Amori e disastri - Look Both Ways
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Regia: | Watt Sarah |
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Cast e credits: |
Sceneggiatura: Sarah Watt; fotografia: Ray Argall; musiche: Amanda Brown; montaggio: Denise Haratzis; scenografia: Rita Zanchetta; arredamento: Toni McCutcheon; costumi: Edie Kurzer; effetti: Peter Webb; interpreti: William McInnes (Nick), Justine Clarke (Meryl), Anthony Hayes (Andy Walker), Lisa Flanagan (Anna), Andrew S. Gilbert (Phil), Daniella Farinacci (Julia), Maggie Dence (Joan), Edwin Hodgeman (Jim), Sacha Horler (Linda); produzione: Hibiscus Films; distribuzione: Fandango; origine: Australia, 2005; durata: 100’. |
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Trama: | Nick, Meryl e Andy. Tre individui alle prese con notizie brutte o inattese che non riescono ad accettare e che inevitabilmente cambieranno il corso del loro destino. Tuttavia, non è detto che i cambiamenti siano sempre negativi mentre il sollievo e la speranza possono nascondersi anche dietro la pioggia di una domenica pomeriggio... |
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Critica (1): | Ci vuole coraggio anche solo per pensarlo, un film del genere. Perché Look Both Ways (in italiano tradotto con il più "easy" Amori e disastri) è un film sulla morte e sulla sua elaborazione. Il nucleo principale del racconto è costituito da un uomo che, forse per errore forse per sua volontà, è finito sotto un treno. La testimone dell'"incidente", il macchinista del treno, il giornalista locale, il fotografo locale, la fidanzata dell'incidentato, il direttore del giornale sono il "coro" intorno all'evento, umani che ci conducono dentro le loro vite, impregnate di emozioni di morte. Del resto, ciascuno di loro deve elaborare quel lutto a cui agganciano i lutti, presenti passati e futuri, di ciascuno. Nick il fotografo ha appena saputo di avere un cancro con metastasi, Meryl l'illustratrice è di ritorno dal funerale del padre e i suoi fantasmi di morte la tormentano in continuazione, Andy il giornalista è convinto che tutti i morti maschi della cronaca locale siano in realtà suicidi, Phil il direttore di giornale, di fronte alle disgrazie di Nick, decide di smettere di fumare e di ritornare a godersi i suoi figli, e via di seguito. La struttura di racconto scelta da Sara Watt è, soprattutto nella pima parte, un po' legnosa e didascalica. Ma andando avanti lo schema si chiarisce, le belle animazioni (che illustrano le paranoie di Meryl) vivacizzano, i fili dei diversi personaggi si tirano bene, fino alla chiusura. Di cosa sta parlando, la regista australiana in fondo lo dice sin dal titolo (in inglese) Look Both Ways, "Guardare da entrambi i lati", frase tipica degli attraversamenti stradali e ferroviari (ricordatevi l'"incidente" che dà il via al film), ma in senso traslato anche invito a guardare sempre da entrambi i lati della medaglia, cioè il bene e il male, il dolore e la gioia, la morte e la vita. Coppie di significanti che devono essere "compresi" insieme e non posso esistere l'uno senza l'altro. In particolare il binomio morte-vita, il più rimosso dalle culture occidentali. Sara Watt semplicemente mette in scena i suoi stessi timori, le sue paure, scatenate da una diagnosi di cancro di qualche anno fa. Nessun colpo di genio, dunque, ma un bel coraggio comunque sì. Non tanto nell'affrontare la malattia, quanto nel decidere di elaborarla pubblicamente, dedicandole addirittura un film. Ma in fondo, è un modo a volte persino più valido di altri (la messa in piazza) di elaborare una prova. Non c'è da stupirsi che Look Both Ways sia stato letteralmente subissato di premi, soprattutto in Australia. La paura della morte riguarda tutti, ancora più dell'amore. Era ora che qualcuno cominciasse a metterla in scena, anche con un leggero sorriso sulle labbra. (…)
Roberta Ronconi, Liberazione, 19/6/2009 |
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Critica (2): | Amori e disastri è il sottotitolo con cui, nell'edizione italiana di questo film in arrivo dall'Australia si tenta di parafrasare quel titolo in inglese che, rifacendosi allegoricamente a un'indicazione stradale, consiglia, quando si attraversa, di "guardare al due lati della strada". Di qua, infatti, ci può essere via libera, ma di là il pericolo. E di questi pericoli la storia trabocca. Dal principio, fino a un possibile "via libera" al momento di chiudere.
Si comincia con Nick, un fotoreporter, che apprende di essere affetto da un malanno forse incurabile. Segue un incidente ferroviario con molti morti. Segue ancora la notizia non gradita di una prossima maternità data bruscamente a Andy, un collega di Nick, da un'infermiera sua amante, Anna. E si continua di questo passo, con altri personaggi che sembrano felici ma si scoprono afflitti spesso da parecchi problemi. Mentre attorno si .dipanano, anzi si attorcigliano, i casi cli Nick, con una sua amante occasionale, Meryl che, pur non essendo mai coinvolta in "disastri", se li immagina, come se il mondo attorno le cadesse addosso.
Il tutto durante un fine settimana, in una calda estate rinfrescata, anche simbolicamente, da una domenica di pioggia in cui, - appunto, qualche accenno di "via libera" tende a farsi avanti. Ce lo ha raccontato una esordiente australiana, Sara Watt, che, sia nella costruzione di quella sua trama scopertamente corale, sia nei modi con cui poi l'ha rappresentata, ha dato prova di molta finezza, e analizzando attentamente le psicologie e dosandovi in mezzo le situazioni con ritmi, a un certo momento, resi anche più agili dal ricorso all'animazione (viene da quel settore) per costruire le fantasie (e i timori) di questo o quel personaggio.
Li interpretano attori e attrici poco noti qui da noi ma tutti al loro posto, con disinvolta sicurezza. Si presti attenzione al commento musicale fitto di richiami ai videoclips. Rallegra anche quando le immagini grondano affanni.
Gian Luigi Rondi, Il Tempo, 22/6/2009 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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