad una pena lieve, aveva avuto il permesso di collaborare con le autorità del carcere e le erano stati affidati compiti amministrativi.
Else è una donna sensibile, portata verso il prossimo, che cerca di aiutare ogni volta che le è possibile. Il film è insieme la cronaca dei cinque drammatici giorni che precedono il sacrificio della giovanissima Sophie e del dolore di Else di fronte all'impossibilità di aiutarla. I fratelli School diventeranno eroi: a loro sono dedicati piazze, strade, scuole. Else Gebel è una sconosciuta, uno dei tanti visi anonimi che compongono la massa. Il 18 febbraio 1943 Else si è trovata di fronte questa ragazza destinata ad entrare nella storia: ha provato una immediata partecipazione umana, e anche una forte simpatia-ammirazione per lei. In un momento di solitudine è riuscita a rivelarle che anche lei era prigioniera. Ha sperato che questo la facesse sentire più vicina a Sophie, che Sophie la sentisse più amica e fosse meno sola. Arrestata il giorno stesso dell'incontro con Else, Sophie venne ghigliottinata sotto l'accusa di alto tradimento il 22 febbraio dello stesso anno.
Il soggetto è stato tratto da documenti e interviste. Le parole di Sophie, nel film, sono state ricavate dai suoi diari, dalle sue lettere, dalle testimonianze della sorella. «L'effettiva quotidiana possibilità di essere partecipi e disponibili all'aiuto, alla simpatia e alla cordialità, rimane per me l'unica speranza nei confronti della follia di ieri e di oggi nell'esercitare il potere» ha scritto Adlon. Nel suo film la Gestapo non appare gestita da persone folli ed esasperatamente crudeli, ma piuttosto come un ambiente dove, sotto un'apparenza normale, si celano comportamenti feroci. La sorella di Sophie, Inge School, gli disse, a proposito della prigione dove la sorella trascorse i suoi ultimi cinque giorni: «Anch'io ero dentro. Sembrava di essere in un semplice ufficio postale». Non volendo forzare i toni, né deformare la realtà dei racconti raccolti, Adlon ha scelta la via di un film-documento. Né è scaturita un'opera molto controllata, formalmente ineccepibile, ma priva di slanci. Lo stile è rigoroso, la fotografia pulita, ma la vicenda si prestava ad una analisi psicologica più approfondita. Presentato alla Mostra di Venezia del 1982 il film ha suscitato tiepidi consensi, e si può considerare un'occasione parzialmente mancata.
Fischer-Hembus-Taggi , Il nuovo cinema tedesco 1960-1986, Gremese Editore 1987

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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