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Giorni di gloria


Regia:De Santis Giuseppe, Visconti Luchino, Serandrei Mario, Pagliero Marcello

Cast e credits:
Dai titoli di testa: edito dal Ministero dell’Italia occupata, questo film è stato realizzato con la cortese collaborazione del P.W.B. Film Division, della Cinèac S.A. di Losanna ed in particolare del comando delle Divisioni garibaldine Zone Valsesia a cura del partigiano Manlio. Hanno partecipato alle riprese fotografiche gli operatori Della Valle, De West, Di Venanzo, Jannarelli, Lastricati, Navarro, Pucci, Reed, Terzano, Ventimiglia, Werdier, Vittoriano, Manlio, Caloz e i tecnici del CLN di Milano. Coordinazione tecnica di Mario Serandrei e Giuseppe De Santis. Commento di Umberto Calosso e Umberto Barbaro. Le riprese del processo Caruso sono state dirette da Luchino Visconti e quelle delle Fosse Ardeatine da Marcello Pagliero. Commento musicale a cura di Costantino Ferri. Montaggio di M. Serandrei e C. A. Chiesa. Tecnici del suono Bruno Brunacci, Giovanni Paris, Vittorio Trentino. Produzione Fulvio Ricci.

Trama:Il documentario rievoca l'oppressione nazifascista avvalendosi di vari documenti girati per l'Italia, compreso il massacro delle Fosse Ardeatine che è riprodotto nella sua terribile drammaticità.

Critica (1):Nel corso del 1945 De Santis aveva lavorato a un film di montaggio sulla guerra appena conclusa, edito dal Ministero dell’Italia Occupata e realizzato grazie alla collaborazione del settore cinematografico del PWB. “L’idea di Giorni di gloria – ricorda il regista – fu di Serandrei uno dei più famosi montatori italiani dell’epoca, proprio e soltanto sua, al contrario di quanto si dice in giro. Egli montò tutto il materiale ed è quindi il maggiore artefice di Giorni di gloria, che è un film soprattutto del nord. Personalmente girai tutto il pezzo delle Fosse Ardeatine, nonché le interviste ai familiari dei caduti, con l’aiuto dell’operatore Carlini. Ricordo che alle Ardeatine, quando entrai là dentro e sentii proprio l’odore della morte, fui colto da una commozione talmente intensa che, appena stabilita l’inquadratura, dovetti uscirne alla luce e lasciai il compito di proseguire a Carlini. Oltre a questa sequenza, girai anche un’azione dei GAP ricostruita. A Visconti si devono, invece, le riprese del processo di Carretta e del suo linciaggio che potè cogliere perché si trovava a passare da lì con la macchina da presa”. Come si vede bene, finzione e verità già si intrecciano in un groviglio inestricabile. La realtà è ricostruita. Ma la messa in scena, a sua volta, produce effetti psicologicamente realistici. De Santis è scosso dall’emozione, un’emozione che pare nascere dal sentimento collettivo della morte. Visconti “si trova a passare” con la macchina da presa e può rubare qualche immagine. L’ambiguità sostanziale di Giorni di gloria prelude a molti dei futuri sviluppi del Neorealismo e delle sue poetiche.
Stefano Masi, De Santis Il Castoro cinema, 1981

Critica (2):

Critica (3):

Critica (4):
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