Tocco di zenzero (Un) - Politiki Kouzina
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Regia: | Boulmetis Tassos |
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Cast e credits: |
Soggetto: Tassos Boulmetis; sceneggiatura: Tassos Boulmetis; fotografia: Takis Zervoulakos; musiche: Evanthia Reboutsika; montaggio: Yorgos Mavropsaridis; scenografia: Olga Leontiadou; effetti: Giannis Georgariou, Philippos Marmoutas; costum: Bianca Nikolarizi; interpreti: Georges Corraface (Fanis), Tassos Bandis (Nonno Vassilis), Basak Koklukaya (Saime), Ieroklis Michailidis (Savas Iakovides), Renia Louizidou (Soultana Iakovidou), Stelios Mainas (Zio Aimilios), Markos Osse (il piccolo Fanis), Tamer Karadagli (Musta-fa), Thodoros Exarchos (dottore), Yannis Firios (amico di nonno Vassilis), Pavlos Orkopoulos (generale), Odysseas Papaspiliopoulos (Fanis a 20 anni), Athinodoros Prousalis (amico di nonno Vassilis), Mimis Thiopoulos (amico di nonno Vassilis); produzione: Village Roadshow Productions Hellas - Smal-lridge Ltd. - Greek Film Center - Filmnet - Cinegram S.A. – Despina Mouzaki – Harry Padouvas – P. Papazoglou S.A. – Ans Uluslarasi Yapim – Yayin Ve Reklamcilik A.S. – Mc2 Productions; distribuzione: Ladyfilm; origine: Grecia / Turchia, 2003; durata: 108’. |
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Trama: | Dopo l’infanzia trascorsa ad Istanbul, il giovane Fanis è costretto a trasferirsi ad Atene a causa delle tensioni politiche tra Grecia e Turchia. La sua famiglia è di origine greca, il nonno Vassilis, cui il ragazzo è particolarmente legato decide di rimanere nella capitale turca perché proprietario di una piccola bottega per le spezie. Fanis cresce aspettando una visita del nonno – che ha acceso nel suo cuore la passione per l’arte culinaria e l’astronomia – e di Saime, la sua compagna di giochi. Purtroppo l’attesa è vana, così Fanis, sempre più infelice, si dedica in modo ossessivo alla cucina, con grande disappunto della famiglia, delle autorità scolastiche e clericali. Passano gli anni, Fanis è diventato professore di astrofisica e finalmente arriva la notizia che suo nonno sta per arrivare ad Atene. Tuttavia Vassilis non lascerà mai più Istanbul a causa di un ricovero in ospedale. Sarà Fanis a raggiungere l’anziano in punto di morte, e al suo capezzale, dopo 35 anni, ritroverà i ricordi del passato grazie anche a Saime, l’amica d’infanzia che lui non ha mai dimenticato... |
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Critica (1): | Fanis, un bambino greco di Istanbul, cresce nel retrobottega del negozio di spezie del carismatico nonno. Impara a dosare sale, coriandolo, cumino, pepe e chiodi di garofano. In poche parole, impara a vivere. Perché Un tocco di zenzero, attraverso il cibo, parla in realtà di famiglia, d’amore e di politica. Siamo negli anni Sessanta e la crisi di Cipro costringe la famiglia di Fanis ad abbandonare la Turchia per rifugiarsi ad Atene. Partono tutti, tranne il nonno. Il film, uno dei migliori incassi in Grecia a memoria d’uomo, rappresenta la patria ai prossimi Oscar. Dichiaratamente autobiografico, da una parte mostra delle ingenuità e una certa tendenza al sentimentalismo, dall’altra, però, riesce a mettere a fuoco lucidamente un complicato periodo storico, attraverso le vicende umane dei protagonisti. In più, stiamo parlando di un film super-sovversivo. In un’epoca in cui la famiglia è dipinta come l’asse del male, il regista ci racconta la storia di un uomo che, grazie alla sua famiglia, ha imparato la cosa più importante del mondo: che gli imprevisti nella vita non si possono evitare ma, con un pizzico di zenzero e di ironia, si possono almeno affrontare.
Roberta Bottari, Il Messaggero, 18/3/2005 |
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Critica (2): | Un bambino con la passione per la cucina e il gusto per le spezie, instillatogli da un nonno filosofo che spiega come nella gastronomia sia «rinchiusa anche l’astronomia», la crisi greco-turca del 1964, che ha portato all’espulsione dalla Turchia di 40.000 famiglie greche, il consueto corollario di amori e separazioni, il tutto in un clima agrodolce, malinconico. Sono questi gli ingredienti di Un tocco di zenzero, il film di Tassos Boulmetis che ha dominato i botteghini ellenici con più di un 1.200.000 spettatori, battendo la concorrenza di kolossal come Master and Commander e Alla ricerca di Nemo ed ora è stato venduto in 36 paesi, Italia compresa. «Il titolo greco è Politiki kouzina», racconta il regista, la cui vicenda personale ricalca quella del protagonista, «che, essendo scritto in maiuscolo, non ha accenti e può essere letto indifferentemente come “Cucina di Istanbul”, o “Cucina politica”. Un gioco di parole che racchiude il doppio significato del film: la vita in famiglia, con i rituali della cucina e le interferenze che la politica ha sui suoi membri». Il regista, infatti, non nasconde un intento politico: «Quando sono stato deportato in Grecia, per trent’anni non ho più messo piede in Turchia, nonostante Atene disti da Istanbul 50 minuti d’aereo. Quando mi sono reso che si trattava di un blocco psicologico, causato dal trauma infantile, sono partito e, in una sola ora, avevo recuperato tutti i luoghi e i ricordi dell’infanzia, sono persino andato alla mia vecchia scuola elementare e mi ha aperto la mia maestra. Il film è nato quel giorno, dopo aver vissuto nel passato, ho cominciato a riconciliarmi e a vivere nel presente: ci ho messo dieci anni a scrivere questa favola di cucina, amore e storia».
Oscar Cosulich, Il Mattino, 18/3/2005 |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
| Tassos Boulmetis |
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