Berlino Est Ovest
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Regia: | Negroni Enza |
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Cast e credits: |
Con Manuel Agnelli; produzione: Sonne Film, Eden Rock, in collaborazione con Sky Arte HD; origine: Italia, 2019; durata: 90’. |
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Trama: | Il ritratto musicale della Berlino negli anni a cavallo della caduta del muro. |
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Critica (1): | Il documentario prende le mosse dal ritrovamento dell’archivio del manager musicale bolognese Maurizio Stanzani, che negli anni ’80 decide di andare a Berlino armato di una telecamera analogica e un operatore, filmando locali, punk e band berlinesi che si esibivano a ridosso del muro. La scoperta di questo straordinario archivio, in tutto 50 ore di video inediti e filmati originali, permette di raccontare quella che già negli anni 80’ è stata la più incredibile e mutevole capitale europea: capelli colorati, giacche di pelle vistose, synthpop e new wave parlano di una città animata da gruppi di avanguardia musicale, di performer, locali punk in bunker occupati e discoteche.
Il viaggio di Stanzani viene ripercorso oggi, a trent’anni dalla caduta del muro, da Manuel Agnelli che, nella Berlino divisa, ha vissuto e ricercato quelli che erano i suoi miti musicali (David Bowie, Einstürzende Neubauten, Iggy Pop) e che nella città riunificata ha successivamente suonato e si è esibito come artista di primo piano della scena musicale italiana.
Maurizio Stanzani, prematuramente scomparso, era un promettente manager musicale bolognese, fondatore e organizzatore di uno dei locali più conosciuti a Bologna negli anni ‘80: il QBO. Progettista e imprenditore culturale, Stanzani aveva allargato i suoi orizzonti spingendosi fino a Berlino. Il suo desiderio era quello di importare band tedesche in Italia, con la speranza che il rock tedesco potesse appassionare gli italiani.
A raccontare questa storia, oltre a Manuel Agnelli, saranno personaggi che hanno vissuto o che vivono tutt’ora nella città tedesca tra cui la band Notorische Reflexe, Massimo Zamboni, che qui vide nascere i CCCP, manager musicali tedeschi, musicisti punk di Berlino est, italiani che qui vivono e lavorano e artisti come Kiddy Citny, che tra i primi pensò di dipingere il muro che allora circondava Berlino. Si incontrano altri testimoni tra cui l’architetto Massimo Iosa Ghini, Mauro Felicori e lo storico Paolo Capuzzo, che ci raccontano di come Bologna, in quegli anni, assomigliasse a Berlino. |
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Critica (2): | |
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Critica (3): | |
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Critica (4): | |
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